Draghi prepara la squadra Domani e martedì nuovo round di consultazioni
Arriva il via libera anche di Lega e M5S a sostegno dell’Esecutivo: fuori solo Fdi
Si è chiuso con il sì di Lega e Movimento 5 Stelle il primo giro di consultazioni del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, per la formazione del nuovo governo che dunque dovrebbe poter contare su una maggioranza molto ampia. Al momento, infatti, solo Fratelli d’Italia non ha dato il proprio sostegno all’ex presidente della Bce che domani e martedì terrà un secondo round che coinvolgerà anche le parti sociali. Draghi ha evitato qualsiasi anticipazione sulla squadra dei ministri, sarà un mix di tecnici e di politici ma non sarà oggetto di trattativa.
Anche Matteo Salvini e Beppe Grillo dicono sì a Mario Draghi. Per il via libera definitivo bisognerà attendere fino a martedì sera, quando terminerà il secondo giro di consultazioni. Ma a oggi tutti i partiti, tranne Fratelli d’Italia, hanno offerto al premier incaricato la disponibilità a sostenere il suo Governo. Si chiude così questo primo round, con la prospettiva di una maggioranza ampia, quasi inimmaginabile solo la settimana scorsa. La Lega ha rotto gli indugi e come Forza Italia ha deciso di abbandonare l’opposizione. Il Movimento 5 Stelle è dilaniato al suo interno ma a questo punto pare scontato il sì anche a prezzo di qualche defezione. Anche nel Pd si avverte qualche scricchiolio, per la convivenza con Salvini nella stessa maggioranza, ma l’appoggio non è mai stato in discussione, tutt’al più i big potrebbero tirarsi indietro su una loro eventuale partecipazione diretta nella squadra di Governo. Sulla quale comunque nessuno al momento è in grado di fare previsioni.
Mario Draghi si muove nel solco indicato dal Capo dello Stato: un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Che quindi il perimetro vada oltre la maggioranza Ursula, ovvero con un allargamento limitato a Forza Italia, come avrebbe preferito il segretario dem Nicola Zingaretti, non può essere un elemento di discussione. Così come la composizione della squadra di Governo. Sarà compito di Draghi comporla . Da parte sua ha evitato qualunque anticipazione anche sul tipo di compagine (tecnica o meno). Lo farà presumibilmente nel round che si avvierà domani pomeriggio. L’ipotesi che resta prevalente è quella di un mix tra tecnici e politici. I nomi comunque non saranno oggetto di confronto. Il premier incaricato si è assunto la responsabilità della «sintesi» e seguirà il dettato costituzionale consegnando la lista solo nelle mani del Capo dello Stato. In ogni caso, Draghi in questi giorni ha parlato esplicitamente a più interlocutori di puntare sulla «competenza» rispetto agli incarichi da coprire. Un’espressione che potrebbe anche portare come diretta conseguenza ad alcune riconferme, a partire dal ministro uscente della Salute Roberto Speranza, che però deve fare i conti con i dubbi del suo partito, Leu, a restare in una maggioranza con Salvini. Nei colloqui l’ex presidente della Bce è stato ben attento a non fornire indizi ai suoi ospiti. Ha parlato soprattutto di obiettivi. E e il primo fra tutti è quello di ricostruire la «fiducia» nel Paese depresso dal Covid e dalla crisi sociale ed economica. Per farlo, ha ripetuto, bisogna puntare anzitutto su «lavoro e impresa» ma anche su «scuola e cultura». In che modo e con quale tipo di interventi lo spiegherà nel secondo giro di consultazioni che si concluderà dopodomani e nel quale manifesterà i punti salienti del suo programma di Governo.Concetti che saranno ribaditi anche negli incontri con le parti sociali che, presumibilmente, si terranno dopo la fine delle consultazioni con i partiti e la salita al Colle per sciogliere la riserva.
Il confronto conclusosi ieri gli è stato utile per consentire ai partiti di elaborare la loro decisione e far decantare le asprezze provocate dalla crisi del Conte II. Ma anche per capire non solo le priorità programmatiche delle singole forze politiche ma i loro dubbi/timori. Salvini ha ripetuto anche in privato che non pone veti su nessuno e ha detto di essere pronto a «mettersi a disposizione». Anche sul programma è stato molto aperto (l’unica condizione irremovibile è il non aumento delle tasse) e infatti l’incontro si è risolto in poco più di una trentina di minuti.Il numero uno del Carroccio ha deciso di dare ascolto a chi gli chiedeva di non restare fuori dalla partita sul Recovery, ha confermato la sua fede «atlantista» e ha abbandonato i toni sprezzanti del passato sull’Europa: «Noi siamo in Europa e vogliamo far parte di un governo che difenda a Bruxelles a testa alta anche gli interessi dell’Italia». Parole che hanno suscitato la reazione ironica del vicesegretario del Pd Andrea Orlando:«Primo effetto Draghi. Salvini europeista in 24h».
Decisamente più complesso l’incontro successivo tra il premier incaricato e la delegazione del M5s guidata da Grillo, che era reduce da una tesa assemblea con i direttivi dei gruppi parlamentari a cui ha partecipato anche Giuseppe Conte. Le quotazioni di una possibile presenza dell’ex premier nella nuova compagine governativa sono in ribasso. E non è da escludere che questo possa avere ricadute sulla tenuta dei gruppi parlamentari, in particolare al Senato. Grillo al termine della consultazione ha lasciato al reggente Vito Crimi il compito di confermare la disponibilità del Movimento al nascente Governo. Ma solo martedì sera sapremo, per dirla con il fondatore M5s, se «le fragole sono mature».
Il premier incaricato farà «sintesi» senza estenuanti mediazioni né sulla squadra, né sul programma