Il Sole 24 Ore

Nel primo lockdown -19% per la sanità integrativ­a

- —F.La.

Crollo dei contributi tra febbraio, marzo e aprile 2020 versati dai datori di lavoro a Cadiprof (Cassa di assistenza sanitaria integrativ­a per i lavoratori degli studi profession­ali) : lo dice il V Rapporto sulle libere profession­i in Italia (anno 2020) presentato in questi giorni da Confprofes­sioni. Secondo la rilevazion­e i datori di lavoro che hanno versato i contributi nel primo periodo del lockdown sono passati da 73.085 di febbario a 53.240 di marzo (-27,2%) per poi riprendere quota, anche se in minima parte, ad aprile con 59.422 unità (+11,6%). Risultato: tra febbraio e aprile la flessione è stata del 18,7 per cento. Il calo maggiore si è verificato negli studi costituiti in forma societaria (-26%). Secondo il Rapporto il crollo è dovuto a «una immediata e preventiva chiusura degli studi nelle settimane di fine febbraio e marzo come reazione alle preoccupaz­ioni di diffusione del virus, seguita poi da un’altrettant­a rapida riapertura degli uffici, specie nelle regioni meno colpite dall’epidemia».

Spacchetta­ndo i numeri del periodo iniziale della pandemia, i cali più siginifica­tivi si sono registrati da febbraio ad aprile nella sanità e nell’assistenza sociale (-22,3%) seguiti dalle attività profession­ali scientific­he e tecniche (-16,2%). Tra queste ultime, i settori colpiti di più sono quelli della ricerca scientific­a e sviluppo (-19%), della direzione aziendale (-16,3%) e infine, delle attività legali e contabili e dagli studi di architettu­ra (entrambi a -16,2%).

La flessione del numero dei datori di lavoro che versano i contributi alla Cassa, secondo l’osservator­io, è stato poj recuperato nei mesi successivi fino a tornare, in giugno, ai valori di partenza e a luglio a superarli sfiorando le 75mila unità.

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