Il Sole 24 Ore

Utile Ferrari oltre le attese: 609 milioni di euro nel 2020

Elkann: « Prenderemo il tempo necessario per individuar­e il nuovo ceo »

- Marigia Mangano

Ferrari chiude il 2020 con un utile netto in calo del 13% a 609 milioni, ma con risultati comunque superiori rispetto alle guidance fornite dal gruppo. Il presidente John Elkann prende tempo sulla scelta del Ceo che sostituirà Louis Camilleri.

Ferrari chiude il 2020 con un utile netto in calo del 13% a 609 milioni, ma con risultati comunque superiori rispetto alle guidance fornite dal gruppo. Tutto questo mentre il presidente John Elkann prende tempo sulla scelta del Ceo che sostituirà Louis Camilleri.

Nel dettaglio Ferrari ha archiviato lo scorso esercizio con consegne in calo del 10% a 9.119 unità, rispetto alle 10.131 del 2019 a causa della sospension­e produttiva per sette settimane dovuta all’emergenza Covid19. I ricavi sono scesi dell’ 8% a 3,46 miliardi di euro, con l’ebitda calato del 10% a 1,143 miliardi e margine al 33%. L’ebit è sceso del 22% a 716 milioni ( 20,7% il margine). L’utile netto è stato così di 609 milioni di euro, in calo del 13% sul 2019, con l’utile netto adjusted pari a 534 milioni di euro, in flessione del 24% rispetto all’anno precedente. L’eps diluito adjusted è stato di 2,88 euro, in calo del 22%. In questo quadro il free cash flow industrial­e resta positivo per 172 milioni di euro. Se l’anno è risultato in calo rispetto al 2019, guardando il solo quarto trimestre i risultati sono stati in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolar­e, le consegne sono salite del 13% a 2.679 unità, i ricavi netti sono aumentati del 15% a 1,069 miliardi di euro e l’utile netto è salito del 58% a 263 milioni con l’utile netto adjusted cresciuto del 13% a 188 milioni. L’ebitda del quarto trimestre è pari a 372 milioni (+ 11%) e l’ebit a 251 milioni (+ 14%). « Risultati eccezional­i » che « dimostrano la forza del nostri modello di business e la nostra resilienza » ha commentato John Elkann, presidente e ceo pro tempore della casa di Maranello, nella conference call con gli analisti finanziari. Del resto i conti 2020 di Ferrari sono risultati superiori alla guidance fornita dal gruppo alla pubblicazi­one dei risultati del terzo trimestre: a Maranello si aspettavan­o ricavi superiori a 3,4 miliardi di euro, un ebitda adjusted di 1,125 miliardi ( 32,5% il margine), un ebit adjusted di 700 milioni ( 20% il margine), un eps diluito adjusted di 2,8 euro e un free cash flow industrial­e di 150 milioni.

Tutto ciò non è comunque bastato a sostenere il titolo a piazza Affari che dopo la pubblicazi­one dei risultati è passato in negativo chiudendo a - 3%. E questo nonostante le nuove previsioni al 2021. Le guidance fornite dal gruppo prevedono, a condizione che l’operativit­à non sia impattata da ulteriori restrizion­i dovute alla pandemia da Covid- 19, a fine anno ricavi netti di circa 4,3 miliardi di euro ( 3,8 miliardi nel 2019 e 3,46 miliardi nel 2020). L’ebitda adjusted è atteso tra 1,45 e 1,5 miliardi di euro ( margine tra il 33,7% e il 34,9%), con l’ebit adjusted stimato tra 0,97 e 1,02 miliardi ( 22,6%- 23,7% il margine), e l’eps diluito adjusted tra 4 e 4,2 euro. Il free cash flow industrial­e, infine, è stimato pari a circa 350 milioni di euro. Target, quelli fissati a Maranello, che rappresent­eranno la sfida del nuovo Ceo che sostituirà Camilleri. Un percorso, quello della individuaz­ione del nuovo capoaziend­a, che sarà accurato per assicurare la scelta migliore: « Impieghere­mo il tempo necessario per individuar­e la figura migliore per guidare questa azienda » , ha chiarito Elkann che ha poi annunciato che Ferrari avrà il suo nuovo Capital markets day « nella prima metà del 2022 » e un modello full electric entro il 2030.

Tornando ai conti 2020, per quanto riguarda le consegne, il calo dovuto allo stop produttivo durante il primo lockdown è stato in parte recuperato nella seconda parte dell’anno. Sulle consegne hanno anche inciso le scelte della società di distribuzi­one a livello geografico in funzione del ritmo di introduzio­ne dei singoli modelli. L’area Emea ha avuto così livelli analoghi a quelli del 2019 (- 2% a 4.818 unità), così come il resto dell’Apac (+ 1% a 1.520 unità), mentre le Americhe hanno segnato un calo del 20% a 2.325 unità e la Cina Continenta­le ( più Hong Kong e Taiwan) una flessione del 45% a 456 unità.

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