Alitalia, la Ue dice no a nuovi fondi Allarme liquidità e voli a rischio stop
Possibile taglio da 73 a 20 milioni del residuo degli indennizzi Covid Vestager: «Discontinuità con la newco Ita, cessione di asset sia trasparente»
Alitalia rischia di non pagare gli stipendi a fine mese e il blocco dei voli, perché i soldi sono finiti. L’allarme si è diffuso ieri tra i sindacati dopo che da Bruxelles sono filtrate notizie di un atteggiamento di chiusura della Commissione Ue all’erogazione di nuovi fondi pubblici alla compagnia e l’intenzione di tagliare a circa 20 milioni, rispetto ai 73 milioni chiesti dal governo, il residuo degli indennizzi previsti per i danni da Covid.
Sono indicazioni ufficiose, non confermate ufficialmente. Ma di sicuro ci sono le risposte taglienti date in pubblico dall’eurocommissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. E c’è la convocazione urgente dei sindacati fatta dal preoccupatissimo commissario della compagnia, Giuseppe Leogrande. Ieri sera ha incontrato i confederali e Ugl, a cui viene data la precedenza da quando il Pd è al governo, oggi vedrà altre sigle.
«Abbiamo ricevuto una notifica e siamo in contatto» con le autorità italiane, ha detto Vestager, riferendosi alla richiesta del governo di autorizzare l’erogazione dei residui 73 milioni di indennizzi Covid. «La notifica è per un livello inferiore ai 200 milioni, il caso è più complicato adesso perché non ci sono stop ai voli» decisi dai governi, ha aggiunto Vestager.
Il riferimento ai 200 milioni riguarda il potenziale fabbisogno di cassa stimato per tenere a galla Alitalia per i 4-5 mesi che sarebbero necessari per completare la procedura di vendita con una gara delle sue attività, come vuole la Ue.
Difficile che Vestager abbia fatto confusione di cifre. Probabile che abbia voluto far capire alle autorità italiane che, a parte i residui indennizzi Covid, Bruxelles non intende autorizzare ulteriori erogazioni pubbliche. Tra il maggio 2017 e l’inizio del 2020 la compagnia ha già ricevuto - prima della pandemia che ha messo “ko” il trasporto aereo mondiale - «prestiti» dal governo per 1,3 miliardi. I soldi non sono stati restituiti. Alitalia non ha versato al Mef neppure i 145 milioni di interessi maturati.
A fronte di questi fondi Alitalia non è stata né ristrutturata dai commissari che si sono succeduti (da maggio 2017 la terna Luigi Gubitosi, Enrico Laghi, Stefano Paleari; nel dicembre 2018 Daniele Discepolo ha preso il posto di Gubitosi; infine Leogrande commissario unico dal 12 dicembre 2019 con il d.g. Giancarlo Zeni), né è stata portata a conclusione una procedura di vendita. La legge Marzano dice che il commissario deve scegliere tra queste due vie.
Alitalia aveva poco più di 70 milioni in cassa a fine gennaio prima di pagare gli stipendi e altre spese operative. I pagamenti ai fornitori sono già stati bloccati. Oltre agli stipendi (18-20 milioni al mese), Alitalia deve pagare per cassa carburante, aeroporti, Enav, altrimenti gli aerei non possono volare. La compagnia brucia cassa per circa 50 milioni al mese.
La commissaria danese ha gelato i sindacati confederali, incontrati in videoconferenza. Bruxelles ripete che ci vuole «una gara pubblica, trasparente e non discriminatoria» per vendere le attività, non ci può essere un passaggio diretto alla nuova società pubblica, Ita. Bruxelles non vuole che Ita acquisisca handling e manutenzione. «Il tentativo dei sindacati confederali di spiegare alla signora Vestager il diritto comunitario è andato male», ironizzava ieri sera una fonte che conosce il dossier.
Alitalia potrebbe essere una bomba a orologeria sotto il tavolo del nuovo governo che Mario Draghi sta cercando di formare. La nascita di un nuovo governo «non sono affari miei, io sono responsabile del rispetto delle regole comuni sugli aiuti di Stato e, se sono stati distribuiti in modo illegale, dovranno essere recuperati», ha tagliato corto Vestager.
«Ci sono questioni che vanno chiarite e che richiedono quindi un nuovo incontro a breve. In particolare non siamo d’accordo su come applicare la discontinuità tra Alitalia e la Newco Ita», hanno detto i sindacati confederali. «Le procedure in sede di Commissione devono essere velocizzate evitando al contempo un inutile nuovo bando di gara».
Il governo intervenga «con urgenza con una soluzione pragmatica e strutturale per scongiurare il fermo operativo di Alitalia e garantire la continuità del pagamento degli stipendi a tutti i dipendenti», chiede la Fnta, che raggruppa i naviganti di Anpac, Anpav e Anp. «I ritardi che si sono accumulati e lo stato di incertezza che serpeggia tra i dipendenti derivano dalla mancanza del dovuto coordinamento tra Alitalia, Ita ed enti e ministeri a diverso titolo coinvolti. Alitalia è alla deriva e non c’è più tempo per tatticismi politici, aziendali e sindacali».