Consumi digitali integrati nell’emergenza vissuta in casa
L’emergenza ha determinato un’ulteriore crescita delle attività online nel 2020: oltre all’intrattenimento dominano informazione e condivisione
«Se stai leggendo questo messaggio significa che la nostra scommessa è vinta. Oggi coloro che sono più sfavoriti possono realizzare qualsiasi cosa quando si aggregano online attorno a un obiettivo comune». Nell’evento televisivo più seguito al mondo e giunto alla 55ima edizione – quel Super Bowl trasmesso domenica sera in diretta tv su Cbs – ha fatto irruzione uno degli attori più controcorrente dello scacchiere digitale. Reddit, piattaforma di social news accesa sedici anni fa in Oregon, ha deciso di giocarsi tutto il suo budget per uno spot di cinque secondi con un cartello fisso parzialmente illeggibile durante il Super Bowl reinventato a causa della pandemia: solo 25mila persone sugli spalti per le restrizioni, ma centodieci milioni incollati alla tv. Un passo che potrebbe sembrare anomalo per chi grazie a Internet ha stravolto recentemente le transazioni di Borsa nella querelle su GameStop. Ma accade anche questo nel nuovo mondo iperconnesso, con un social che per una sera decide di puntare tutto sulla tv. E in fondo è il racconto di come i consumi digitali siano diventati imprescindibili, nel mondo e in Italia.
Consumo domestico espanso
Tutti sempre più connessi e per le necessità più svariate. Lo certifica il report annuale Digital 2021 promosso da We Are Social e realizzato con Hootsuite. Da noi sono più di 50 milioni gli utenti che accedono a Internet ogni giorno, trascorrendo online il doppio del tempo che si spende guardando la tv. Un tempo espanso segnato dalla noia casalinga e dalle fruizioni necessariamente familiari per via dei vari lockdown. Dalla ricerca emerge come le persone passino sul web 6 ore e 22 minuti al giorno, diversificando l’intrattenimento: in media per 1 ora e 4 minuti ascoltano musica, per 49 minuti si dedicano al gaming e per 30 minuti sono impegnati nella fruizione di podcast. Ogni giorno l’84% di utenti accede a Internet (+2% rispetto alla scorsa rilevazione) e il 68% è attivo sui social (+6%). Tutti distratti dalle conversazioni sulle chat di instant messagging o catturati dai video anche in formati più lunghi rispetto agli snack del passato.
Tutti pazzi per i social
Consumi incrementati guidati dall’intrattenimento. Ma a prevalere sono anche informazione, condivisione, conversazione. La fotografia dell’Italia connessa registra un ulteriore segno più, con una crescita di 6 milioni di persone attive sui social, nel 98% con accesso da mobile per quasi 2 ore al giorno: YouTube svetta in classifica e si conferma la piattaforma più utilizzata (85.3%). A seguire tutta la galassia di casa Zuckerberg, che domina le altre posizioni: al secondo posto WhatsApp (85.2%), al terzo posto Facebook (80.4%), poi Instagram (67%) e Facebook Messenger (55.9%). Contenuti multimediali e immersivi, chat, stories e molto altro. Le persone online fruiscono soprattutto di video (93%), ma sempre di più anche di audio: accanto all’utilizzo dei motori di ricerca tradizionali si registra un 37% di italiani che si serve di comandi vocali. E si gioca in rete: più di 4 italiani su 5 si dedicano al gaming da ogni tipologia di device.
«Il 2020 ha accelerato l’evoluzione delle relazioni che le persone hanno con i canali digitali e social. Che si tratti di connettersi con altre persone, di fruire di contenuti audio, di fare acquisti da mobile o di intrattenersi e giocare, è evidente che in un momento storico come questo gran parte della nostra vita si svolga attraverso queste piattaforme, che vengono utilizzate in maniera sempre più diversificata e consapevole», afferma Ottavio Nava, Ceo di We Are Social insieme a Gabriele Cucinella e Stefano Maggi. Un aumento esponenziale di consumi che registra più vincitori che vinti. «I nostri dati, se da un lato dimostrano la crescita di nuove piattaforme come TikTok che è raddoppiata in un anno, confermano anche che quelle più mature restano ancora al centro delle abitudini di utilizzo quotidiano delle persone: penso a Youtube, Whatsapp, Facebook e Instagram. D’altronde se le persone trascorrono molto del loro tempo su un ecosistema di piattaforme diversificato, è chiaro come ognuna di esse offra loro differenti esperienze, opportunità e benefici. Di conseguenza non è corretto considerarle come opzioni alternative, ma piuttosto approcciarle strategicamente per costruire un ecosistema di canali diversi che possono lavorare sinergicamente», precisa Nava.
La scoperta dell’ecommerce
Il cellulare resta l’asso pigliatutto. Perché è ancora una volta la fruizione da mobile a monopolizzare i consumi nel 93% dei casi, con una diffusione pervasiva degli smartphone arrivati al dato record del 97%. Da mobile gli italiani utilizzano soprattutto app di messaggistica (94%), per l’intrattenimento e la fruizione di contenuti video (76%), per lo shopping (73%) e per l’ascolto di musica (54%). In un anno senza precedenti che ha visto le persone trascorrere in casa la maggior parte del loro tempo cresce il numero degli italiani che hanno visitato siti di ecommerce (94%) o che hanno effettuato acquisti online (80% da desktop e 47% da mobile). Intanto si sperimenta: 1 su 4 possiede uno smartwatch o un dispositivo wearable e 1 su 3 cerca sui canali social le informazioni dedicate ai brand.
«Per le aziende sarà cruciale intercettare e interpretare gli insight della cultura online per offrire alle persone un’esperienza rilevante», conclude Nava. Ancora una volta è nell’omnicanalità che si determinerà il consumo digitale del prossimo futuro.
Piattaforme diverse non costituiscono opzioni alternative, puntando nel senso dell’omnicanalità