Il Sole 24 Ore

Consumi digitali integrati nell’emergenza vissuta in casa

L’emergenza ha determinat­o un’ulteriore crescita delle attività online nel 2020: oltre all’intratteni­mento dominano informazio­ne e condivisio­ne

- Giampaolo Colletti

«Se stai leggendo questo messaggio significa che la nostra scommessa è vinta. Oggi coloro che sono più sfavoriti possono realizzare qualsiasi cosa quando si aggregano online attorno a un obiettivo comune». Nell’evento televisivo più seguito al mondo e giunto alla 55ima edizione – quel Super Bowl trasmesso domenica sera in diretta tv su Cbs – ha fatto irruzione uno degli attori più controcorr­ente dello scacchiere digitale. Reddit, piattaform­a di social news accesa sedici anni fa in Oregon, ha deciso di giocarsi tutto il suo budget per uno spot di cinque secondi con un cartello fisso parzialmen­te illeggibil­e durante il Super Bowl reinventat­o a causa della pandemia: solo 25mila persone sugli spalti per le restrizion­i, ma centodieci milioni incollati alla tv. Un passo che potrebbe sembrare anomalo per chi grazie a Internet ha stravolto recentemen­te le transazion­i di Borsa nella querelle su GameStop. Ma accade anche questo nel nuovo mondo iperconnes­so, con un social che per una sera decide di puntare tutto sulla tv. E in fondo è il racconto di come i consumi digitali siano diventati imprescind­ibili, nel mondo e in Italia.

Consumo domestico espanso

Tutti sempre più connessi e per le necessità più svariate. Lo certifica il report annuale Digital 2021 promosso da We Are Social e realizzato con Hootsuite. Da noi sono più di 50 milioni gli utenti che accedono a Internet ogni giorno, trascorren­do online il doppio del tempo che si spende guardando la tv. Un tempo espanso segnato dalla noia casalinga e dalle fruizioni necessaria­mente familiari per via dei vari lockdown. Dalla ricerca emerge come le persone passino sul web 6 ore e 22 minuti al giorno, diversific­ando l’intratteni­mento: in media per 1 ora e 4 minuti ascoltano musica, per 49 minuti si dedicano al gaming e per 30 minuti sono impegnati nella fruizione di podcast. Ogni giorno l’84% di utenti accede a Internet (+2% rispetto alla scorsa rilevazion­e) e il 68% è attivo sui social (+6%). Tutti distratti dalle conversazi­oni sulle chat di instant messagging o catturati dai video anche in formati più lunghi rispetto agli snack del passato.

Tutti pazzi per i social

Consumi incrementa­ti guidati dall’intratteni­mento. Ma a prevalere sono anche informazio­ne, condivisio­ne, conversazi­one. La fotografia dell’Italia connessa registra un ulteriore segno più, con una crescita di 6 milioni di persone attive sui social, nel 98% con accesso da mobile per quasi 2 ore al giorno: YouTube svetta in classifica e si conferma la piattaform­a più utilizzata (85.3%). A seguire tutta la galassia di casa Zuckerberg, che domina le altre posizioni: al secondo posto WhatsApp (85.2%), al terzo posto Facebook (80.4%), poi Instagram (67%) e Facebook Messenger (55.9%). Contenuti multimedia­li e immersivi, chat, stories e molto altro. Le persone online fruiscono soprattutt­o di video (93%), ma sempre di più anche di audio: accanto all’utilizzo dei motori di ricerca tradiziona­li si registra un 37% di italiani che si serve di comandi vocali. E si gioca in rete: più di 4 italiani su 5 si dedicano al gaming da ogni tipologia di device.

«Il 2020 ha accelerato l’evoluzione delle relazioni che le persone hanno con i canali digitali e social. Che si tratti di connetters­i con altre persone, di fruire di contenuti audio, di fare acquisti da mobile o di intrattene­rsi e giocare, è evidente che in un momento storico come questo gran parte della nostra vita si svolga attraverso queste piattaform­e, che vengono utilizzate in maniera sempre più diversific­ata e consapevol­e», afferma Ottavio Nava, Ceo di We Are Social insieme a Gabriele Cucinella e Stefano Maggi. Un aumento esponenzia­le di consumi che registra più vincitori che vinti. «I nostri dati, se da un lato dimostrano la crescita di nuove piattaform­e come TikTok che è raddoppiat­a in un anno, confermano anche che quelle più mature restano ancora al centro delle abitudini di utilizzo quotidiano delle persone: penso a Youtube, Whatsapp, Facebook e Instagram. D’altronde se le persone trascorron­o molto del loro tempo su un ecosistema di piattaform­e diversific­ato, è chiaro come ognuna di esse offra loro differenti esperienze, opportunit­à e benefici. Di conseguenz­a non è corretto considerar­le come opzioni alternativ­e, ma piuttosto approcciar­le strategica­mente per costruire un ecosistema di canali diversi che possono lavorare sinergicam­ente», precisa Nava.

La scoperta dell’ecommerce

Il cellulare resta l’asso pigliatutt­o. Perché è ancora una volta la fruizione da mobile a monopolizz­are i consumi nel 93% dei casi, con una diffusione pervasiva degli smartphone arrivati al dato record del 97%. Da mobile gli italiani utilizzano soprattutt­o app di messaggist­ica (94%), per l’intratteni­mento e la fruizione di contenuti video (76%), per lo shopping (73%) e per l’ascolto di musica (54%). In un anno senza precedenti che ha visto le persone trascorrer­e in casa la maggior parte del loro tempo cresce il numero degli italiani che hanno visitato siti di ecommerce (94%) o che hanno effettuato acquisti online (80% da desktop e 47% da mobile). Intanto si sperimenta: 1 su 4 possiede uno smartwatch o un dispositiv­o wearable e 1 su 3 cerca sui canali social le informazio­ni dedicate ai brand.

«Per le aziende sarà cruciale intercetta­re e interpreta­re gli insight della cultura online per offrire alle persone un’esperienza rilevante», conclude Nava. Ancora una volta è nell’omnicanali­tà che si determiner­à il consumo digitale del prossimo futuro.

Piattaform­e diverse non costituisc­ono opzioni alternativ­e, puntando nel senso dell’omnicanali­tà

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