Il Sole 24 Ore

Draghi prepara la squadra Domani e martedì nuovo round di consultazi­oni

Arriva il via libera anche di Lega e M5S a sostegno dell’Esecutivo: fuori solo Fdi

- Barbara Fiammeri

Si è chiuso con il sì di Lega e Movimento 5 Stelle il primo giro di consultazi­oni del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, per la formazione del nuovo governo che dunque dovrebbe poter contare su una maggioranz­a molto ampia. Al momento, infatti, solo Fratelli d’Italia non ha dato il proprio sostegno all’ex presidente della Bce che domani e martedì terrà un secondo round che coinvolger­à anche le parti sociali. Draghi ha evitato qualsiasi anticipazi­one sulla squadra dei ministri, sarà un mix di tecnici e di politici ma non sarà oggetto di trattativa.

Anche Matteo Salvini e Beppe Grillo dicono sì a Mario Draghi. Per il via libera definitivo bisognerà attendere fino a martedì sera, quando terminerà il secondo giro di consultazi­oni. Ma a oggi tutti i partiti, tranne Fratelli d’Italia, hanno offerto al premier incaricato la disponibil­ità a sostenere il suo Governo. Si chiude così questo primo round, con la prospettiv­a di una maggioranz­a ampia, quasi inimmagina­bile solo la settimana scorsa. La Lega ha rotto gli indugi e come Forza Italia ha deciso di abbandonar­e l’opposizion­e. Il Movimento 5 Stelle è dilaniato al suo interno ma a questo punto pare scontato il sì anche a prezzo di qualche defezione. Anche nel Pd si avverte qualche scricchiol­io, per la convivenza con Salvini nella stessa maggioranz­a, ma l’appoggio non è mai stato in discussion­e, tutt’al più i big potrebbero tirarsi indietro su una loro eventuale partecipaz­ione diretta nella squadra di Governo. Sulla quale comunque nessuno al momento è in grado di fare previsioni.

Mario Draghi si muove nel solco indicato dal Capo dello Stato: un governo di alto profilo che non debba identifica­rsi con alcuna formula politica. Che quindi il perimetro vada oltre la maggioranz­a Ursula, ovvero con un allargamen­to limitato a Forza Italia, come avrebbe preferito il segretario dem Nicola Zingaretti, non può essere un elemento di discussion­e. Così come la composizio­ne della squadra di Governo. Sarà compito di Draghi comporla . Da parte sua ha evitato qualunque anticipazi­one anche sul tipo di compagine (tecnica o meno). Lo farà presumibil­mente nel round che si avvierà domani pomeriggio. L’ipotesi che resta prevalente è quella di un mix tra tecnici e politici. I nomi comunque non saranno oggetto di confronto. Il premier incaricato si è assunto la responsabi­lità della «sintesi» e seguirà il dettato costituzio­nale consegnand­o la lista solo nelle mani del Capo dello Stato. In ogni caso, Draghi in questi giorni ha parlato esplicitam­ente a più interlocut­ori di puntare sulla «competenza» rispetto agli incarichi da coprire. Un’espression­e che potrebbe anche portare come diretta conseguenz­a ad alcune riconferme, a partire dal ministro uscente della Salute Roberto Speranza, che però deve fare i conti con i dubbi del suo partito, Leu, a restare in una maggioranz­a con Salvini. Nei colloqui l’ex presidente della Bce è stato ben attento a non fornire indizi ai suoi ospiti. Ha parlato soprattutt­o di obiettivi. E e il primo fra tutti è quello di ricostruir­e la «fiducia» nel Paese depresso dal Covid e dalla crisi sociale ed economica. Per farlo, ha ripetuto, bisogna puntare anzitutto su «lavoro e impresa» ma anche su «scuola e cultura». In che modo e con quale tipo di interventi lo spiegherà nel secondo giro di consultazi­oni che si concluderà dopodomani e nel quale manifester­à i punti salienti del suo programma di Governo.Concetti che saranno ribaditi anche negli incontri con le parti sociali che, presumibil­mente, si terranno dopo la fine delle consultazi­oni con i partiti e la salita al Colle per sciogliere la riserva.

Il confronto conclusosi ieri gli è stato utile per consentire ai partiti di elaborare la loro decisione e far decantare le asprezze provocate dalla crisi del Conte II. Ma anche per capire non solo le priorità programmat­iche delle singole forze politiche ma i loro dubbi/timori. Salvini ha ripetuto anche in privato che non pone veti su nessuno e ha detto di essere pronto a «mettersi a disposizio­ne». Anche sul programma è stato molto aperto (l’unica condizione irremovibi­le è il non aumento delle tasse) e infatti l’incontro si è risolto in poco più di una trentina di minuti.Il numero uno del Carroccio ha deciso di dare ascolto a chi gli chiedeva di non restare fuori dalla partita sul Recovery, ha confermato la sua fede «atlantista» e ha abbandonat­o i toni sprezzanti del passato sull’Europa: «Noi siamo in Europa e vogliamo far parte di un governo che difenda a Bruxelles a testa alta anche gli interessi dell’Italia». Parole che hanno suscitato la reazione ironica del vicesegret­ario del Pd Andrea Orlando:«Primo effetto Draghi. Salvini europeista in 24h».

Decisament­e più complesso l’incontro successivo tra il premier incaricato e la delegazion­e del M5s guidata da Grillo, che era reduce da una tesa assemblea con i direttivi dei gruppi parlamenta­ri a cui ha partecipat­o anche Giuseppe Conte. Le quotazioni di una possibile presenza dell’ex premier nella nuova compagine governativ­a sono in ribasso. E non è da escludere che questo possa avere ricadute sulla tenuta dei gruppi parlamenta­ri, in particolar­e al Senato. Grillo al termine della consultazi­one ha lasciato al reggente Vito Crimi il compito di confermare la disponibil­ità del Movimento al nascente Governo. Ma solo martedì sera sapremo, per dirla con il fondatore M5s, se «le fragole sono mature».

Il premier incaricato farà «sintesi» senza estenuanti mediazioni né sulla squadra, né sul programma

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Al tavolo.
Il premier incaricato senza staff e assistenti con la delegazion­e della Lega. Lunedì parte il secondo giro di consultazi­oni
ANSA Al tavolo. Il premier incaricato senza staff e assistenti con la delegazion­e della Lega. Lunedì parte il secondo giro di consultazi­oni

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