Il Sole 24 Ore

Borsa, dopo l’attacco all’argento i millennial­s puntano l’Europa

La rivolta dei millennial­s continua a dominare tra Borse e commoditie­s Mentre continua la corsa di Amc e BlackBerry, adesso nel mirino è finita Nokia

- Lops, Carlini, Cellino e Franceschi

La battaglia in corso tra i “millennial traders” e i fondi hedge non riguarda solo titoli come GameStop, ma anche l’argento. Il metallo nobile ieri si è apprezzato intraday di oltre il 10%, superando, in certi momenti, la soglia dei 30 dollari l’oncia, come non accadeva dal 2013. Il fenomeno rischia di contagiare anche l’Europa: in Finlandia sotto tiro Nokia, dinamiche analoghe a Piazza Affari, secondo alcuni operatori, per Tiscali e Clabo.

C’è chi retrodata l’inizio della battaglia - quella tutta in atto tra millennial traders e fondi hedge e/o banche d’affari dell’alta finanza - alla scorsa primavera quando difatti gli utenti della piattaform­a di trading Robinhood portarono all’insù le azioni della “fallita” Hertz. O chi fa notare che anche il volo pindarico di Tesla nel 2020 - balzata dell’800% nonostante forti posizioni ribassiste dei fondi speculativ­i che poi hanno avuto torto e perso 250 miliardi - è ascrivibil­e al fenomeno che oggi va più di moda a Wall Street: lo short squeeze.

Resta il fatto che lo scontro è ancora in corso. E ora non riguarda solo titoli come GameStop, Amc, Bed Bath & Beyond (scelti dai millenial traders in relazione alle forti esposizion­i ribassiste dei fondi hedge sul flottante) ma ha contagiato anche l’argento. Il metallo nobile ieri è volato intraday di oltre il 10% superando in certi momenti la soglia dei 30 dollari l’oncia, come non accadeva dal 2013. Difficile non ricondurre questo balzo alla “chiamata alle armi” che, come per gli altri titoli, è arrivata per mezzo della community Reddit WallStreet­bets.

In che modo lo stanno attaccando? Principalm­ente attraverso l’acquisto degli “Etf fisici” - che obbligano gli emittenti a detenere il sottostant­e di materia prima corrispond­ente al valore cartaceo - con la convinzion­e di replicare lo stesso meccanismo che ha costretto i market maker che avevano venduto le call su GameStop, e i fondi hedge shortisti in perdita, ad acquistarn­e le azioni per coprirsi man mano che il prezzo saliva. Ma va detto che una cc osa osa è prendere prende redi mira un titolo azionario, peraltro sottile e già molto shortato come Gamestop, tutt’altra è farlo con una materia prima come l’argento. Secondo Neil Wilson, chief market analyst di markets.com, vista l'ampiezza e la liquidità del mercato dell’argento non sarà facile innescare la copertura delle posizioni corte come avvenuto sull'azionario.

«Il quantitati­vo di volumi necessario per smuovere il prezzo di una commodity come l’argento non è paragonabi­le ai numeri che abbiamo visto su GameStop - spiega Giuseppe Lauria, trader profession­ista specializz­ato in materie prime -. Basti pensare che solo nei caveau di Londra è presente un quantitati­vo di once d’argento che equivale almeno al doppio della capitalizz­azione del titolo della società di vendita di videogioch­i».

Altro aspetto da mettere in luce è la discrepanz­a crescente tra il prezzo fisico - ieri sulla piattaform­a Apmex il valore ha superato i 41 dollari - e quello del valore cartaceo espresso dai contratti future che ha chiuso in area 29 dollari. «Cosa accadrebbe se alla scadenza dei future non ci fosse il corrispett­ivo collateral­e fisico per onorare i contratti? Il prezzo nel breve potrebbe anche crollare», sottolinea Lauria.

Tornando allo scontro sull’azionario ieri GameStop ha lasciato sul terreno il 25% (in area 240 dollari) il titolo Amc ha continuato a salire (+6%), così come BlackBerry (+5%). Ma il fenomeno rischia di contagiare anche i listini europei. In Finlandia da diverse sedute sembra essere stato preso di mira il titolo Nokia (anche ieri +6%) mentre a Piazza Affari dinamiche analoghe, secondo alcuni operatori, starebbero sostenendo anche singole società quotate come Tiscali (+16%) e Clabo (+26,6%).

Al momento però i grandi indici finanziari non sembrano preoccupat­i dal fenomeno. Ieri sono tornati gli acquisti sul Nasdaq e sui big del tech che hanno chiuso in media con un rialzo vicino al 3%. Giornata positiva anche sui listini europei (Eurostoxx 50 +1,42% e Ftse Mib +1,17%). La settimana è iniziata bene soprattutt­o in virtù degli incoraggia­nti dati sulla pandemia con i dati dei contagi che evidenzian­o una stabilizza­zione in molte aree. In Cina, dove si temeva per i nuovi focolai, i nuovi casi sono scesi a 33, il punto più basso delle ultime tre settimane. Buono anche il dato Pmi manifattur­iero negli Usa, salito a 59,2 punti in gennaio, migliore della prima lettura. È il segnale che mentre i millenial traders provano a scuotere le regole della finanza, i grandi investitor­i ieri sono tornati a concentrar­si sui “vecchi” temi: contagi e dati macro.

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