Diesel italiano, il meno caro senza accise
Tolti i disincentivi fiscali i carburanti in Italia costano meno della media europea
Un motivo in più per imprecare mentre si fa rifornimento: tolte le tasse, in Italia benzina e gasolio non sono i più cari d’Europa; al contrario, il prezzo netto italiano è più basso della media europea. Aggiunte le tasse (accisa e Iva) più disincentivanti d’Europa, i carburanti diventano i più penalizzati con un peso fiscale del 64,1% sul gasolio e del 67,7% sulla benzina.
Alla rilevazione dei prezzi del 25 gennaio l’Unem (l’associazione delle compagnie) aveva calcolato che il divario fra l’Italia e la media europea era di circa 3 centesimi al litro.
Cioè (via i disincentivi fiscali) il gasolio italiano costa 3,7 centesimi al litro in meno rispetto alla media europea, la benzina 2,7 centesimi in meno.
Ma se sommiamo le penalizzazioni fiscali, il divario cambia segno. Alla rilevazione di una decina di giorni fa la benzina italiana diventa più salata di 10,2 centesimi al litro rispetto a quella europea; il gasolio addirittura 12,5 centesimi in più.
Primi e ultimi
Senza disincentivi fiscali, alla rilevazione di fine gennaio il prezzo industriale del gasolio più salato è quello svedese, 72,6 centesimi al litro, e il meno caro è quello sloveno, 43,4 centesimi. Quello italiano a 48,1 cent è più conveniente rispetto alla media europea di 52 centesimi.
Ora, il peso del disincentivo fiscale, formato da accisa e Iva.
In Europa la penalizzazione media del fisco sui carburanti è del 63,9% sulla benzina e del 58% sul gasolio. In Italia è addirittura 67,7 (benzina) e 64,1% (diesel). Il fisco meno disincentivante è in Romania (53,1% benzina) e Lussemburgo (47,7% diesel).
Rincari in corso
In questi giorni i prezzi dei carburanti sono saliti un poco, in media 1,48 euro al litro per la benzina e 1,36 euro per il gasolio.
«Un rialzo, in meno di 3 mesi, del 7,5% per la benzina e dell'8,4% per il gasolio. In valore assoluto si tratta di 10,3 cent al litro per la benzina e 10,5 cent al litro per il gasolio», protesta Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.