Monza, è lite sul consorzio di Villa Reale
Italiana costruzioni chiede 8,5 milioni di danni Il Comune: «Inadempiente»
Doveva essere il primo project financing nel settore monumentale e culturale. Finisce però in una causa che il privato intenterà contro il pubblico, con una richiesta di 8,5 milioni di danni. Il “matrimonio” che doveva servire a gestire per 20 anni la Villa Reale di Monza, di proprietà di un Consorzio pubblico, dunque, si concluderà in anticipo con un divorzio. Verrà formalizzato il 19 febbraio, con la restituzione delle chiavi da parte del concessionario Italiana costruzioni.
Il Consorzio di gestione è partecipato dal Ministero dei Beni culturali, Comuni di Milano e Monza, Regione Lombardia, Confindustria Monza e Brianza e Camera di commercio Monza e Brianza. La Villa, 33mila metri quadrati più un giardino da 15 ettari, è uno dei patrimoni monumentali più importanti della Lombardia, sotto il controllo del Comune di Monza. Nel 2012 viene aperto un bando per l’affidamento di uno spazio funzionale all’interno della Villa, un terzo dell’edificio. Viene vinto da Italiana costruzioni per un investimento di 27 milioni. Una goccia in mezzo al mare, dice l’azienda, perché gli altri lotti rimangono non affidati. Iniziano intanto i primi accordi per la ristorazione e altri eventi.
Nel frattempo si avvicendano tre sindaci, alternando le maggioranze politiche, ma i rapporti tra pubblico e privato si fanno sempre più difficili. Il privato accusa il pubblico di non aver proseguito nell’intento di migliorare tutta la struttura, di non aver dato in gestione anche gli altri spazi, lasciando quindi intorno all’attività di Italiana costruzioni una sorta di landa desolata, dove non si può nemmeno arrivare perché il Comune non ha messo a disposizione dei parcheggi. «Abbiamo fatto molte richieste, sempre cadute nel vuoto - dice il presidente di Italiana costruzione Attilio Navarra La nostra richiesta era di portare avanti anche gli altri lotti, realizzare parcheggi, fare insieme una mostra, mentre il consorzio pubblico non ci ha mai visti come partner ma come affittuari. Abbiamo anche chiesto di allungare la concessione e diminuire il canone ma niente».
Poi arriva da parte del Consorzio un nuovo masterplan, che di fatto cancella, almeno a livello progettuale, la gara del 2012. «Ma noi avevamo già investito 10 milioni per avviare i lavori, e con noi i biglietti sono stati 130mila all’anno», prosegue Navarra.
Dopo sei anni le chiavi verranno così riconsegnate, ma intanto l’azienda privata chiede un risarcimento da 8,5 milioni, che comprenderebbe canone e perdite.
Diverso il punto di vista del Comune di Monza, che controlla il consorzio della Reggia di Monza. Secondo il concedente, la decisione di interrompere precocemente il contratto deriva dalle responsabilità del gestore, considerato inadempiente. La principale accusa è di non aver riaperto gli spazi nel maggio 2020, sulla base del Dpcm, quando sarebbe stato possibile seguendo il protocollo di sicurezza.
Fino a novembre invece l’area è rimasta chiusa causando un danno. Alla consegna delle chiavi verrà verificata dal Consorzio anche l’attività di manutenzione. Il 19 febbraio sarà redatto un verbale.
Per il Consorzio non è la formula pubblico-privato che viene messa in discussione, ma la scelta del partner. «Vogliamo aprire al più presto la fase due – spiega il Presidente del Consorzio Dario Allevi, Sindaco di Monza – L’obiettivo è spalancare le porte della Reggia ai visitatori in primavera, compatibilmente con le restrizioni della pandemia. Stiamo lavorando per restituire al più presto a Monza, alla Lombardia e al Paese un gioiello artistico, architettonico e paesaggistico unico e recuperare il tempo perduto».