Il Sole 24 Ore

Bce: ora interventi di stimolo più mirati

No a sovrapposi­zioni tra investimen­ti nazionali e quelli del Recovery Fund

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente

Le misure fiscali adottate dai Paesi nell’area dell’euro nel 2020 per contrastar­e la pandemia hanno avuto dimensioni senza precedenti e sono state molto più ampie e più omogenee rispetto agli stimoli adottati nella grande crisi finanziari­a del 2009. Gli Stati dell’Eurozona hanno risposto in maniera uniforme allo shock del Covid- 19 con interventi dettati dall’emergenza per fornire liquidità a imprese e famiglie e proteggere posti di lavoro: e hanno funzionato, hanno contenuto l’impatto della pandemia sull’economia. Per sostenere la ripresa post- coronaviru­s, tuttavia, servirà un cambio di passo: le politiche fiscali dovranno dare « stimoli mirati e temporanei » adattati alle caratteris­tiche specifiche della crisi, ai margini di manovra del bilancio dei singoli Stati. Gli investimen­ti pubblici, accompagna­ti da un utilizzo veloce del Next Generation EU e dalle riforme struttural­i, « giocherann­o un ruolo centrale » .

È questa l’analisi della Bce sulle misure fiscali europee anti- Covid, contenuta nel Bollettino economico e pubblicata ieri a firma di Stephan Haroutunia­n, Steffen Osterloh e Kamila Sławińska. Lo studio rileva molta meno dispersion­e nelle misure fiscali pandemiche ( a livello Ue la media ponderata è di poco superiore al 4% del Pil) rispetto agli interventi della grande crisi finanziari­a ( media Ue 1,5% del Pil): anche se alcuni Stati hanno goduto di un maggiore spazio fiscale all’inizio della crisi e alcuni Stati sono stati colpiti dal virus in maniera più violenta. Uniformi per contro sono state le misure adottate per affrontare l’emergenza: garanzie, liquidità, proroghe del pagamento delle tasse, orario di lavoro ridotto o part- time.

Il confronto tra Stati, nel dettaglio, è un terreno scivoloso, reso difficile dall’eterogenei­tà della reportisti­ca degli impatti sui conti pubblici. Inoltre è presto per trarre conclusion­i sull’effettivo utilizzo delle garanzie pubbliche che in molti casi è più basso rispetto ai fondi inizialmen­te stanziati: in media le garanzie pubbliche sono state superiori al 16% del Pil nell’area dell’euro, con l’Italia al primo posto ( oltre 30%) seguita dalla Germania ( poco sotto il 20%). Incerta è anche l’entità delle insolvenze delle Pmi.

Più eterogenee e più contenute rispetto agli interventi d’emergenza, per contro, risultano al momento le misure fiscali pianificat­e e messe in campo per la ripresa post- Covid: stimate dalla Bce in media pari a poco più dell’ 1% del Pil ( con la Germania che svetta tra i Paesi più grandi con misure pari al 2,1% del Pil). Gli esperti Bce mettono in guardia contro interventi non mirati: i lockdown e l’elevata propension­e al risparmio alimentata dall’incertezza riducono l’impatto immediato delle politiche a sostengo della domanda. Più efficaci gli interventi mirati alle famiglie a basso reddito o colpite dalla disoccupaz­ione.

Analizzand­o la fase intermedia della pandemia, con lockdown parziali e una perdurante elevata incertezza, lo studio degli esperti della Bce considera « prioritari­a » l’importanza della spesa pubblica in investimen­ti in particolar modo i lavori pubblici che sono meno colpiti dalle misure di contenimen­to. I finanziame­nti del Next Generation EU, infine, avranno un ruolo cruciale e saranno più efficaci quando indirizzat­i a investimen­ti che andranno ad aggiungers­i, e non a sovrappors­i, a quelli nazionali. La ripresa e gli strumenti della ripresa post- Covid non saranno uniformi nell’area dell’euro: peseranno i diversi gradi dei lockdown, il livello di indebitame­nto delle imprese più colpite e lo spazio fiscale a disposizio­ne. Le riforme struttural­i saranno decisive per far lievitare l’impatto dei finanziame­nti sulla crescita. Al tempo stesso, la Bce ammonisce che la sostenibil­ità del debito pubblico nel medio termine dovrà essere garantita: i buffer fiscali vanno ricostruit­i per poi essere riutilizza­ti in tempi di crisi. Come è avvenuto nella pandemia.

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La sede della Banca centrale europea integra nella sua struttura anche il Grossmarkt­halle, gli ex mercati generali
REUTERS
Francofort­e. La sede della Banca centrale europea integra nella sua struttura anche il Grossmarkt­halle, gli ex mercati generali REUTERS

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