Il Sole 24 Ore

Giochi, l’Italia può perdere il tricolore

Per il Cio l’autonomia del Comitato italiano è venuta meno Prevista la costituzio­ne di una società che assicuri il rispetto delle regole

- Marco Mobili

A Tokio senza bandiera e senza inno nazionale, con atleti indipenden­ti. Non solo. A rischio sono anche i 925 milioni di dollari garantiti dal Comitato olimpico internazio­nale al comitatogi­ochi invernali Milano-Cortina 2026 in base all’ host city contract che fa riferiment­o alla carta olimpica che il governo italiano si è impegnato a rispettare. A meno di 24 ore prima che la minaccia avanzata a più riprese dal Ci o al Governo italiano si materializ­zi in un atto ufficiale, è atteso oggi nel Cdm convocato perle ore 9 sulla crisi politica anche un decreto “salva Coni”. Un provvedime­nto d’urgenza che punta a ristabilir­e la piena autonomia del movimento sportivo italiano dall’autorità di Governo istituendo­la Coni S paco me struttura necessaria« per salvaguard­arel’ autonomia dell’ ordinament­o sportivo nazionale quale articolazi­one del movimento sportivo internazio­nale». In zona Cesarini e nel pieno di una crisi politica, il Governo prova a evitare una medaglia di legno allo sport italiano. Una prima assoluta per l’ Italia alla quale senza il via libera al nuovo decreto legge verrebbe riservata quella“squalifica di rappresent­anza” fino ad oggi applicata, ad esempio, per scandali di doping, come è accaduto alla Russia, o per altre gravi violazioni umanitarie come è toccata alla Bielorussa di Lukashenko, solo per citare le più recenti. Senza dimenticar­e, poi, chela sola volta in cui l’Italia partecipò con i suoi atleti e la bandiera del Ci o elle olimpiadi fu in occasione di“Mosca 1980”. ma solo perché non aderì con altri 79 Paesi al boicottagg­io americano per l’ invasione sovietica dell'Afghanista­n. In quell’occasione non partecipar­ono gli atleti olimpici dei gruppi sportivi militari, ma solo atleti civili trai quali Pietro M enne a e Sara Simeoni che vinsero la loro medaglia d’oro senza però poter ascoltare le note dell’inno di Mameli. A generare il cortocircu­ito tra lo sport italiano e il Cio a cui ora il decreto cerca di mettere rimedio, è stata la riforma introdotta con la legge di stabilità per il 2019 dal governo giallo-verde. La legge di fine anno aveva trasformat­o la Coni servizi Spa nella nuova società Sport e Salute S pan on più però servente dell’ ente Coni ma diretta espression­e dell’autorità di Governo. Ed è in questo passaggio che, secondo ilp residente del C io, T ho mas Bach, èvenut ameno l’ autonomia del Comitato olimpico italiano. Il nuovo decreto legge messo a punto dai tecnici del ministero dello Sport e quelli di via XX settembre affondale sue radici nelle promesse del premier Giuseppe Conte al presidente del Ci o in occasione dell’ assegnazio­ne dei giochi invernali Milano-Cortina del 2026, e vuole essere una definitiva risposta alle continue sollecitaz­ioni giunte dal Cio secondo cui con la legge del 2018, operativa l’ anno successivo, l’ Italia è in pieno contrasto con la carta olimpica. Dal canto suo Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, ha sottolinea­to alla Camera che la riforma del 2018 è valida e che di fatto il Cio chiede all’Italia un ritorno al passato. Cozzoli si è dichiarato pronto a fornire il personale e i servizi richiesti dal Coni. Ma qualunque sia la soluzione istituzion­ale individuat­a questa «non potrà essere, per rispetto dei contribuen­ti, quella di raddoppiar­e costi e uffici dei dirigenti».

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Sanzioni. In caso di bocciatura, atleti ammessi ma senza inno e bandiera (nella foto: la delegazion­e italiana a Rio 2016)
IPP Sanzioni. In caso di bocciatura, atleti ammessi ma senza inno e bandiera (nella foto: la delegazion­e italiana a Rio 2016)

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