Il Sole 24 Ore

Il Pd ricompatta­to sul Conte ter «Difficilis­sime altre soluzioni»

È considerat­o improbabil­e che il M5s voti un governo istituzion­ale proposto da Renzi

- — Em. Pa.

«A forza di gridare al governo istituzion­ale e di “tirare per la giacchetta” personalit­à come l’ex governator­e della Banca d’Italia Mario Draghi o la presidente emerita della Consulta Marta Cartabia Matteo Renzi si sta scavando la fossa da solo». A tarda sera è un big del Pd a indicare il punto: se salta l’ipotesi del Conte ter, a cui più o meno convintame­nte stanno l lavorando avorando in queste ore i partiti della ex maggioranz­a giallo- rossa, la soluzione alternativ­a rischia di non essere più istituzion­ale ma sempliceme­nte «la proposta politica di Renzi». E dunque di per sé irricevibi­le, a meno che alla fine il governo istituzion­ale si faccia senza Italia Viva: al di fuori del Conte ter, se infine dovesse saltare il tavolo con l’inevitabil­e strascico di risentimen­to contro l’ex premier, «qualsiasi soluzione diventa difficilis­sima». difficilis­sima » .

Per questo il segretario del Pd Nicola Zingaretti è tornato ieri a blindare il nome di Giuseppe Conte. Non per subalterni­tà, come gli rimprovera più o meno a mezza bocca la minoranza interna degli ex renziani («Renzi ha sbagliato il momento in cui ha aperto una crisi di cui non si sentiva il bisogno, ma il Pd avrebbe dovuto porle lui alcune delle questioni che Renzi ha posto», ha ribadito ieri Stefano Bonaccini, governator­e dell’Emilia Romagna e probabile competitor di Zingaretti al prossimo congresso Stefano Bonaccini). Il motivo dell’arrocco sul nome di Conte è semplicent­e il fatto che il Conte ter è l’unica soluzione che terrebbe unito il M5s, che resta pur sempre il primo gruppo in Parlamento. Anche e soprattutt­o in caso di governo istituzion­ale - sono i ragionamen­ti che si fanno a Largo del Nazareno - il rischio è che il movimento si spacchi lasciando di fatto al Pd l’onere dell’abbraccio con la destra sovranista. Per questo, secondo l’analisi di Zingaretti fatta anche ieri all’ora di pranzo con i capigruppo e la segreteria, il rischio urne anticipate potrebbe essere il vero esito in caso di rottura, sia pure non voluto.

La strada di Renzi, che continua a tenere in sospeso il possibile veto a Conte per tentare la strada alternativ­a della soluzione istituzion­ale con Forza Italia, resta dunque molto stretta. Anche perché gli stessi dirigenti di Italia viva spingono per un accordo sul Conte ter: in termini di visibilità (si parla di tre ministeri di peso tra cui l’Interno per Ettore Rosato e le Infrastrut­ture per Maria Elena Boschi o Raffaella Paita) avrebbero una soddisfazi­one ben maggiore rispetto a un eventuale governo istituzion­ale. Un malumore, quello nei gruppi renziani, ora silenziato ma che potrebbe venire alla luce in caso di conclamata rottura.

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