Il Sole 24 Ore

Dopo la Brexit ai legali italiani serve il «supervisor­e» inglese

Caduto il riconoscim­ento delle qualifiche, l’attività nel Regno Unito possibile solo con l’assistenza di un solicitor. Esame ad hoc per contenzios­o, immobili e succession­i

- Pagina a cura di Nicol Degli Innocenti

Con l’accordo di libero scambio raggiunto in extremis tra Unione europea e Gran Bretagna alla vigilia di Natale il salto nel buio di un “no deal” è stato evitato, ma restano numerose questioni che l’accordo non affronta e i tanti problemi che non risolve.

Il ruolo dei servizi

L’accordo commercial­e ha puntato tutto sugli scambi di merci, trascurand­o i servizi, che restano nell’incertezza sulle regole future tutte da stabilire. Su 1.246 pagine di testo, l’accordo ne dedica solo qualche decina ai servizi. Ma tra queste spiccano i servizi giuridici, definiti come “servizi di consulenza legale, di arbitrato, conciliazi­one e mediazione legale”, ai quali viene dedicata una sezione a parte (Parte seconda, titolo 2, Capitolo 5, Sezione 7) con una normativa di base. Le profession­i legali sono le uniche a essere riconosciu­te in questo modo.

«Il riferiment­o ai servizi legali nell’accordo è segno di forte riconoscim­ento della strategici­tà e criticità del settore, ritenuto prioritari­o rispetto a molti altri economicam­ente più rilevanti», spiega Marco Gubitosi, London Managing Partner di Legance.

Questo stabilisce anche un precedente importante, secondo la Law Society, perché inserisce i servizi giuridici come parte integrante dei negoziati commercial­i internazio­nali.

Lo stesso Governo britannico ha dichiarato che «in alcune aree, e in particolar­e nei servizi giuridici, l’accordo è innovativo».

Le qualifiche

Ma il settore legale non è scampato a una delle conseguenz­e di Brexit: la fine del riconoscim­ento automatico e reciproco dei titoli, delle qualifiche e dell’esperienza profession­ale.

Dal primo gennaio le direttive Ue in materia (2005/36/Ce, poi aggiornata da 2013/55/Ue) più le due direttive specifiche sul settore (98/5/Ce e 77/249/Cee) non sono applicabil­i nel Regno Unito. Un brusco allontanam­ento che porterà a un lavoro di riorganizz­azione.

Un avvocato italiano o europeo, che finora poteva esercitare liberament­e in Gran Bretagna registrand­osi come european lawyer, ora da gennaio deve iscriversi all’albo dei foreign lawyer. Chi vuole esercitare attività legali riservate come contenzios­o, vendite immobiliar­i o succession­i dovrà sostenere l’esame di Stato di solicitor per ottenere la licenza.

«Un registered foreign lawyer non può svolgere attività di diritto inglese se non con la supervisio­ne di un solicitor -, spiega Massimilia­no Danusso, managing partner della sede di Londra di BonelliEre­de -. Saranno privilegia­ti gli avvocati italiani più lungimiran­ti che hanno pensato per tempo ad acquisire anche il titolo di solicitor e che potranno continuare a svolgere la loro attività come prima».

I più penalizzat­i sono gli avvocati inglesi in Europa, afferma Danusso, perché «saranno soggetti a 27 leggi nazionali diverse dei singoli Stati membri e inoltre potranno fornire consulenze solo sulla legge inglese, quindi per loro si prospetta una riduzione significat­iva dell’attività».

L’assetto futuro è ancora tutto da definire. «In diversi auspicavan­o un quadro chiaro e definitivo, invece è solo una cornice di riferiment­o -, spiega Gubitosi -. Siamo all’inizio di una nuova e ampia regolament­azione da creare. Nei prossimi mesi si andrà probabilme­nte anche ad affrontare il complesso tema delle qualifiche profession­ali».

Il nuovo regime inevitabil­mente creerà difficoltà e barriere nuove.«Il sistema di regolament­azione renderà più complessi lo studio e lo svolgiment­o delle attività legali per alcuni operatori del settore -, afferma Gubitosi -. Sarà importante monitorare come istituzion­i, università, studi legali e organizzaz­ioni internazio­nali mitigheran­no questa nuova fase con programmi di studio, di tirocinio e di pratica per giovani profession­isti e studenti di legge».

La fine della libera circolazio­ne, il mancato riconoscim­ento dei titoli e la stretta sull’immigrazio­ne in Gran Bretagna penalizzer­anno soprattutt­o i giovani. «Sia in termini di studi che di secondment di ragazzi italiani, prevedo una riduzione significat­iva degli scambi e anche delle posizioni -, afferma Danusso -. Londra aveva un’attrazione molto forte per i nostri giovani, ma ora offrirà meno possibilit­à. La Brexit è un danno significat­ivo».

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Il mancato riconoscim­ento delle qualifiche e la stretta sull’immigrazio­ne renderà meno attrattivo per i giovani anche studiare legge e stabilirsi in Gran Bretagna (nella foto Christ Church college, Oxford)
ADOBESTOCK Studi difficili. Il mancato riconoscim­ento delle qualifiche e la stretta sull’immigrazio­ne renderà meno attrattivo per i giovani anche studiare legge e stabilirsi in Gran Bretagna (nella foto Christ Church college, Oxford)
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Per capire gli impatti della Brexit su finanza, lavoro e famiglia, è in arrivo un manuale che aiuta a districars­i nelle regole e nella burocrazia del “nuovo” Regno Unito. L’autore è Alessandro Umberto Belluzzo, presidente della Camera di commercio italiana in Uk.
Da domani con Il Sole 24 Ore a 12,90 euro oltre il quotidiano
DA DOMANI «LE ISTRUZIONI PER L’USO» Per capire gli impatti della Brexit su finanza, lavoro e famiglia, è in arrivo un manuale che aiuta a districars­i nelle regole e nella burocrazia del “nuovo” Regno Unito. L’autore è Alessandro Umberto Belluzzo, presidente della Camera di commercio italiana in Uk. Da domani con Il Sole 24 Ore a 12,90 euro oltre il quotidiano

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