Bar e ristoranti, riaprono in 290mila ma è allarme ricavi
Le chiusure hanno determinato un calo del fatturato di 31,3 miliardi I distributori Italgrob rilanciano la richiesta di ristori per le imprese
Con l’Italia quasi tutta in zona gialla ecco la riapertura di circa 290mila 290mi la tra bar, ristoranti, pub e pizzerie che tornano ad offrire il servizio al bancone e al tavolo. Un primo passo verso la normalità dopo un 2020 in cui i pubblici esercizi, secondo i calcoli di Coldiretti, hanno perso quasi 41 mi miliardi liar di di ricavi. Per Perdite dite che si sono abbattute sui consumi fuori casa colpendo la filiera Ho.re.ca. che lo scorso anno ha re registrato gistrato ricavi per 54 miliardi (-37%) contro gli 85,3 del 2019. Mancati incassi per 31,3 miliardi certificano i dati del Centro Studi Italgrob, la Federazione ita italiana liana distri distributori butori Ho.re.ca.
Quello di ieri è stato un primo passo da gestire con cautela. Non a caso i Governatori delle regioni “in giallo” hanno invitato a un maggiore senso di responsabilità contro assembramenti e movida selvaggia. Nel week-end appena trascorso si sono visti pericolosi assembramenti nei centro citt città, à, nei luoghi della movida, sui dehors di quei locali che avevano chiuso alle 18. L’equazione da scongiurare è semplice: movida più assembramenti meno disposizioni anti Covid uguale aumento dei contagi e sicuro ritorno in zona aranc arancione ione o, pe peggio ggi o ancora, rossa. Sullo sfondo c’è poi il nodo del controllo del territorio perché molti luoghi di ritrovo più gettonati finiscono per assomigliare alla terra di nessuno. «Oltre alla responsabilità dei singo singoli li - sottol sottolinea inea Atti Attilio l io Fon Fon- tana, governatore della Lombardia - è necessaria la massima collaborazione di sindaci e delle Prefetture affinché vigilino sugli assembramenti » . Di fatto tutti i g governatori overnatori chiedono cautela, prudenza e senso di res responsabilità ponsabilità ai loro cittadini.
Inoltre ci si può spostare tra le località della stessa regione. «Oggi (ieri per chi legge ndr) ndr)r) - racconta un ristoratore di Rimini - abbiamo molti clienti di Bologna e Parma che hanno approfittato della zona gialla dopo tanto tempo per uscire e venirci a trovare. La gente è stanca di stare in casa, ha fatto tanti sacrifici. Ora vogliamo ripartire». Obiettivo condiviso dalle rappresentanze dei pubblici esercizi che non solo vogliono evitare nuovi lockdown ma puntano all’apertura serale. Questo è il pensiero di Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti che dice: «Abbiamo avviato un confronto con il Cts che speriamo possa dare buoni frutti a breve termine. La nostra idea è che si possa arrivare all’apertura fino alle 22 e senza limitazioni per l’asporto nel rispetto delle più rigorose regole di sicurezza».
Sicurezza per non perdere i riri - sultati finore ottenuti. «Se non governiamo le riaperture, entro pochi giorni l’intero paese tornerà in zona arancione se non peggio. In questo momento è necessario privilegiare la somministrazione all’interno dei locali, sia ai tavoli tavo li che al bancone, bancone , dove è possibile garantire il rispetto delle misure di distanziamento, sulla base della capienza degli esercizi - spiega Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe Fi pe - Confcomm mercio e r c i o che c h e chiede c h i e d e uniformità u n i f o r m i t à di trattamento tra le diverse categorie -. È necessario contenere la vendita di alcol da asporto che, se non è concessa ai bar, non può essere permessa nemmeno ai mini market e ai supermarket. Altrimenti si finisce per discriminare alcuni settori senza riso risolver el vere il il problema ».
La filiera dell’Ho.re.ca. dopo mesi di blocco quasi totale è in attesa di una robusta ripartenza dopo un 2020 che ha visto il crollo dei consumi. Lo scorso anno il valore degli de gli acquisti di food & beverage, il sell-in effettuati da tutti i canali che compongono il fuori casa, è stato di 16 miliardi miliardi di euro rispetto rispetto ai 26,1 del 2019. Le circa 3.800 Pmi della filiera Ho.re.ca sono inginocchio e la maggiore parte è a conduzione familiare. Invece le realtà realtà più strutturate hanno dichiarato esuberi. È quanto ha fatto, per esem esempio, pio, Partesa, distributore che fa capo ad Heineken e vende birra, bevande, superalcolici e vino operando in tutta Italia, che ha dichiarato 200 esuberi su un totale di 2mila dipendenti.
La crisi accomuna i distributori e Dino Di Marino, dg Italgrob, chiede un pacchetto di ristori per la filiera che serve il mondo della ristorazione e dell’ospitalità. Tra gli aiuti auspicati un contributo a fondo perduto minimo del 15% calcolato sulle perdite di fatturato 2020 rispetto al 2019 includendole aziende con fatturato superiore ai cinque milioni e il credito di imposta sulle perdite relative ai crediti delle merci regolarmente pagate ai fornitori ma vendute ai locali che hanno cch ius oh ius oacausadd ella ella panp andedemia. La federazione propone inoltre la riduzione della Tari pagata dai magazzini di distribuzione che dimostrino lo smaltimento/riciclo dei rifiuti attraverso aziende specializzate. Oggi si paga in funzione della superficie del deposito. Per finire la richiesta del credito di imposta del valore delle merci, scadute a magazzino durante i lockdown, che dispongono della certificazione di distruzione.