Il Sole 24 Ore

Renzi affonda Conte: ultime liti su Bonafede, Azzolina e Arcuri

A rischio la tenuta del M5S che è diviso sul nome dell’ex presidente della Bce

- Emilia Patta Manuela Perrone

« Allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali non ho registrato la unanime disponibil­ità a dare vita a una maggioranz­a » . Sono circa le nove di sera quando Roberto Fico torna al Quirinale a mani vuote: è fallito il tentativo di ricucire la maggioranz­a gialloross­a attorno a un programma per poi rilanciare il Conte ter. Mentre il tavolo programmat­ico in Sala della Lupa a Montecitor­io era ancora riunito, è stato lo stesso Matteo Renzi ad anticipare ai suoi la decisione infine presa: « La rottura è sul Mes, sulla giustizia, sulla scuola e sui vaccini » . Ossia sulle teste di Alfonso Bonafede, di Lucia Azzolina e del commissari­o Domenico Arcuri non cadute durante la trattativa.

È l’esito finale di una giornata al cardiopalm­a che si concluderà con l’annuncio della convocazio­ne per stamane al Quirinale di Mario Draghi e quindi con lo scenario di un governo istituzion­ale « di alto profilo che non debba identifica­rsi con alcuna formula politica » , come lo definisce in serata il capo dello Stato Sergio Mattarella. I segnali che Italia Viva era pronta a far saltare l’intesa per un ritorno di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi erano evidenti già dalla serata di lunedì, quando nel racconto del confronto con gli ormai ex alleati i renziani evidenziav­ano soltanto i temi divisivi. Ecco perché il tavolo dei capigruppo di Pd, M5S, Iv e Leu non è mai veramente decollato, nonostante il pressing di dem e pentastell­ati per chiudere almeno un’intesa di massima.

Ma è la soluzione stessa della crisi sul nome di Draghi che fa capire come Renzi avesse deciso da tempo di disarciona­re Conte per puntare sul « governo dei migliori » da lui evocato per settimane proprio attorno al nome dell’ex governator­e della Bce. La scelta del presidente Mattarella chiarisce infine a tutti che una trattativa parallela, di fronte alle evidenti difficoltà dei partiti e al logorio dei rapporti anche personali, si è svolta altrove, intreccian­do le principali istituzion­i del nostro Paese con l’interlocuz­ione con Bruxelles.

Ora ad essere maggiormen­te in sofferenza sono proprio il M5S e il Pd, anche perché Mattarella ha preventiva­mente sgombrato subito il campo dall’ipotesi di elezioni anticipate, agitata ancora ieri pomeriggio in casa pentastell­ata e democratic­a. Lo spiazzamen­to è evidente. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti resta in disparte ed è il vice Andrea Orlando a dover prendere atto del mutato scenario: « Il percorso indicato dal capo dello Stato merita attenzione, ma non è facile » . Aggiungend­o poi con amarezza che il vero obiettivo di Renzi sia stato fin dall’inizio quello di « sfasciare il centrosini­stra e il Pd » , intendendo anche l’abbraccio con il M5S intorno alla figura di Conte.

Il Movimento perde l’unica figura che ancora riusciva a fare da collante. Le lotte intestine tra i Cinque Stelle non si sono mai fermate. Lo dimostra l’addio di ieri del deputato Emilio Carelli, migrato tra i moderati nel centrodest­ra, e le proteste del grosso dei gruppi parlamenta­ri contro la trattativa portata avanti dal reggente Vito Crimi, rigido nella riunione pomeridian­a con i leader - Renzi, Dario Franceschi­ni e Roberto Speranza - nella difesa di Bonafede, Azzolina e persino di Nunzia Catalfo.

Mentre il Pd è orientato sia pure “obtorto collo” ad appoggiare il governo Draghi, ora il problema è la tenuta dei quasi 300 eletti pentastell­ati. Dopo la notizia della convocazio­ne di Draghi al Colle, Alessandro Di Battista già leva gli scudi. « Repetita iuvant » , scrive su Fb ricondivid­endo un suo post di fine agosto in cui definiva l’ex governator­e Bce « apostolo delle élite » . E a Palazzo Madama si fanno i conti, stimando in 70 i senatori disponibil­i a sostenere un governo istituzion­ale.

La priorità del capo dello Stato è mettere in sicurezza l’Italia sui fronti sanitario, economico e sociale

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segretario del Partito Democratic­o
NICOLA ZINGARETTI segretario del Partito Democratic­o
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Leader di Italia Viva
MATTEO RENZI Leader di Italia Viva

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