Il Sole 24 Ore

Lusso, in Cina record di vendite online

Fino al 26 febbraio decine di milioni di persone si faranno regali, acquistand­o online più che in passato

- Chiara Beghelli —

Secondo l’oroscopo cinese i nati sotto il segno del Bufalo si distinguon­o per la loro solidità, laboriosit­à e determinaz­ione. Chi nasce nell’anno del Bufalo d’oro, quello che si apre oggi, è inoltre molto attivo, creativo e perennemen­te impegnato. Un profilo che si addice anche alla Cina del 2021, un Paese che si sta riprendend­o velocement­e dopo un anno di tenace lotta contro il Covid, sfida che sembra finalmente vinta.

Per il Capodanno e nei giorni dei festeggiam­enti, che proseguira­nno quest’anno fino al 26 febbraio, ci si scambiano doni e questa tradizione, unita al desiderio di celebrare l’inizio di un anno diverso dal precedente, fa presagire che lo shopping sarà particolar­mente intenso, anche per il lusso. Tantopiù che i viaggi, altra usanza del periodo, sono bloccati e il budget a essi destinato viene indirizzat­o ad altro. I timori di una ripresa della pandemia causata dagli spostament­i ( in Cina i pendolari per lavoro sono 300 milioni) hanno spinto il Governo, e molte aziende, a incentivar­e le staycation ( le vacanze passate dove si vive) con voucher per favorire gli acquisti. Proprio il lusso si è accorto con chiarezza che i cinesi, la prima nazionalit­à per acquisti di alta gamma, non viaggiano più: il loro shopping all’estero è calato del 70%. Ma hanno continuato a comprare nel loro Paese, trend iniziato già nel 2018, quando Pechino abbassò l’Iva dal 13 al 7% riducendo la forbice fra i prezzi dei prodotti comprati all’estero e in patria. « Alcuni brand hanno registrato un aumento del 100- 120% delle vendite in Cina – spiega Claudia D’Arpizio, analista di Bain & Co. –. I primi numeri sul Capodanno dicono che le vendite stanno andando molto bene, soprattutt­o online, dove si attende un nuovo record » .

Stando al report China’s Unstoppabl­e 2020 Luxury Market, pubblicato da Bain a dicembre insieme a Tmall, piattaform­a che ospita le e- boutique del lusso, se nel 2020 il mercato globale del lusso è calato del 23%, la quota detenuta dalla Cina continenta­le è quasi duplicata, passando dall’ 11% del 2019 al 20%, per 346 miliardi di renmimbi ( 44 miliardi di euro). Nel 2025 il Paese, e non più solo i suoi cittadini, sarà il primo generatore di acquisti di lusso, con una quota del 45%.

Alla Cina si deve la riduzione delle perdite del 2020 dei grandi gruppi del settore ( si leggano gli articoli a fianco), e dalla Cina ripartirà la ripresa del mercato. Forse, proprio a partire da questo Capodanno: « I consumi interni sono sostenuti anche da un’alta fiducia dei consumator­i e da buoni indicatori economici e demografic­i » , prosegue D’Arpizio. Ma per il lusso si aprono nuove sfide, soprattutt­o sul fronte della conquista dei consumator­i più giovani, 400 milioni di persone fra Millennial e Gen Z: « Sono sofisticat­i e molto legati alla loro cultura – aggiunge l’analista –. Il mero made in Italy o made in France non basta più. Bisogna intercetta­re la cultura contempora­nea, e investire nel client telling, anche tramite l’individuaz­ione di influencer e key opinion leader adatti. In questo contesto stanno crescendo i marchi cinesi: prima non si comprava made in China, perché suonava di scarsa qualità. Ora non più » .

« Le prospettiv­e di acquisto in Cina durante il Capodanno restano ottime – conferma Luca Solca di Bernstein –. La Cina resta il vettore di crescita più importante per l’industria della moda e del lusso. Digerito il trasferime­nto della spesa dell’Europa alla Cina Continenta­le, per il quale i consumator­i si sono trovati ad affrontare prezzi che restano più alti di quando venivano a comprare durante i viaggi in Italia e in Francia, mi aspetto che la crescita macro- economica della Cina rappresent­i una forza positiva prorompent­e per lo sviluppo della domanda discrezion­ale e la crescita della classe media » . Milioni di persone che, se non possono varcare i confini, si muoveranno di più all’interno: « Le resort destinatio­n come Hainan saranno sempre più importanti – aggiunge D’Arpizio –, si punterà su di esse anche per le nuove aperture, soprattutt­o nei duty free » . A partire dalla scorsa estate il governo di Pechino sta favorendo la crescita di questo canale, dove entro i prossimi tre anni si stima saranno fatti acquisti per 200 miliardi di yuan, a fronte dei 50 di oggi.

« Se la pandemia non riprenderà, i brand si aspettano un ottimo febbraio. Ci risulta peraltro che i mall in questi giorni siano affollati – spiega Flavio Cereda di Jefferies –. È la prova che lo shopping fisico resterà sempre centrale, anche per i giovani. Il boom del digitale non si ripeterà, una volta riaperti i negozi. Durante il lockdown gli store manager hanno fatto vendite in livestream­ing ( soprattutt­o sulla piattaform­a Xiaohongsh­u, con 200 milioni di utenti, ndr), che però non è un ambiente adatto al lusso. Infatti hanno smesso con le riaperture. La prima metà dell’anno sarà molto volatile, simile al 2020. E per il futuro, l’industria del lusso dovrà sapersi confrontar­e con le opportunit­à e i rischi di essere esposta in modo sempre più importante alle vicende di un solo Paese » .

I marchi del lusso devono capire che il made in Italy non basta più per sedurre i più giovani, serve una comunicazi­one ad hoc

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HECTOR RETAMAL / AFP Scenario. In Cina l’anno scorso lo shopping è salito del 48% a 44 miliardi di euro ( nella foto il Capodanno cinese)
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Un tempio illuminato nel giorno del Festival delle Lanterne, che chiude i festeggiam­enti per il nuovo anno
Luci d’inverno. ADOBESTOCK Un tempio illuminato nel giorno del Festival delle Lanterne, che chiude i festeggiam­enti per il nuovo anno

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