Pressing dei partiti per inserire più politici nella squadra
Primo incontro dopo molto tempo tra Berlusconi e Salvini dopo la svolta Ue
«Gli italiani hanno fretta. Hanno fame di salute, di lavoro, di scuola e di libertà. Non si può perdere altro tempo: noi rinnoviamo, come Lega e come centrodestra, la disponibilità a dar vita al nuovo governo che metta al centro la salute dei cittadini, il taglio delle tasse, il taglio della burocrazia, un ritorno alla vita. Non poniamo veti e diciamo “No pregiudiziali”».
La novità politica del governo Draghi atteso nelle prossime ore al varo definito, ossia l’ingresso della Lega nell’area “europeista” accanto a M5d Pd Fi e Iv, è stata suggellata ieri dallo stesso Matteo Salvini in un incontro con lo storico leader azzurro Silvio Berlusconi. Un modo per rinsaldare l’alleanza di centrodestra in vista delle competizioni elettorali future e riprendere sotto la sua ala la parte più moderata di Forza Italia, tentata nelle scorse settimane dal passaggio di campo. Resta che il centrodestra, come sottolinea una piccata Giorgia Meloni, comprende anche quei Fratelli d’Italia che hanno deciso di restare all’opposizione. Ma la definizione del rapporto con Meloni e i suoi può attendere: per Salvini era ed è prioritario completare la svolta europeista in modo da rendersi credibile in vista delle prossime elezioni politiche e al contempo bloccare il progetto di riforma elettorale di stampo proporzionale messo in campo durante il governo giallo-rosso da M5s e Pd proprio per depotenziare una sua possibile futura vittoria.
D’altra parte è proprio l’ingresso della Lega nella maggioranza draghiana, con lo stesso Salvini che nelle conversazioni con i suoi non nasconde il suo interesse a entrare in prima persona nel governo, a creare scompiglio tra i giallo-rossi. In particolare nel campo del Pd. Perché è chiaro che con Salvini in campo - è il ragionamento che si fa dalle parti del leader Nicola Zingaretti, anche lui resosi disponibile a entrare nell’esecutivo - è più difficile la soluzione di un governo con dentro i leader. D’altra parte lo stesso premier incaricato, durante le consultazioni con i partiti, ha fatto intendere di puntare a un modello misto tecnici-politici basato sul criterio della competenza: «È mia intenzione mettere alla guida dei ministeri persone di alta competenza, che siano tecnici o politici», ha risposto a chi lo ha interrogato sul tema.
Ma fino a ieri sera nessuna indicazione è arrivata da Draghi ai leader, che si attendono di essere contattati nella giornata di oggi. E naturalmente il pressing indiretto per l’ingresso dei vari big di partito cresce di ora in ora. Si parla di possibili riconferme per alcuni ministeri chiave: il democratico Lorenzo Guerini alla Difesa, che potrebbe essere affiancato nell’esecutivo da un altro esponente dem come il vicesegretario Andrea Orlando o l’ex ministra Roberta Pinotti; la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese; e forse i ministri degli Esteri Luigi Di Maio (ma sul M5s, in campo anche con Stefano Patuanelli e Fabiana Dadone, si veda l’articolo in pagina) e della Salute Roberto Speranza. Su quest’ultimo sembra esserci il veto di Salvini, che ha chiesto pubblicamente un cambio di passo sia alla Salute sia nella gestione dei vaccini. Ma è anche vero che proprio sul destino di Speranza si sono appuntate le ultime riflessioni di Leu, che non esclude l’opposizione. Mentre per Italia Viva è in pole l’ex ministra Teresa Bellanova.
Quanto ai nuovi ingressi, si fanno i nomi per la Lega di Giancarlo Giorgetti (a cui potrebbe essere affiancata una personalità più vicina politicamente a Salvini come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari o Erika Stefani, già ministra degli Affari regionali nel Conte 1) e per Forza Italia dell’ex presidente del Parlamento Ue in quota Ppe Antonio Tajani (a cui potrebbe essere affiancata una delle tre donne di punta azzurre: Mara Carfagna, Mariastella Gelmini o Anna Maria Bernini). Molte, ad ogni modo, le caselle destinate ai tecnici. A partire dal ministero dell’Economia se Draghi non dovesse decidere di tenere la delega per sé (nelle ultime ore sono salite le quotazioni di Ernesto Maria Ruffini e Carlo Cottarelli). Di certo oggi per il presidente incaricato sarà una giornata di riflessione. E per i partiti di attesa.
Nel Pd si continua a temere che l’ingresso di Salvini renda più difficile lo schema di un governo con dentro i leader
Possibili riconferme per Guerini, Lamorgese, Di Maio e Speranza. Tra le new entry Giorgetti, Tajani, Ruffini o Cottarelli