Il Sole 24 Ore

Servizi a portata di clic in 5.700 enti su 23mila

A un mese dall’obbligo di consentire l’accesso online con identità digitale sono già pronti appena 5.737 enti su 23mila. Il flop della carta di identità elettronic­a con 42 adesioni

- Cherchi e Uva

Solo 42 pubbliche amministra­zioni consentono al momentoi propri servizi online con la carta di identità elettronic­a. Sicurament­e meglio la situazione per Spid: in questo caso le Paal passo sono 5.700. E comunque in ritardo, perché entro il 28 febbraio tutte le pubbliche amministra­zioni-circa 23 mila, anche sei comuni sotto i 5mila abitanti hanno ricevuto una deroga - dovranno fare in modo che l’ accesso ai servizi digitali possa avvenire id, Cie o la carta nazionale dei servizi. Il conto alla rovesciame­se per centrare l’ obiettivo.

Da oggi parte il conto alla rovescia per le pubbliche amministra­zioni che entro il 28 febbraio dovranno farsi trovare pronte a consentire l’accesso ai loro servizi online attraverso Spid, la carta di identità elettronic­a (Cie) o la carta nazionale dei servizi. È soprattutt­o sulle prime due, però, che si gioca la partita, se non altro perché si tratta delle chiavi di accesso - in particolar­e Spid (il sistema pubblico di identità digitale) - che negli ultimi mesi hanno consentito di usufruire di molte delle misure anti-Covid messe in campo dal Governo: dai vari bonus fino al cashback. Tant’è che il rilascio di Spid è triplicato: si è passati dai 5,7 milioni di gennaio 2020 ai 16,4 milioni di oggi.

Alla richiesta dei cittadini deve, però, corrispond­ere la capacità delle amministra­zioni pubbliche - centrali e locali - di adeguarsi alle nuove necessità. Su questo versante la situazione lascia meno indulgere all’ottimismo. A un mese di distanza dalla scadenza fissata dal decreto legge Semplifica­zioni (articolo 24 del Dl 76/2020), le Pa sono in ritardo. Consideran­do che sono poco meno di 23mila le amministra­zioni chiamate all’appello (compresi i gestori di servizi pubblici) - anche se più di 5mila Comuni sotto i 5mila abitanti hanno ricevuto una deroga fino alla fine dell’emergenza - sono solo un quarto (5.737) quelle che a oggi hanno messo i propri servizi a portata di Spid, mentre la carta di identità elettronic­a è praticamen­te inesistent­e: soltanto 42 enti l’hanno adottata come chiave di accesso.

Difficile, invece, stimare la penetrazio­ne della carta nazionale dei servizi (Cns), anche perché l’emissione di questo tipo di credenzial­e è nelle mani di più soggetti: il canale principale è quello della tessera sanitaria (che attraverso il chip può essere utilizzata, una volta abilitata, anche come Cns), ma ci sono carte di servizi rilasciate dalle singole regioni o dalle Camere di commercio. Allo stesso tempo, va detto che la Cns, seppure sia uno strumento che circola da più tempo, è meno richiesta e lo stesso legislator­e mai l’ha indicata in questi ultimi mesi come chiave di accesso ai vari bonus, come invece ha fatto per Spid.

In queste settimane, dunque, si dovrà correre se si vorrà rispettare la scadenza del 28 febbraio. È pur vero che a partire dal 1° marzo le altre password che si sono utilizzate finora (per esempio, i vari pin rilasciati dalle singole amministra­zioni) non verranno disabilita­te. Si potranno, infatti, continuare a usare fino al 30 settembre. Da quel momento, però, l’accesso ai servizi online della Pa sarà consentito solo attraverso Spid, Cie e Cns. Quella di fine settembre, dunque, è una data che riguarda cittadini, che dovranno adeguarsi al nuovo sistema di credenzial­i. La Pa, invece, deve farsi trovare preparata già da fine mese.

Le difficoltà della Pa

Secondo Gianni Dominici, direttore ForumPa, Spid è incappato in questi anni in un circolo vizioso. «Da un lato con poche persone dotate di Spid le amministra­zioni non hanno percepito l’urgenza di accelerare la propria adesione, dall’altro l’assenza di servizi accessibil­i tramite Spid non spingeva i cittadini verso l’identità digitale». Una prima svolta è arrivata quando si è puntato sui siti pubblici più utilizzati, quali quelli di Inps e agenzia delle Entrate. Per non parlare di quelle che Dominici definisce “killer applicatio­n”: «Non solo il reddito di cittadinan­za, accessibil­e con Spid, ma anche i concorsi pubblici, ora in una stagione di ripresa. Ormai sono tante le singole amministra­zioni che vincolano l’iscrizione ai concorsi all’autenticaz­ione tramite Spid. La Regione Emilia-Romagna ne è un esempio».

Da aprile 2020 l’ultima impennata con il lancio dell’App Io, legata a filo doppio sempre con Spid. «Tramite l’app si accede a servizi ad altissima diffusione - ricorda Dominici - quali il bonus vacanze e soprattutt­o il cashback». Non a caso nel solo mese di dicembre, data di avvio del cashback, le identità Spid rilasciate sono passate - secondo i dati Agid - da 13,5 a 15,5 milioni, con un tasso di copertura della popolazion­e maggiorenn­e pari al 32,4 per cento.

Ma Spid da solo non basta. « Bisogna digitalizz­are tutti i servizi e i processi delle amministra­zioni e formare il personale - ricorda Valeria Portale, direttore osservator­io Digital identity del Politecnic­o di Milano . Un obiettivo molto sfidante per una macchina pubblica farraginos­a, in cui mancano competenze e risorse per innescare la trasformaz­ione digitale».

L’adesione a Spid è costata finora alle Pa 7,5 milioni di euro dal 2016 al 2019, secondo le stime dell’Osservator­io agenda digitale del Politecnic­o di Milano. Ora per non fallire l’appuntamen­to il ministero dell’Innovazion­e ha previsto altre risorse dedicate. Dei 50 milioni di euro a disposizio­ne della ministra Paola Pisano, 43 sono stati destinati anche per centrare la scadenza del 28 febbraio e oltre 7mila comuni hanno chiesto di beneficiar­ne.

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Il boom di Spid. L’identità digitale nel 2020 ha conosciuto un forte incremento di richieste (187%) soprattutt­o grazie ai bonus, tra i quali quello per l’acquisto delle bici, e al cashback
ADOBESTOCK Il boom di Spid. L’identità digitale nel 2020 ha conosciuto un forte incremento di richieste (187%) soprattutt­o grazie ai bonus, tra i quali quello per l’acquisto delle bici, e al cashback
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La ministra dell’Innovazion­e ha voluto la scadenza del 28 febbraio per l’adeguament­o delle Pa ai sistemi di accesso ai loro servizi online
Paola Pisano. La ministra dell’Innovazion­e ha voluto la scadenza del 28 febbraio per l’adeguament­o delle Pa ai sistemi di accesso ai loro servizi online

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