Energia e trasporti opzioni del nuovo ministero
Prima ipotesi rafforzamento dell’Ambiente sul modello francese, ma senza industria
Per il ministero della Transizione ecologica la prima opzione che riecheggia tra i maggiori sostenitori è un ministero dell’Ambiente potenziato, una rivisitazione del modello francese. Questo schema non prevederebbe una fusione del ministero dello Sviluppo economico ( Mise) con il ministero dell’Ambiente ( Mattm), prima proposta lanciata dal garante dei Cinque Stelle Beppe Grillo. Bensì semplicemente un rafforzamento del Mattm con l’incardinamento di nuove competenze sull’energia trasferite dal Mise, oltre a quelle che in piccola parte già esercita.
Ma solo Mario Draghi, ovviamente, potrà chiarire il vero disegno in preparazio ne. Perora è presto per tirare un alineapresto per tirare un alinea e dire con certezza quale prevarrà tra ivae dire con certezzaquale prevarrà trai variassetti possibili, inclusa la replica vera e propria dello schema francese in base al quale al ministero della Transizione ecologica sono assegnate in realtà ancheecologica sono assegnate in realtà anche le competenze su trasporti ed edilizia.
Ben prima della proposta lanciata sui Ben prima della proposta lanciata sui social da Beppe Grillo, a fare riferimento al sistema francese, in un libro del 2018 ( L’utopia sostenibile, Laterza) era stato Enrico Giovan nini, ex ministro del Lavoex ministro del Lavoro e portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Giovannini, che alcuni danno in lizza proprio per il nuovoalcuni danno in lizza proprio per il nuovo ministero, scriveva della necessità di rivedere la ripartizione dei compiti tra idivedere la ripartizione dei compiti trai dicasteri italiani facendo riferimento al ministero dell’Ambiente francese trasformato in ministero della Transizione ecologica e inclusiva, « con competenze anche nei campi dell’energia, della prevenzione dei rischi, della tecnologia e della sicurezza tecnologica, dei trasporti e della navigazione, della gestione delle risorse rare » . Di certo il ministero francese non ingloba le altre competenze dello“sviluppo economico ”, come industria, pmi, concorrenza, comunicazioni elettroniche che sono invece assegnate al al ministero dell’ dell’Economia, delle Finanze e della Ripresa attualmente guidato da Bruno Le Maire. Proprio questo sembra es sere ilb ra essere il crocevia dell’ intero dell’ intero progetto. Un conto è creare un ministero per la transizione che transizione che ha come polo diatt ra zioha come po lodi attrazione il ministero dell’Ambiente, in Italia storicamente orientato a compiti di storicamente orientato a compiti di proprotezione ambientale. Un Un discorso diversodiscorso diverso è partire dal ministero dello Sviluppo, titolare di tutta la politica industriale, rivisitandone semmai le strutture interne o le competenze in chiave più green, per arrivare a un dicastero dello “Sviluppo sostenibile” in cui l’ industria ha comunque un ruoloqueunruol odi primo primo piano, idea cullata da Pier Luigi Bersani quando sfiorò la formazione didi un governo nel nel 2013. In un paese a forte vocazione manifatturiera come come l’ Italia, l’ Italia, secondo in Europa solo alla
Germania per peso dell’industria sul Pil, staccare in modo netto staccare in modo nettol’ energia dalpa cl’ energia dal pacchetto dicomp et enzesullach et todi competenze sulla politica ind upolitica industriale potrebbe essere una mossa rischiosa perla transizione dei settori energivori, dall’ acciaio alla chimica, e per lo sviluppo delle tecnologie energetiche in cui negli ultimi anni son ostatein cui negli ultimi anni sono stategu adaguadag nate posizioni.
Ad ogni modo, se il polo di attrazione del nuovo ministero fosse davvero il Mattm, ci sarebbe già una base. « Chiedono un ministero che c’è già, guidato da un grillino da tre anni » dice il leader della Lega Matteo Salvini riferendosi al dicastero guidato da Sergio Costa che è stato riorganizzato proprio con la nascita di un “Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi”. Il Dipartimento ha nel suo raggio d’azione anche efficienza energetica, energie rinnovabili e mobilità sostenibile. « L’importante è che non si usi il ministero per bloccare tutto » aggiunge Salvini.
L’accorpamento con il Mise rischierebbe di ridurre il legame tra i dossier energetci e le politiche industriali
Salvini: « Chiedono un ministero che c’è già, guidato da un grillino da tre anni. Non lo si usi per bloccare tutto »