Il Sole 24 Ore

Manifattur­a avanti a gennaio Indice Pmi al top da 34 mesi

Il valore si porta a 55,1 punti oltre le stime del mercato Settimo aumento consecutiv­o

- Luca Orlando

La crescita manifattur­iera si rafforza oltre le attese. La rilevazion­e dell’indice Pmi manifattur­iero (indice dei direttori d’acquisto) indica infatti questa direzione sotto più punti di vista. In termini assoluti, portandosi a 55,1 punti, oltre l le e stime del mercato, continua a lievitare oltre la quota (50) ( 50) che nel calcolo separa la crescita dall’arretramen­to. Ma interessan­te è anche il trend, che vede l’indicatore in progresso, raggiungen­do il livello massimo da quasi tre anni, da marzo 2018. Per l’attività di fabbrica si tratta del settimo aumento mensile consecutiv­o, il settimo periodo oltre quota 50.

«Ottimo segnale - commenta il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli - che denota anche un clima di fiducia a cui hanno contribuit­o la messa a terra di misure come il potenziame­nto di Transizion­e 4.0. Ora - aggiunge - dobbiamo chiudere più in fretta possibile queste crisi e tornare a lavorare h24 per le nostre imprese».

A giudizio degli analisti il fattore principale della ripresa è stata decisament­e la crescita più veloce dei nuovi ordini e l’ulteriore forte aumento della produzione manifattur­iera. Secondo le aziende campione, la migliore domanda da parte dei clienti ha spinto l’ultima espansione della produzione e dei nuovi ordini. Le maggiori vendite di inizio 2021 sono dovute inoltre ad una domanda in rafforzame­nto in arrivo sia dall’Europa che dal Nord America.

Segnali in questo senso erano in parte visibili nell’ultima rilevazion­e Istat sulla fiducia delle imprese. Nei giudizi sugli ordini il saldo ottimisti-pessimisti resta infatti negativo (-23,4, ma a maggio era crollato a -60,9) risalendo tuttavia di due punti rispetto a dicembre: un valore migliore nelle serie storiche si trova solo a febbraio 2020, ultimo mese “pre-Covid”. Mentre dal lato delle attese il dato è ormai in equilibrio, vicino allo zero.

Dinamismo già in parte rispecchia­to in termini produttivi, con l’utilizzo della capacità (calcolato al quarto trimestre 2020), risalito oltre il 74%, più di dieci punti oltre il periodo più cupo del lockdown.

Sempre nei dati Istat, la risalita degli ordini è evidente dalle rilevazion­i più recenti, con le commesse in crescita tendenzial­e per il quarto mese consecutiv­o tra agosto e novembre. Indice degli ordini che, eliminando l’eccezione di agosto (mese di lavoro anomalo rispetto alla media per effetto del lockdown precedente) si porta ai massimi da gennaio 2020. Indicazion­i di lenta ripresa per l’Italia arrivano anche dal lato dell’export, con l’ultimo dato extra-Ue di dicembre a segnalare progressi in mercati importanti come Cina e Stati Uniti. Nel complesso le vendite di made in Italy crescono nel mese del 3,1%, dato significat­ivo perché si tratta di un progresso rispetto ad un periodo pre-Covid. All’appello mancano ancora i dati europei di dicembre ma ormai è certo che in termini di vendite oltreconfi­ne il 2020, per quanto drammatico, non potrà risultare devastante come il 2009, quando in 12 mesi il made in Italy perse un quinto del mercato.

In termini di rilevazion­i puntuali Pmi il quadro italiano è mediamente superiore in questa fase alle indicazion­i che arrivano dall’intera Europa, (il nostro indice in termini assoluti è infatti il terzo migliore dopo Olanda e Germania) che pure in termini di indici di fiducia dei direttori d’acquisto si mantiene su livelli confortant­i.

Nell’eurozona l’indice è infatti mediamente poco mosso, in lieve calo rispetto alla rilevazion­e di dicembre, anche se ancora saldamente oltre la soglia critica di 50. A rallentare la media è in particolar­e la Germania, il cui indicatore scende a 57,1 dopo avere segnato a dicembre 58,3, il massimo degli ultimi tre anni. Anche se il dato di Berlino è il più debole degli ultimi quattro mesi, il sondaggio svolto tra le aziende registra comunque un rallentame­nto dei tagli occupazion­ali, in un contesto di ottimismo per l'attività futura. Germania in cui è determinan­te la ripresa della produzione dell’industria dell’auto. Dall’abisso di maggio (- 64%) l’attività è progressiv­amente ripresa, arrivando al quasi pareggio di ottobre (-2%) e alla crescita di novembre e dicem dicembre. bre.

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