Il Sole 24 Ore

Pressing dei partiti per inserire più politici nella squadra

Primo incontro dopo molto tempo tra Berlusconi e Salvini dopo la svolta Ue

- Emilia Patta

«Gli italiani hanno fretta. Hanno fame di salute, di lavoro, di scuola e di libertà. Non si può perdere altro tempo: noi rinnoviamo, come Lega e come centrodest­ra, la disponibil­ità a dar vita al nuovo governo che metta al centro la salute dei cittadini, il taglio delle tasse, il taglio della burocrazia, un ritorno alla vita. Non poniamo veti e diciamo “No pregiudizi­ali”».

La novità politica del governo Draghi atteso nelle prossime ore al varo definito, ossia l’ingresso della Lega nell’area “europeista” accanto a M5d Pd Fi e Iv, è stata suggellata ieri dallo stesso Matteo Salvini in un incontro con lo storico leader azzurro Silvio Berlusconi. Un modo per rinsaldare l’alleanza di centrodest­ra in vista delle competizio­ni elettorali future e riprendere sotto la sua ala la parte più moderata di Forza Italia, tentata nelle scorse settimane dal passaggio di campo. Resta che il centrodest­ra, come sottolinea una piccata Giorgia Meloni, comprende anche quei Fratelli d’Italia che hanno deciso di restare all’opposizion­e. Ma la definizion­e del rapporto con Meloni e i suoi può attendere: per Salvini era ed è prioritari­o completare la svolta europeista in modo da rendersi credibile in vista delle prossime elezioni politiche e al contempo bloccare il progetto di riforma elettorale di stampo proporzion­ale messo in campo durante il governo giallo-rosso da M5s e Pd proprio per depotenzia­re una sua possibile futura vittoria.

D’altra parte è proprio l’ingresso della Lega nella maggioranz­a draghiana, con lo stesso Salvini che nelle conversazi­oni con i suoi non nasconde il suo interesse a entrare in prima persona nel governo, a creare scompiglio tra i giallo-rossi. In particolar­e nel campo del Pd. Perché è chiaro che con Salvini in campo - è il ragionamen­to che si fa dalle parti del leader Nicola Zingaretti, anche lui resosi disponibil­e a entrare nell’esecutivo - è più difficile la soluzione di un governo con dentro i leader. D’altra parte lo stesso premier incaricato, durante le consultazi­oni con i partiti, ha fatto intendere di puntare a un modello misto tecnici-politici basato sul criterio della competenza: «È mia intenzione mettere alla guida dei ministeri persone di alta competenza, che siano tecnici o politici», ha risposto a chi lo ha interrogat­o sul tema.

Ma fino a ieri sera nessuna indicazion­e è arrivata da Draghi ai leader, che si attendono di essere contattati nella giornata di oggi. E naturalmen­te il pressing indiretto per l’ingresso dei vari big di partito cresce di ora in ora. Si parla di possibili riconferme per alcuni ministeri chiave: il democratic­o Lorenzo Guerini alla Difesa, che potrebbe essere affiancato nell’esecutivo da un altro esponente dem come il vicesegret­ario Andrea Orlando o l’ex ministra Roberta Pinotti; la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese; e forse i ministri degli Esteri Luigi Di Maio (ma sul M5s, in campo anche con Stefano Patuanelli e Fabiana Dadone, si veda l’articolo in pagina) e della Salute Roberto Speranza. Su quest’ultimo sembra esserci il veto di Salvini, che ha chiesto pubblicame­nte un cambio di passo sia alla Salute sia nella gestione dei vaccini. Ma è anche vero che proprio sul destino di Speranza si sono appuntate le ultime riflession­i di Leu, che non esclude l’opposizion­e. Mentre per Italia Viva è in pole l’ex ministra Teresa Bellanova.

Quanto ai nuovi ingressi, si fanno i nomi per la Lega di Giancarlo Giorgetti (a cui potrebbe essere affiancata una personalit­à più vicina politicame­nte a Salvini come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari o Erika Stefani, già ministra degli Affari regionali nel Conte 1) e per Forza Italia dell’ex presidente del Parlamento Ue in quota Ppe Antonio Tajani (a cui potrebbe essere affiancata una delle tre donne di punta azzurre: Mara Carfagna, Mariastell­a Gelmini o Anna Maria Bernini). Molte, ad ogni modo, le caselle destinate ai tecnici. A partire dal ministero dell’Economia se Draghi non dovesse decidere di tenere la delega per sé (nelle ultime ore sono salite le quotazioni di Ernesto Maria Ruffini e Carlo Cottarelli). Di certo oggi per il presidente incaricato sarà una giornata di riflession­e. E per i partiti di attesa.

Nel Pd si continua a temere che l’ingresso di Salvini renda più difficile lo schema di un governo con dentro i leader

Possibili riconferme per Guerini, Lamorgese, Di Maio e Speranza. Tra le new entry Giorgetti, Tajani, Ruffini o Cottarelli

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