Giochi, l’Italia può perdere il tricolore
Per il Cio l’autonomia del Comitato italiano è venuta meno Prevista la costituzione di una società che assicuri il rispetto delle regole
A Tokio senza bandiera e senza inno nazionale, con atleti indipendenti. Non solo. A rischio sono anche i 925 milioni di dollari garantiti dal Comitato olimpico internazionale al comitatogiochi invernali Milano-Cortina 2026 in base all’ host city contract che fa riferimento alla carta olimpica che il governo italiano si è impegnato a rispettare. A meno di 24 ore prima che la minaccia avanzata a più riprese dal Ci o al Governo italiano si materializzi in un atto ufficiale, è atteso oggi nel Cdm convocato perle ore 9 sulla crisi politica anche un decreto “salva Coni”. Un provvedimento d’urgenza che punta a ristabilire la piena autonomia del movimento sportivo italiano dall’autorità di Governo istituendola Coni S paco me struttura necessaria« per salvaguardarel’ autonomia dell’ ordinamento sportivo nazionale quale articolazione del movimento sportivo internazionale». In zona Cesarini e nel pieno di una crisi politica, il Governo prova a evitare una medaglia di legno allo sport italiano. Una prima assoluta per l’ Italia alla quale senza il via libera al nuovo decreto legge verrebbe riservata quella“squalifica di rappresentanza” fino ad oggi applicata, ad esempio, per scandali di doping, come è accaduto alla Russia, o per altre gravi violazioni umanitarie come è toccata alla Bielorussa di Lukashenko, solo per citare le più recenti. Senza dimenticare, poi, chela sola volta in cui l’Italia partecipò con i suoi atleti e la bandiera del Ci o elle olimpiadi fu in occasione di“Mosca 1980”. ma solo perché non aderì con altri 79 Paesi al boicottaggio americano per l’ invasione sovietica dell'Afghanistan. In quell’occasione non parteciparono gli atleti olimpici dei gruppi sportivi militari, ma solo atleti civili trai quali Pietro M enne a e Sara Simeoni che vinsero la loro medaglia d’oro senza però poter ascoltare le note dell’inno di Mameli. A generare il cortocircuito tra lo sport italiano e il Cio a cui ora il decreto cerca di mettere rimedio, è stata la riforma introdotta con la legge di stabilità per il 2019 dal governo giallo-verde. La legge di fine anno aveva trasformato la Coni servizi Spa nella nuova società Sport e Salute S pan on più però servente dell’ ente Coni ma diretta espressione dell’autorità di Governo. Ed è in questo passaggio che, secondo ilp residente del C io, T ho mas Bach, èvenut ameno l’ autonomia del Comitato olimpico italiano. Il nuovo decreto legge messo a punto dai tecnici del ministero dello Sport e quelli di via XX settembre affondale sue radici nelle promesse del premier Giuseppe Conte al presidente del Ci o in occasione dell’ assegnazione dei giochi invernali Milano-Cortina del 2026, e vuole essere una definitiva risposta alle continue sollecitazioni giunte dal Cio secondo cui con la legge del 2018, operativa l’ anno successivo, l’ Italia è in pieno contrasto con la carta olimpica. Dal canto suo Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, ha sottolineato alla Camera che la riforma del 2018 è valida e che di fatto il Cio chiede all’Italia un ritorno al passato. Cozzoli si è dichiarato pronto a fornire il personale e i servizi richiesti dal Coni. Ma qualunque sia la soluzione istituzionale individuata questa «non potrà essere, per rispetto dei contribuenti, quella di raddoppiare costi e uffici dei dirigenti».