Mangimi, un tavolo di filiera per contrastare i rincari
Assalzoo: ora interventi strutturali per aumentare la produzione nazionale I produttori non sono più in grado di assorbire il caro materie prime
Un tavolo di filiera per affrontare insieme a tutti gli stakeholder il nodo dei continui aumenti delle materie prime usate per i mangimi e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Questa la richiesta che avanza Marcello Veronesi, presidente Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, comparto entrato in profonda sofferenza a causa dei continui rincari delle quotazioni delle materie prime. «Nell’arco degli ultimi tre mesi il prezzo del mais ha fatto registrare un incremento vicino al 30%, il grano tenero foraggero del 25% e la crusca che è un derivato della macinazione del grano, sfiora il +70%» rimarca Veronesi.
Quotazioni impazzite che fanno squillare campanelli d’allarme a causa della forte dipendenza dall’estero. Dalle piazze mondiali per di più non arrivano segnali positivi. «Le politiche interne dei principali produttori mondiali sono volte a ridurre l’offerta e ad aumentare le proprie scorte interne – continua il presidente Assalzoo - sia per il forte aumento della domanda proveniente dalla Cina e altri paesi che nelle ultime settimane hanno incrementato fortemente la domanda di cereali e sia per soddisfare le esigenze produttive interne o per ripristinare le scorte strategiche».
Una difficile fase congiunturale le
«Le previsioni non sono per una riduzione a breve dei costi delle materie prime e pesa l’incertezza portata dalla pandemia» continua il presidente. Inoltre molti paesi produttori aumentano le scorte riducendo le esportazioni. A questo si deve aggiungere il forte incremento della domanda cinese che sta dragando materie prime sul mercato mondiale per soddisfare le esigenze dei propri allevamenti, soprattutto di suini, dopo che l’epidemia di peste suina dello scorso anno ne aveva decimato i capi allevati mentre ora le stalle si stanno ripopolando in modo massiccio.
«Per queste ragioni stiamo chiedendo un tavolo di filiera per affrontare la questione insieme agli altri attori - continua Veronesi -. Chiediamo un aumento della produzione italiana di materie prime agricole per evitare una dipendenza dall’estero così eccessiva che ci espone in modo pericoloso agli umori del mercato mondiale». In chiave di rilancio un ruolo chiave lo potrebbe avere il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), una leva eccezionale per mettere in atto le riforme e gli interventi strutturali per recuperare produttività e competitività in chiave sostenibile. «Nel perimetro del piano il settore agro-zootecnicoalimentare deve ritrovare centralità perché da esso dipendono i bisogni primari del nostro Paese e la stessa tenuta socio-economica e ambientale dei nostri territori recuperati alla massima produttività - conclude il presidente -. Occorrono misure e strumenti mirati e specifici per favorire ricerca e sviluppo e per garantire l’adozione di tecnologie innovative e la digitalizzazione del settore con l’obiettivo di accrescere la sostenibilità e la competitività delle produzioni italiane, allo scopo di aumentarne la capacità produttiva e tendere all’autosufficienza alimentare».