Il Sole 24 Ore

Niente permessi «104» se non si è parenti o affini

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Sono un dipendente pubblico, ho all’interno del mio nucleo familiare, da 35 anni, una persona di 50 anni disabile grave (ai sensi della 104/1992), che risulta “convivente”. Il disabile è assistito 24 ore su 24 da mia moglie e da personale dedicato, ma, quando mia moglie si ammala o il disabile ha bisogno di fare esami specialist­ici, io, che sono anche il tutore, devo prendere ferie.

Ho chiesto all’azienda sanitaria competente di fruire dei tre giorni di permesso per l’assistenza al disabile in base alla legge 104/1992, ma questa chance mi è stata negata perché il disabile non è un mio parente o affine.

Ho qualche possibilit­à di fruire dei permessi in questione?

G.F. - BERGAMO

Da quanto riportato nel quesito, si ritiene che l’amministra­zione di appartenen­za si sia comportata in maniera legittima, negando la fruizione dei tre giorni previsti dall’articolo 33, comma 3, della legge 104/1992, in quanto la persona da assistere (convivente) non rientra fra quelle indicate dalla predetta normativa. Infatti,l’articolo33,comma3,prevedeild­irittoafru­ireditregi­orni dipermesso­mensiliret­ribuiti,infavoredi­lavoratori­dipendenti cheprestin­oassistenz­aalconiuge,aparentioa­daffinient­roilsecond­ogrado–conpossibi­litàdieste­nsionefino­alterzogra­do– riconosciu­tiinsituaz­ionedihand­icapgrave.Quindi,poichéille­ttorenonha­vincolodip­arentelaoa­ffinitàcon­lapersonad­aassistere, non può essere concessa la fruizione dei tre giorni indicati.

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