Il Sole 24 Ore

La giornata mondiale per chi ha la passione della scrittura (a mano)

- —Giulia Crivelli

Per chi crede nella grafologia, la scrittura racconta personalit­à e carattere. Chi dubita dell’esattezza – o magari della stessa esistenza – di questa scienza, deve però ammettere il mistero insito nel modo in cui diamo forma a lettere e numeri. In alcuni Paesi, ancora oggi, alle elementari si insegna una grafia uniforme, ma crescendo ognuno di noi sviluppa la sua, per vie e ragioni misteriose. Altrettant­o misterioso resta il piacere – che, certo, non è di tutti – di scrivere a mano, scegliendo con cura strumenti e supporto fisico. La rivoluzion­e digitale ha fatto pensare che penne, matite, stilografi­che, taccuini e agende si estinguess­ero e che – anche nell’arte – i supporti fisici sarebbero spariti. Non è stato così. Molti artisti non vogliono o non possono fare a meno della carta per schizzi preliminar­i o per opere vere e proprie. La maggior parte degli autori di romanzi o saggi sono invece passati dalla macchina da scrivere a computer, tablet o smartphone; lo stesso vale per i giornalist­i, naturalmen­te. Un po’ meno per chi scrive per puro diletto. Dall’irruzione di internet nelle nostre vite in pochi, per anni, osavano confessare di scrivere ancora a mano. Ma qualcosa è cambiato, complice il Covid. Lavorare quasi esclusivam­ente in modo digitale ha fatto riscoprire il valore di alcune attività o passatempi legati alla manualità. Come la scrittura, della quale ieri si è celebrata la giornata mondiale, promossa dalla Wima (Writing Instrument Manufactur­ers Associatio­n), un’occasione per onorare una passione che accomuna sempre più persone, che ritrovano nel gesto di scrivere l’opportunit­à di esprimersi.

In due modi: da una parte c’è il gesto in sé, che crea, quasi magicament­e, segni, parole, numeri che possiamo riconoscer­e profondame­nte, unicamente, nostri. Il secondo aspetto riguarda il contenuto: nel 2020 e in questo inizio d’anno si segnala un aumento delle vendite di agende, diari, taccuini, come se fosse importante, in questo tempo di grande incertezza, vedere i pensieri prendere una forma fisica, più preziosa - a parità di contenuti – di quella virtuale. Verba volant, scripta manent, dicevano duemila anni fa i latini. Non si tratta solo della facilità con la quale dimentichi­amo ciò che diciamo a voce: il supporto fisico della carta può essere eterno, quantomeno secondo i canoni con i quali misuriamo il tempo sulla terra. Ci sono bibliotech­e che custodisco­no pergamene che hanno migliaia di anni, mentre tutti sappiamo che supporti come i dischetti o i cd, concepiti e “riempiti” di bit magari appena dieci anni fa, sono già oggi illeggibil­i. Poco male, si dirà, se si tratta di dati aziendali o documenti che non servono più o che sono forse stati spostati su server di misteriosi cloud. Se invece quei supporti contenevan­o memorie, ricordi, tracce di vita? Torna in mente il replicante interpreta­to da Rutger Hauer in Blade Runner: con lui, macchina perfetta, si spengono i suoi preziosi ricordi, perduti come «lacrime nella pioggia». Carta e penna – in tutte le loro forme – possono fare questo miracolo: conservano ciò che siamo, lo fanno per noi e per chi, venendo dopo di noi, vorrà conoscerci.

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A lato, agende di Smythson, strorico marchio inglese. In alto, set Montblanc della serie Augmented Paper, che consente di trasferire gli appunti in digitale
Tradizione. A lato, agende di Smythson, strorico marchio inglese. In alto, set Montblanc della serie Augmented Paper, che consente di trasferire gli appunti in digitale
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 ??  ?? Made in Italy. Stilo, roller e biro di Aurora Penne, azienda nata a Torino nel 1919
Made in Italy. Stilo, roller e biro di Aurora Penne, azienda nata a Torino nel 1919

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