Autorizzazioni e decreti in forte ritardo: così l’Ambiente rallenta grandi opere e attività industriali
Il 60% delle richieste di Valutazione d’impatto ambientale e il 76% delle Autorizzazioni integrate ambientali aspettano da oltre un anno
In attesa di capire cosa sarà il Ministero della Transizione ecologica e se sarà guidato da persona sensibile ai temi dello sviluppo industriale e infrastrutturale o - viceversa - da figura ideologica, si può certamente dire che il suo predecessore - il Ministero dell’Ambiente - non ha mai brillato per capacità di coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale. A confermarlo molte storie e dati, a partire dai tempi lunghi per il rilascio delle autorizzazioni ambientali e dalla mancata attuazione di riforme e norme, soprattutto quando puntavano a incentivare le imprese o semplificarne l’attività.
Le autorizzazioni ambientali. Secondo i dati aggiornati a giugno 2020 - difficile stimare l’effetto Covid - il 60% dei procedimenti in corso di Valutazione d’impatto ambientale ( Via), che riguarda per lo più infrastrutture di trasporto ed energetiche, era stato avviato da oltre un anno, con molti casi oltre 3- 4 anni e punte di dieci. Il 44%, inoltre, ha concluso l’istruttoria tecnica ed è in attesa di a passaggi burocratico- amministrativi o politici ( la firma del ministro). Anche l’attuale ministro Costa si è reso conto che la situazione era insostenibile e, alla fine dei due anni e mezzo passati al ministero, ha cambiato il presidente della commissione Via, silurando Luigi Boeri e nominando Massimiliano Atelli. Le valutazioni ferme erano arrivate a 600.
Se la Via resta il principale ostacolo alla infrastrutture, non va meglio l’altro grande ramo del permitting ambientale: l’Autorizzazione integrata ambientale ( Aia), necessaria per l’esercizio di molte installazioni produttive. I procedimenti di riesame di tali autorizzazioni sono stati per il 76% avviati più di anno fa.
Ritardi anche nell’attuazione di riforme e leggi necessarie per fare un passo avanti nell’integrazione fra attività produttive e sostenibilità ambientale. Nel tabellone pubblicato a destra sono elencati solo alcuni dei decreti attuativi di norme di legge che attendono di essere varati ( o proposti) dal ministero dell’Ambiente. Si va dal programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici, che doveva essere varato a inizio 2020 con l’indicazione delle misure urgenti agli incentivi per le Zone economiche ambientali ( Zea), dal programma sperimentale Mangiaplastica ( che andava attuato entro fine 2019) agli incentivi in materia di rifiuti e imballaggi, dai crediti di imposta per le imprese che acquistano materiali provenienti da raccolta differenziata di imballaggi in plastica o investono in tecnologie per la produzione di manufatti compostabili alle semplificazioni ancora in materia di Via. Un capitolo a sé per i decreti dell’End of Waste, il riciclo di materiali a fini produttivi ( la tabellina qui a fianco): 5 emanati, 3 in corsa, altri 12 fermi. Qui si potrebbe accelerare se si normassero a posteriori a livello nazionale le autorizzazioni concesse dalle Regioni sulla base di norme Ue.
Le semplificazioni in materia di Via erano uno dei capitoli fondamentali del Dl semplificazioni approvato dal governo Conte 2 in luglio. È prevista una fast track per la Via delle opere del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima ( Pniec) e per alcune opere prioritarie in ambito di sicurezza delle infrastrutture di trasporto, con l’istituzione di una commissione- bis per la Via e alleggerimenti procedurali. In questo caso, si attendono due Dpcm per individuare anzitutto le opere ammesse alle agevolazioni e le aree su cui si possono ( o non si possono realizzare). Ma finora non si è avuta notizia dell’avvio della procedura da parte dei ministeri dell’Ambiente ( il primo) e delle Infrastrutture ( il secondo).
Molti pensavano - dopo l’arrocco del ministro dell’Ambiente per frenare la riforma generale della Via nel Dl semplificazioni - che la corsia veloce potesse rappresentare un compromesso e l’inizio di un percorso rapido di semplificazione della Via, partendo da un nucleo di opere prioritarie e sostenibili. Ma sembra prevalere ancora un combinato disposto di veti politici, inerzia burocratica e resistenze ideologiche che portano più all’arroccamento sugli strumenti difensivi esistenti che non alla promozione di un vero Sviluppo sostenibile.
In ritardo le misure del piano Mangiaplastica e gli incentivi per tecnologie in materia di riciclo e imballaggi
Ferma anche la fast track per la valutazione di impatto ambientale per le opere prioritarie per il clima e l’energia