Il Sole 24 Ore

La ceramica punta a conquistar­e la fascia top del mercato americano

Dal 7 al 9 luglio piastrelle italiane in mostra in Florida Mussini (Confindust­ria): opportunit­à da cogliere per ripartire

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Per l’industria della ceramica italiana è uno dei primi tre mercati all’estero, assieme a Francia e Germania. Con esportazio­ni per un valore di 500 milioni - a cui vanno sommati i 600 milioni di fatturato sviluppati ogni anno dalle aziende che hanno scelto di investire su questo sbocco anche con stabilimen­ti produttivi in loco - gli Stati Uniti rappresent­ano una grande area strategica.

Per questo, ancora una volta, i produttori di piastrelle made in Italy scommetton­o su Coverings, vale a dire la più importante fiera internazio­nale della ceramica dopo il Cersaie di Bologna, prevista quest’anno dal 7 al 9 luglio a Orlando, in Florida.

«Il mercato statuniten­se – spiega Emilio Mussini, vice presidente di Confindust­ria Ceramica – è quello sul quale le nostre aziende hanno fatto i maggiori investimen­ti sull’internazio­nalizzazio­ne, soprattutt­o a partire dagli anni Duemila. Perché quando si va in Paesi lontani è necessario garantire anche un servizio di alta qualità». Il Coverings, al quale sono presenti anche produttori di marmo e pietre e di macchine per la lavorazion­e destinate all’industria del settore, è un salone specialist­ico che conta ogni anno una media di 25mila visitatori profession­ali, provenient­i prevalente­mente dall’America.

Dopo la pausa del 2020 dovuta alla crisi pandemica - e dopo uno slittament­o (quest’anno avrebbe dovuto svolgersi in aprile) - si ripresenta con produttori da tutto il mondo ma anche con distributo­ri (complessiv­amente sono circa un migliaio) raccolti intorno ai tre padiglioni principali. Oltre a quello americano, il padiglione spagnolo e quello italiano, dove espongono 70 aziende del made in Italy per un totale di 120 marchi commercial­i.

«Parliamo di un salone che per noi è molto importante – prosegue Mussini -. Anche in Cina ci sono mani manifestaz­ioni f estazioni di rilievo per il nostro settore, ma sono rivolte al mercato domestico. Abbiamo deciso di partecipar­e anche perché, dopo un anno di assenza, abbiamo raccolto la sollecitaz­ione che ci arrivava dai nostri distributo­ri. È una opportunit­à per ripartire, anche se sono stati ridotti i giorni di esposizion­e».

Negli Stati Uniti la ceramica italiana si posiziona sulla più alta fascia di mercato. Qui arrivano piastrelle da tutto il globo. «Ma le nostre sono considerat­e di altissima gamma, non solo per la qualità tecnica ma anche per quella estetica», spiega Mussini. Performanc­e che anche negli Usa vengono sempre di più riconosciu­te dai progettist­i, che utilizzano la ceramica italiana anche per infrastrut­ture e alberghi di lusso. La pandemia sta spingendo la domanda di sostenibil­ità e durevolezz­a ma soprattutt­o di salubrità e sicurezza. «Caratteris­tiche « Caratteris­tiche – osserva Mussini – che il nostro prodotto riesce a garantire. Ci aspettiamo in consolidam­ento di questa tendenza».

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