Platino al top da sei anni: ora brilla più di oro e argento
Prezzo ai massimi da 6 anni, la performance 2021 supera quella degli altri preziosi Il metallo sta sostituendo il palladio nelle marmitte e servirà nell’hi tech green
Il platino è il vero protagonista dei metalli preziosi. La febbre da investimenti e l’utilizzo nelle tecnologie green hanno spinto le sue quotazioni ai massimi da 6 anni.
La fiammata dell’argento gli aveva rubato i riflettori, ma è il platino il vero protagonista dei metalli preziosi. La febbre da investimenti e il sogno dell’idrogeno hanno spinto le sue quotazioni ai massimi da 6 anni, sopra 1.260 dollari l’oncia. E il rally non accenna a fermarsi, anche se il Cme Group ha alzato del 10% i margini di garanzia al Nymex: mossa che invece era bastata la settimana scorsa a spegnere la volatilità dell’argento, dopo il vortice speculativo fomentato su Reddit, che l’aveva proiettato a 30 dollari l’oncia.
L’argento, che sembra aver trovato un equilibrio intorno a 27 $/ oncia, rimane tuttora in rialzo di circa il 3% da inizio anno, mentre l’oro – oggi poco sopra 1.840 dollari – segna una performance negativa di dimensioni analoghe. Segno meno anche per il palladio, mentre il platino ha guadagnato l’ 11%. Certo, molto dipende dal rally di questi giorni. Ma la tendenza rialzista – senza grandi clamori, né chiamate alle armi per i trader indipendenti – era cominciata da tempo.
Gli Etf hanno accumulato più di 3,9 milioni di once di platino ( a fronte di una produzione mineraria di 4,8 milioni l’anno scorso). Sommando questi volumi alle scorte nei magazzini delle borse, calcola Saxo Bank, il 45% di tutto il platino esistente sulla terra oggi è in mano a investitori.
Il prezzo del metallo – che ha importanti impieghi industriali nell’automotive, per le marmitte catalitiche – è salito di oltre il 20% da novembre, quando è iniziata l’euforia da vaccini, ed è più che raddoppiato rispetto ai minimi da 18 anni toccati lo scorso marzo, ma secondo molti analisti potrebbe rafforzarsi ancora: per Citigroup si spingerà a 1.300 $/ oncia entro fine anno, Abn Amro prevede 1.500 $ l’anno prossimo.
« Non c’è nessuna ragione perché non possa arrivare a 2mila dollari o anche di più nel giro di 4- 5 anni » , afferma Neal Froneman, ceo di Sibanye, il primo produttore mondiale. Il motivo di tanto ottimismo in parte è legato alle prospettive dell’idrogeno: il platino serve per le celle dei veicoli e anche – in grandi quantità – negli elettrolizzatori di ultima generazione, quelli con tecnologia Pem exchan( ( Proton exchange ge membrane).
Più a breve termine una spinta ai consumi arriverà da un ritorno del platino al posto del palladio – ormai divenuto troppo caro – nelle marmitte per i motori a combustione. Un nuovo tipo di catalizzatore realizzato da Basf con Sybanie ed Impala Platinum da solo aumenterà la domanda di platino di 300mila once, prevede Froneman. La tendenza alla sostituzione, sia pure graduale, è rilevata anche da Citi, secondo cui il 5% della domanda ( ossia 400mila once) si sposterà da un metallo all’altro nel 2021 e un 10% nel 2022.
L’anno scorso il Covid ha fatto crollare sia la domanda che l’offerta di platino, lasciando il mercato in deficit per 390mila once, secondo l’ultimo rapporto di Johnson Matthey, e la situazione dovrebbe protrarsi anche nel 2021, per il terzo anno consecutivo. La società, che produce catalizzatori, non intravvede gravi problemi per gli utilizzatori industriali, visto che ci sono grandi scorte, accumulate in particolare da una grande raffineria in Sudafrica, rimasta ferma a lungo l’anno scorso. Ma la fame di investimenti invita alla cautela.