Creare campioni nazionali per nuove filiere
Il Recovery Plan richiede all’Italia di programmare investimenti che hanno un solido nesso fra la ripresa economica post-Covid, gli obiettivi di innovazione nel digitale, la realizzazione del Green Deal e la graduale riduzione delle emissioni di C02. Rappresenta dunque uno strumento critico per una trasformazione del nostro sistema economico guardando al futuro, stimolando una crescita sostenibile, equa e di lungo termine. Il 20% di questo strumento sarà dedicato a investimenti per un’Europa adatta all’era digitale.
Per quanto riguarda il governo dell'innovazione, la Ue sta inoltre definendo una nuova ambiziosa visione politica, che si basa su quattro pilastri: un nuovo quadro normativo (che include il Data Governance Act, il Digital Services Act, il Digital Market Act di cui sono già state rese note le bozze e il Data Act); un programma di finanziamenti in tecnologie critiche come intelligenza Artificiale, microprocessori, 5G, quantum computing e cybersecurity; una rinvigorita politica commerciale e antitrust; e un progetto comune europeo di tassazione digitale.
La sfida della digitalizzazione e dell’innovazione richiedono un grande disegno strategico, con una chiara governance. Bisogna indirizzare l’economia, stimolando la creazione di mercati innovativi. Investimenti in istruzione e ricerca, in infrastrutture digitali, nel trasferimento tecnologico e nella formazione per la riconversione dei lavoratori devono essere il cuore pulsante di questo programma Paese. C’è bisogno di una drastica riduzione del gap di genere in tutta la nostra società, in particolare nel settore scientifico e tecnologico e della riduzione di tutte le diseguaglianze, territoriali, e socio-economiche. Si deve lavorare per attrarre il contributo dei privati, con strumenti che convincano gli investitori istituzionali e gli asset managers a impegnare risorse nel grande progetto del paese.
Il concetto di sovranità tecnologica europea è fondamentale per una digitalizzazione che salvaguardi la nostra sicurezza nazionale, l'autonomia strategica e i valori democratici europei. Un obiettivo importante per l'Europa è rimanere competitivi nelle catene del valore strategiche del futuro. Su questo punta l'Europa con gli Ipcei (“Progetti di comune interesse europeo”), in cui a fianco di batterie elettriche e idrogeno, investe sul cloud computing con il progetto franco-tedesco GaiaX, per definire lo standard internazionale per la sicurezza e la sovranità sui dati. Infrastrutture critiche vuol dire anche accelerare nel dispiegamento della banda ultralarga e del 5G, investire in supercalcolo e intelligenza artificiale. Vanno sviluppate nuove piattaforme, ad esempio, per didattica digitale, medicina e diagnostica personalizzata, smart city, settori strategici, come biomedicale e agritech, ma anche commercio, turismo e cultura.
Sulle smart city si potrebbe implementare un programma di 100+ città verdi e digitali per l’Italia, utilizzando i dati come un bene pubblico per decarbonizzare le città, coinvolgendo i cittadini, trasferendo il know-how di città più avanzate a piccoli centri, connettendo le aree interne e le aree rurali con un focus sul Mezzogiorno.
L’Italia deve darsi l’obiettivo, come già fanno Germania e Francia, di creare campioni nazionali per sviluppare nuove filiere industriali strategiche, ad esempio, nel biomedicale, agritech, spazio, idrogeno, fintech, robotica e deeptech, rafforzando il trasferimento tecnologico fra scienza e industria e il sostegno a piccole e medie imprese e startup, con un forte apporto delle grandi imprese, pubbliche e private. Si può fare creando sinergia fra le Agenzie di promozione economica come Invitalia e Cdp e coordinando il ruolo dei nuovi strumenti di investimento come il Fondo Nazionale per l'Innovazione e la Fondazione EneaTech, in linea con lo European Innovation Council che ha appena dato vita a un Fondo Europeo di venture capital. Il tutto in partneship con gli Enti locali e le parti sociali, e con la partecipazione di comunità e società civile.
Serve una definizione dettagliata dei progetti e delle azioni, con un chiaro cronoprogramma e con target misurabili e auditabili. Come ha ricordato anche il Commissario Paolo Gentiloni, servono una struttura di governance e procedure straordinarie di supporto dell'amministrazione ordinaria. Appare necessario accompagnare il piano con le riforme della pubblica amministrazione e della giustizia, e con interventi a favore della concorrenza. Una nuova organizzazione include anche l'assunzione di giovani di talento nelle strutture pubbliche, per trasformarle radicalmente.
Un elemento operativo fondamentale sarà la gestione degli appalti innovativi, con clausole che garantiscono una misurazione dell’impatto sociale ed ecologico dei progetti, con gare gestite in modo rapido, trasparente e competitivo. In tutti i progetti di digitalizzazione bisognerebbe introdurre clausole sulla sovranità e sicurezza dei dati nei contratti, rendendoli poi disponibili in modalità open per le amministrazioni e le imprese locali per creare valore pubblico. Bisogna anche evitare che gli investimenti favoriscano gli attori che hanno già una posizione dominante e invece favorire l'offerta europea.
Next-Generation Eu è una grande opportunità per mobilitare nuove energie e competenze, creare lavori del futuro di qualità e costruire un'Italia più verde, digitale, equa e femminista. Molti giovani, ricercatori e imprenditori che hanno lasciato l'Italia, potrebbero rientrare per lavorare in progetti di frontiera. È il momento di realizzare un modello di umanesimo digitale europeo al servizio delle persone e della transizione ecologica. Questa visione potrebbe diventare il segno distintivo dell'Europa delle nuove generazioni.