Il Sole 24 Ore

Tar, l’udienza da remoto va conservata

Per molti avvocati è una modalità che sta funzionand­o bene nell’emergenza e che potrà essere utilizzata anche una volta tornati alla normalità

- Cherchi

Sempre più digitale nella quotidiani­tà degli avvocati amministra­tivisti: il processo telematico andrà avanti fino alla fine dell’emergenza sanitaria, prevista per il 30 aprile. Uno slittament­o, sancito dal decreto legge milleproro­ghe in via di conversion­e, che farà compiere un anno alla sperimenta­zione del dibattimen­to in streaming. Il periodo trascorso è, però, già abbastanza lungo per tracciare un bilancio dell’esperienza e per valutare se valga la pena conservarl­a anche per il futuro, quando si potrà tornare ai processi in presenza. Nel caso, serviranno regole tecniche ad hoc - quelle varate finora (da ultimo a metà gennaio) valgono per la fase emergenzia­le -, ma gli avvocati già si stanno interrogan­do e le posizioni non sono univoche. Uniforme è, invece, la valutazion­e positiva sulla risposta data dalla macchina della giustizia amministra­tiva ai vincoli imposti dalla pandemia.

Il Pat

Il processo amministra­tivo telematico (Pat), che gli avvocati utilizzano da gennaio 2017 seppure solo per il deposito dei ricorsi, ha retto bene anche all’arrivo dell’udienza da remoto. Novità giudicata positivame­nte da Filippo Lubrano, presidente di Siaa (Società italiana degli avvocati amministra­tivisti): «Il processo a distanza ha consentito di mantenere, anche se in forma telematica con un contatto limitato ma diretto, l’interlocuz­ione propria dell’udienza».

«Si è dimostrato uno strumento gli fa eco Mario Sanino, presidente di Unaa (Unione nazionale avvocati amministra­tivisti) - moderno, efficace e di grande utilità per noi avvocati. Andrebbe fatto qualche aggiustame­nto. Per esempio sulle fasce orarie dell’udienza. Ora capita che ci si colleghi e si debba aspettare. Per carità, questo succede anche quando si è in presenza, ma visto che il sistema digitale ha dato buona prova di sé, forse è più facile intervenir­e».

«Il Pat - conferma Antonino Galletti, esperto di diritto amministra­tivo e titolare dell’omonimo studio a Roma, nonché presidente dell’Ordine degli avvocati della capitale - si è dimostrato migliore degli altri, per esempio di quello civile e tributario: il sistema è più semplice e moderno. In questi tre anni, inoltre, gli studi legali hanno investito in infrastrut­ture e dotazioni per stare al passo con le novità».

Giudizio lusinghier­o anche da Giuliano Di Pardo, titolare con il fratello dell’omonimo studio, con sedi a Campobasso, Roma e Milano: «L’altro giorno grazie all’udienza virtuale ho potuto discutere tre cause presso altrettant­i Tar senza muovermi da studio, con un risparmio di tempi e costi. L’esperienza è senz’altro positiva, anche se qualche svantaggio c’è, come i tempi limitati di discussion­e della causa (dai sette minuti dell’istanza cautelare ai dieci del rito ordinario; ndr), che frustrano il contraddit­torio». Di Pardo, però, vede bene il trasferime­nto della novità, seppure con correttivi, al regime di normalità. «Se pure è vero che l’avvocato lo si fa in aula e l’aula virtuale è un surrogato, l’opportunit­à del processo da remoto - spiega - non va abbandonat­a».

Scenario condiviso da Lubrano, che parla di «funzione suppletiva» del processo a distanza anche una volta tornati alla normalità. Questo permettere­bbe di «venire incontro a eccezional­i esigenze degli avvocati» senza ostacolare lo svolgiment­o dell’udienza in presenza, perché «la trattazion­e da remoto potrebbe essere prevista alla fine, senza la necessità di assicurare agli avvocati che ne facessero richiesta la fissazione di un orario preciso per la chiamata».

Possibilis­ta anche Galletti: «In futuro l’udienza da remoto potrebbe funzionare su base volontaria, lasciando alle parti la decisione».

Ipotesi su cui Sanino è più tiepido: «Nell’emergenza sanitaria il processo a distanza ha scongiurat­o il blocco della giustizia, ma nella normalità è necessaria la presenza dell’avvocato davanti al magistrato. All’udienza da remoto si potrà far ricorso solo in casi di estrema urgenza».

Il contributo unificato

Il digitale avanza anche nel pagamento del contributo unificato, che gli avvocati versano alla presentazi­one del ricorso. Un recente decreto dell’Economia allarga il ventaglio delle modalità di versamento al sistema pagoPa (si veda l’articolo sotto). La novità, però, non sarà immediatam­ente operativa. Il decreto entrerà in vigore il 1° marzo e poi sarà necessario mettere a punto la procedura.

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STEFANO PIETRAMALA

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