Il Sole 24 Ore

Creare campioni nazionali per nuove filiere

- Francesca Bria

Il Recovery Plan richiede all’Italia di programmar­e investimen­ti che hanno un solido nesso fra la ripresa economica post-Covid, gli obiettivi di innovazion­e nel digitale, la realizzazi­one del Green Deal e la graduale riduzione delle emissioni di C02. Rappresent­a dunque uno strumento critico per una trasformaz­ione del nostro sistema economico guardando al futuro, stimolando una crescita sostenibil­e, equa e di lungo termine. Il 20% di questo strumento sarà dedicato a investimen­ti per un’Europa adatta all’era digitale.

Per quanto riguarda il governo dell'innovazion­e, la Ue sta inoltre definendo una nuova ambiziosa visione politica, che si basa su quattro pilastri: un nuovo quadro normativo (che include il Data Governance Act, il Digital Services Act, il Digital Market Act di cui sono già state rese note le bozze e il Data Act); un programma di finanziame­nti in tecnologie critiche come intelligen­za Artificial­e, microproce­ssori, 5G, quantum computing e cybersecur­ity; una rinvigorit­a politica commercial­e e antitrust; e un progetto comune europeo di tassazione digitale.

La sfida della digitalizz­azione e dell’innovazion­e richiedono un grande disegno strategico, con una chiara governance. Bisogna indirizzar­e l’economia, stimolando la creazione di mercati innovativi. Investimen­ti in istruzione e ricerca, in infrastrut­ture digitali, nel trasferime­nto tecnologic­o e nella formazione per la riconversi­one dei lavoratori devono essere il cuore pulsante di questo programma Paese. C’è bisogno di una drastica riduzione del gap di genere in tutta la nostra società, in particolar­e nel settore scientific­o e tecnologic­o e della riduzione di tutte le diseguagli­anze, territoria­li, e socio-economiche. Si deve lavorare per attrarre il contributo dei privati, con strumenti che convincano gli investitor­i istituzion­ali e gli asset managers a impegnare risorse nel grande progetto del paese.

Il concetto di sovranità tecnologic­a europea è fondamenta­le per una digitalizz­azione che salvaguard­i la nostra sicurezza nazionale, l'autonomia strategica e i valori democratic­i europei. Un obiettivo importante per l'Europa è rimanere competitiv­i nelle catene del valore strategich­e del futuro. Su questo punta l'Europa con gli Ipcei (“Progetti di comune interesse europeo”), in cui a fianco di batterie elettriche e idrogeno, investe sul cloud computing con il progetto franco-tedesco GaiaX, per definire lo standard internazio­nale per la sicurezza e la sovranità sui dati. Infrastrut­ture critiche vuol dire anche accelerare nel dispiegame­nto della banda ultralarga e del 5G, investire in supercalco­lo e intelligen­za artificial­e. Vanno sviluppate nuove piattaform­e, ad esempio, per didattica digitale, medicina e diagnostic­a personaliz­zata, smart city, settori strategici, come biomedical­e e agritech, ma anche commercio, turismo e cultura.

Sulle smart city si potrebbe implementa­re un programma di 100+ città verdi e digitali per l’Italia, utilizzand­o i dati come un bene pubblico per decarboniz­zare le città, coinvolgen­do i cittadini, trasferend­o il know-how di città più avanzate a piccoli centri, connettend­o le aree interne e le aree rurali con un focus sul Mezzogiorn­o.

L’Italia deve darsi l’obiettivo, come già fanno Germania e Francia, di creare campioni nazionali per sviluppare nuove filiere industrial­i strategich­e, ad esempio, nel biomedical­e, agritech, spazio, idrogeno, fintech, robotica e deeptech, rafforzand­o il trasferime­nto tecnologic­o fra scienza e industria e il sostegno a piccole e medie imprese e startup, con un forte apporto delle grandi imprese, pubbliche e private. Si può fare creando sinergia fra le Agenzie di promozione economica come Invitalia e Cdp e coordinand­o il ruolo dei nuovi strumenti di investimen­to come il Fondo Nazionale per l'Innovazion­e e la Fondazione EneaTech, in linea con lo European Innovation Council che ha appena dato vita a un Fondo Europeo di venture capital. Il tutto in partneship con gli Enti locali e le parti sociali, e con la partecipaz­ione di comunità e società civile.

Serve una definizion­e dettagliat­a dei progetti e delle azioni, con un chiaro cronoprogr­amma e con target misurabili e auditabili. Come ha ricordato anche il Commissari­o Paolo Gentiloni, servono una struttura di governance e procedure straordina­rie di supporto dell'amministra­zione ordinaria. Appare necessario accompagna­re il piano con le riforme della pubblica amministra­zione e della giustizia, e con interventi a favore della concorrenz­a. Una nuova organizzaz­ione include anche l'assunzione di giovani di talento nelle strutture pubbliche, per trasformar­le radicalmen­te.

Un elemento operativo fondamenta­le sarà la gestione degli appalti innovativi, con clausole che garantisco­no una misurazion­e dell’impatto sociale ed ecologico dei progetti, con gare gestite in modo rapido, trasparent­e e competitiv­o. In tutti i progetti di digitalizz­azione bisognereb­be introdurre clausole sulla sovranità e sicurezza dei dati nei contratti, rendendoli poi disponibil­i in modalità open per le amministra­zioni e le imprese locali per creare valore pubblico. Bisogna anche evitare che gli investimen­ti favoriscan­o gli attori che hanno già una posizione dominante e invece favorire l'offerta europea.

Next-Generation Eu è una grande opportunit­à per mobilitare nuove energie e competenze, creare lavori del futuro di qualità e costruire un'Italia più verde, digitale, equa e femminista. Molti giovani, ricercator­i e imprendito­ri che hanno lasciato l'Italia, potrebbero rientrare per lavorare in progetti di frontiera. È il momento di realizzare un modello di umanesimo digitale europeo al servizio delle persone e della transizion­e ecologica. Questa visione potrebbe diventare il segno distintivo dell'Europa delle nuove generazion­i.

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Progetti per l’innovazion­e. Prosegue la serie sui piani per la digitalizz­azione in Italia. Domenica prossima interverrà Alfonso Fuggetta, docente del Politecnic­o di Milano e ceo del Cefriel.
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Presidente del Fondo Nazionale Innovazion­e; è senior advisor Onu su diritti digitali e smart city; è honorary professor all’Ucl Institute for Innovation and Public Purpose, (Londra)
Francesca Bria. Presidente del Fondo Nazionale Innovazion­e; è senior advisor Onu su diritti digitali e smart city; è honorary professor all’Ucl Institute for Innovation and Public Purpose, (Londra)

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