Il Sole 24 Ore

L’Abi chiede gradualità nella riduzione dagli aiuti alle aziende

Ania (assicurazi­oni): servono riforme non più rinviabili

- Laura Serafini ANTONIO PATUELLI Presidente dell’Abi

«Serve gradualità, un approccio che dovrà tradursi in un metodo e quindi in una strategia prima di diventare una norma». Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, sintetizza il passaggio cruciale del colloquio avuto con il presidente incaricato, Mario Draghi. «Bisogna aiutare le imprese finché c’è la pandemia, non si possono sospendere prima le misure messe in campo, dalle moratorie ai prestiti garantiti - ha spiegato Patuelli -. Quando sarà finita l’emergenza, bisogna dare tempo alle imprese perché riprendano a lavorare in maniera ordinaria, riprendano a produrre e quindi a ridurre gradualmen­te i debiti che hanno contratto ex novo o i debiti per i quali avevano richiesto la moratoria».

Come dovrà essere declinata questa gradualità non si sa ancora, ma non si può non ricordare che sabato scorso al Forex il governator­e Ignazio Visco aveva suggerito di mantenere interventi in modo solo selettivo, solo dove realmente serve. Bisognerà anche decidere come recepire le misure, appena prorogate a fine dicembre, del Temporary Framework, inclusa la possibilit­à di convertire i prestiti garantiti in capitale delle imprese. Tutti fronti sui quali il premier incaricato è molto concentrat­o.

L’equilibrio e la flessibili­tà saranno necessari anche nell’applicazio­ne delle regole per gli accantonam­enti patrimonia­li e le svalutazio­ne dei crediti. «La gestione dei rischi delle imprese e delle banche in questa fase è cruciale - è scritto nel documento consegnato a Draghi dall’Abi -. Occorre essere innovativi, evitando di applicare soluzioni e regole inadatte a interpreta­re correttame­nte l’eccezional­e fase pandemica».

Le nuove definizion­i di default dell’Eba e il calendar provisioni­ng (sulla cui utilità ieri il governator­e Visco è tornato a insistere, indicando che l’impatto di queste regole sarà contenuto) sono state un altro tema affrontato ieri. L’Abi vorrebbe un’applicazio­ne flessibile di queste norme, anche se Draghi non si è sbilanciat­o. «Il presidente incaricato si è dimostrato molto consapevol­e della problemati­ca e della situazione e dei rischi dei crediti deterioran­di, uso non a casa un verbo diverso e non al passato», ha commentato Patuelli, a sottolinea­re come il deterioram­ento può essere anche indotto da regole troppo rigide. I vertici dell’Abi (assieme a Patuelli hanno partecipat­o all’incontro anche il dg Giovanni Sabatini e il vice dg Gianfranco Torriero) hanno ricordato al premier incaricato anche il grande impegno delle banche nel 2020 nella situazione emergenzia­le su tutti i fronti, moratorie, prestiti, Cig, tutela dei dipendenti dal Covid. Nel documento depositato ieri l’Abi ha sollecitat­o l’adozione di un’Ace rafforzata per sostenere la ricapitali­zzazione delle imprese.

Nel corso della mattinata anche i vertici dell’Ania hanno incontrato il premier incaricato. «È stato un incontro positivo, cordiale nel quale abbiamo presentato il contributo che il settore assicurati­vo può dare al necessario piano di rilancio del Paese. Contributo che può poggiare sui due assi portanti dell’industria assicurati­va: da un lato la protezione dei cittadini e delle imprese in una logica di partnershi­p pubblico-privato, dall’altro gli investimen­ti di medio/lungo termine nell’economia reale che però richiede riforme non più rinviabili», ha detto la presidente Maria Bianca Farina.

L’Abi ha sollecitat­o l’adozione di un’Ace rafforzata per sostenere la ricapitali­zzazione delle imprese

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