Edilizia, 9 imprese su 10 sotto quota 500mila euro
Edilizia, l’Osservatorio Ance rileva la destrutturazione del settore: 9 aziende su 10 fatturano meno di 500mila euro, e il 96% ha meno di 10 addetti. Nel 2020 investimenti in calo del 10,1%, la previsione per il 2021 indica una ripresa dell’8,8% nella scia di infrastrutture e 110%.
Fatturati in caduta. L’Osservatorio Ance rileva la destrutturazione del settore Leggera ripresa dei finanziamenti per effetto del Covid dopo il taglio del 70% Le previsioni. Nel 2020 -10,1%, per il 2021 ripresa al +8,6% trainata da opere pubbliche e Superbonus. Buia: a Draghi chiedo di sbloccare subito i cantieri
Di fronte a un settore sempre più destrutturato - in cui nove imprese su dieci fatturano ormai meno di 500mila euro e il 96% ha meno di dieci addetti - e a un Recovery Plan finora povero di riforme e seriamente a rischio di attuazione in assenza di pesanti semplificazioni, per l’Ance la speranza si chiama Mario Draghi.
«La prima cosa che chiederei al presidente Draghi è di aprire immediatamente i cantieri bloccati da anni», dice il presidente dei costruttori, Gabriele Buia. «Parlo di quei cantieri - aggiunge - dove ci sono le offerte presentate ma non aggiudicate per miliardi di euro». L’altra richiesta sono, appunto, le semplificazioni. «Occorre mettere in atto quelle semplificazioni necessarie per l’utilizzo della spesa, di tutte quelle problematiche che bloccano ancora le procedure».
Buia è intervenuto alla presentazione dell’Osservatorio congiunturale Ance che per il 2020 ha registrato una riduzione degli investimenti del 10,1%, con una perdita in tutti i comparti (si veda la tabella pubblicata in pagina) e il congelamento della ripresa di fine 2019 (+2,2%).
La previsione che il centro studi dell’associazione, guidato da Flavio Monosilio, fa per il 2021 è di un rimbalzo dell’8,6%, quindi insufficiente a recuperare per intero l’effetto Covid, ma capace di portare 2 punti di aumento del Pil nazionale. A trainare questa ripresa sarebbero le opere pubbliche (+7,7%) e la riqualificazione degli edifici (+14%) che sconta in positivo l’effetto del Superbonus, quantificato in investimenti aggiuntivi complessivi per 6 miliardi. L’Ance chiede di prorogare la misura al 2026, raccordandola all’orizzonte del Recovery Plan.
E a proposito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Monosilio ha precisato che «le previsioni 2021 finora elaborate non possono tener conto delle risorse del Recovery Fund. Il loro effettivo utilizzo - ha detto - è molto incerto perché legato alla capacità di mettere in campo misure di semplificazione e accelerazione. In particolare l’attuale Pnrr non modifica regole e procedure che da sempre ostacolano la realizzazione degli investimenti pubblici». Tra le criticità segnalate «la frammentazione dei programmi di spesa (le risorse sono suddivise in 43 titoli), l’assenza di progetti e la mancanza di una strategia unitaria».
Un altro capitolo spinoso dell’Osservatorio riguarda i finanziamenti al settore che in dieci anni, dal 2007 al 2017, sono stati tagliati del 70%, «in maniera più accentuata nel comparto residenziale».
Da allora si alternano dati di segno diverso. «Nel 2019 - dice l’Osservatorio - i dati non hanno confermato la ripresa del mercato, con erogazioni di nuovo in diminuzione rispetto all’anno precedente del 3,4%. Nei primi nove mesi del 2020, si è registrata una variazione positiva, +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, sebbene una quota importante sia rappresentata da surroghe e sostituzioni di mutui spinte dai bassi tassi d'interesse registrati negli ultimi mesi».
Buia è tornato ancora sul Recovery,
dicendo di preferire «una cabina di regia che gestisca e renda rapide le procedure piuttosto che unificare tutto in un superministero che sarebbe un’impresa titanica, poco attuabile». E con riferimento al governo che si va formando: «Penso che il presidente Draghi, una volta consolidato lo sforzo della creazione del governo, possa veramente centrare quegli obiettivi di cambiamento sostanziale, per vincere quelle sfide che sono all’ordine del giorno e che ci devono far progredire. Cambiamenti strutturali che l’Europa ci chiede. Coglierò l’occasione - ha concluso Buia - appena potrò incontrare il presidente Draghi, di sottolineargli quanto deve essere coraggioso, perché il 2026 è un lasso temporale per il pianeta Italia molto corto».
L’effettivo utilizzo delle risorse del Recovery è legato all’adozione di misure di semplificazione e accelerazione