Il rilancio termale di Chianciano punta sulle cure dei senior
L’obiettivo è costruire una destinazione europea per il turismo sanitario
Ora che è diventato il socio di riferimento delle Terme di Chianciano ( col 47% rilevato da Mps), Massimo Caputi dà avvio al progetto di rilancio attraverso la società di investimenti Feidos che controlla anche le storiche Terme di Saturnia, in Maremma. Ma i due complessi, diversi per format e per clientela, rimarranno distinti e indipendenti.
L’obiettivo finale è fare di Chianciano, stazione termale dal glorioso passato che nel tempo ha perso clienti e appeal, una “nuova” destinazione di turismo sanitario e medicale innovativo: non per i clienti della mutua, com’è stato per mezzo secolo, ma per i cosiddetti senior, cioè coloro che hanno più di 65 anni e cercano prevenzione, riabilitazione e benessere. Attirarli in Toscana, tra la Valdichiana e la Valdorcia di suggestiva bellezza, è la sfida da costruire con un investimento che Feidos stima in più di quattro milioni in due anni.
Il modello di riferimento è la piattaforma spagnola Spaincare, che oggi attrae migliaia di clienti dal Nordeuropa. I punti di forza di Chianciano sono le piscine e vasche termali e le acque indicate per la cura del fegato e dell’apparato gastroenterico, ma anche il centro di medicina creato dall’University of Pittsburgh- Medical center attraverso la controllata Upmc Italy e il grande patrimonio alberghiero da riqualificare. Se si aggiunge la posizione della cittadina, ben servita dalla ferrovia e dall’autostrada A1, secondo Feidos si può costruire una destinazione d’eccellenza in grado di dare valore aggiunto al territorio. Per riuscirci, però, va innanzitutto ristrutturata la società Terme di Chianciano che ha come azionisti, accanto a Feidos col 47%, la Regione Toscana attraverso “Terme di Chianciano Immobiliare in liquidazione” col 30% e Banca Centro- credito cooperativo Toscana- Umbria col 18%. I nodi sono il patrimonio netto negativo ( serve una ricapitalizzazione da almeno 5 milioni per ripianare le perdite) e il debito verso le banche di 5,5 milioni, di cui 4 ceduti nei mesi scorsi da Mps ad Amco, la società di recupero crediti deteriorati del ministero dell’Economia. I ricavi 2019 erano 5,8 milioni ( con 200mila utenti paganti nelle piscine e vasche termali più 30mila presenze nel centro inalatorio), quelli 2020 sono precipitati a 2,8 milioni. Caputi ha già avviato la trattativa per ristrutturare il debito con Amco, Banca Centro e con la Regione Toscana, ma la situazione, spiega il finanziere, è “molto complessa” e il salvataggio « necessita di una fortissima volontà e coesione di tutte le parti interessate, azionisti, lavoratori, Regione, creditori, imprese del territorio, per far decollare il progetto Restart Chianciano » . Ma Caputi è convinto: « Chianciano può diventare una piattaforma leader in Italia per un innovativo turismo sanitario, così come altre importanti location termali in altre regioni italiane » .