Non solo boom da Bitcoin: ora Ethereum sbarca sul Cme
Tra domenica e lunedì sarà quotato il primo future regolamentato sulla valuta
Mancano poche ore allo sbarco di Ethereum nella finanza dei grandi, ovvero al Chicago mercantile exchange, il mercato delle materie prime più importante al momento. Nella notte tra domenica e lunedì sarà quotato il primo future regolamentato su Ethereum, la seconda criptovaluta per capitalizzazione (ieri ha sfiorato i 200 miliardi di dollari) dopo il Bitcoin (che capitalizza 700 miliardi).
È la seconda “promozione” che di fatto Wall Street assegna all’universo cripto dopo il future sul Bitcoin quotato a dicembre 2017. Una promozione che arriva, tra l’altro e forse non a caso, nel momento in cui Ethereum sta letteralmente decollando. Da inizio anno ha messo a segno un rialzo del 130%. Dallo scorso autunno, da quando è difatti partito il rally, ha più che quadruplicato il proprio valore. Ieri ha toccato il massimo di tutti i tempi in area 1.760 dollari.
C’è chi pensa, appunto, che non sia una coincidenza e che l’esperienza del passato - ovvero la quotazione del future del Bitcoin - dovrebbe invitare alla cautela. Il Bitcoin infatti toccò il precedente massimo storico il 17 dicembre 2017, esattamente il giorno dello sbarco del suo future al mercato di Chicago. Dopodiché il trend rialzista si sgonfiò e, anzi, nel 2018 subì un pesante ridimensionamento scivolando dai quasi 20mila dollari di picco fino a 3mila dollari.
C’è il rischio di un “sell on news” anche per Ethereum? «Difficile dirlo ma è evidente che qualche analogia con il passato ci può essere - spiega Federico Izzi, trader professionista specializzato in criptovalute -. Ma va detto che il mercato delle criptovalute di oggi è molto diverso rispetto a quello di tre anni fa. È molto più robusto rispetto a quello del 2017-2018 anche grazie alla forte e crescente presenza di investitori istituzionali. Inoltre da inizio anno stiamo assistendo a una crescita esponenziale dei volumi sulle piattaforme di finanza decentralizzata, il campo in cui Ethereum è assoluto protagonista dato che il 90% dei protocolli della finanza decentralizzata gira su rete Ethereum che è quindi diventata l’infrastruttura per questo nuovo mondo».
Va detto che un mercato future su Ethereum già esiste. Ma gira al momento su piattaforme non regolamentate. Anche su questo versante recentemente si sta registrando una sorta di effervescenza. Sulle cinque piattaforme più utilizzate, dove viene scambiato un controvalore superiore al mezzo miliardo di dollari al giorno, ieri il volume aggregato ha toccato per la prima volta 6 miliardi di dollari.
Tanto per avere un metro di paragone con il benchmark di riferimento, ovvero il Bitcoin, nella stessa giornata il volume aggregato su Bitcoin, compresi i 2 miliardi scambiati sul mercato regolamento Cme, nelle ultime 24 ore si è attestato a 12 miliardi. Il doppio di Ethereum. Se però si considera che la capitalizzazione di Ethereum è tre volte inferiore a quella del Bitcoin si deduce che Ethereum stia in questa fase vivendo un momentum unico.
«Ethereum sta a sua volta beneficendo del grande exploit che stanno registrando le piattaforme di finanza decentralizzata - prosegue Izzi -. Anche qui qualche numero può aiutare a capire il fenomeno. Da inizio anno il valore immobilizzato sui protocolli e progetti della finanza decentralizzata è più che raddoppiato passando da 15 a 33 miliardi di dollari. Allo stesso tempo i dex, ovvero gli exchange decentralizzati per il trading, sono passati dai 23 miliardi di dollari di scambi totali di settembre 2020 ai 63 miliardi di gennaio. In pochi mesi sono più che triplicati. In forte crescita anche le piattaforme che consentono prestiti tra privati. Anche perché consentono, a fronte di un collaterale in Ethereum e/o Bitcoin oppure altre crypto minori, di ricevere in pochi secondi un prestito pari al 70% del capitale utilizzato come collaterale. Una proporzione che al momento non ha eguali nella finanza centralizzata».
Ethereum può essere considerata ancora un’alternative coin? «Sì. La sua funzione resta quella di garantire l’esecuzione di contratti finanziari attraverso la tecnologia smar-contract - conclude Izzi -. Ma va detto che al tempo stesso sta assumendo la funzionalità di moneta di pagamento digitale come è oggi il Bitcoin e questo potrebbe farle fare un ulteriore salto. Anche se l’invito alla calma resta prioritario considerato che ci troviamo comunque in una fase di pericolosa euforia nel breve periodo».