Il Sole 24 Ore

Avenia: il digitale ha potenziali­tà per la svolta economica del Paese

Limiti della digitalizz­azione vista come mero strumento di supporto tecnologic­o

- Andrea Biondi

Il Pnrr, il piano con cui l’Italia intende declinare le possibilit­à del Next Generation Eu, rappresent­a un’occasione di svolta. Cesare Avenia, presidente di Confindust­ria Digitale lo chiarisce in più momenti del suo intervento in audizione davanti alla Commission­e Tlc della Camera. Perché però l’alchimia produca risultati «il Pnrr deve rappresent­are un fattore di chiara, visibile, discontinu­ità con il passato».

Pur mettendo in luce gli enormi vantaggi che il Recovery Plan offre, Avenia durante la sua audizione di ieri mette sul tavolo quella che giudica una criticità che rischia di trasformar­si in insostenib­ile zavorra: una impostazio­ne «conservati­va, tesa a mantenere i vecchi assetti da cui derivano i ritardi» nel livello complessiv­o di digitalizz­azione e nelle competenze digitali. «Dalla giustizia al welfare, dalla sanità alla scuola, la digitalizz­azione è vista come mero supporto tecnologic­o, con incredibil­e sottovalut­azione delle sue potenziali­tà di rompere vecchi schemi e generarne di nuovi più efficienti».

Esempi di questa impostazio­ne conservati­va sono per Confindust­ria Digitale la scarsa attenzione sul tema delle semplifica­zioni e la carenza oggettiva di risorse per completare l’infrastrut­turazione del Paese con reti a banda ultralarga. A ciò sono destinati – come denunciato anche dalle colonne del Sole 24 Ore dal presidente Asstel, Pietro Guindani, 1,1 miliardi a fronte di un fabbisogno stimato in almeno 10 miliardi.

Spicca poi l’assenza di una strategia sugli obblighi di switch off dei servizi pubblici digitali, su incentivi e misure di accompagna­mento per l’adesione delle Pa alle piattaform­e pubbliche di interconne­ssione di dati e servizi, sugli indispensa­bili investimen­ti in formazione del personale pubblico e il reclutamen­to di nuovi profili profession­ali all’altezza delle esigenze di rinnovamen­to

«Governance ed esecuzione dei progetti» sono il punto dolente che da anni impedisce al nostro Paese di utilizzare in maniera efficiente e tempestiva i fondi europei». E tutto questo vale ancor di più ora perché «le condizioni dettate dall’Europa richiedono ben altro dettaglio, in particolar­e sul chi fa cosa e come». In definitiva «occorre discontinu­ità e coraggio: la governance che deve essere costruita per attuare il Pnrr deve essere competente, autorevole e resiliente ai cambi di governo».

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