Il Sole 24 Ore

Mediaset e Vivendi, tempi lunghi per la causa

Il Collegio di giudici del Tribunale di Milano si è riservato la decisione Da Cologno la richiesta di riunificar­e i filoni visti gli sviluppi dell’inchiesta

- Andrea Biondi

Cinque ore e mezza di udienza. Del resto, era inevitabil­e che la cosa andasse per le lunghe. Dietro alla contesa che ha portato in Tribunale ieri a Milano i legali di Mediaset e Fininvest – rappresent­ate da Vincenzo Mariconda, Laura Salvanesch­i e Andrea Di Porto ( per Fininvest) – e quelli di Vivendi ( rappresent­ata da Giuseppe Scassellat­i Sforzolini, Ferdinando Emanuele e Roberto Argeri dello studio Cleary Gottlieb) ci sono 5 anni di scontri.

Adesso, dopo l’udienza conclusiva, può può partire il conto alla rovescia.partire il conto alla rovescia. Non saranno comunque brevi i tempi per conoscere l’ esito del procedimen­to civile con il quale Mediaset e Fininvest hanno presentato una richiesta risarcitor­ia, al socio francese Vivendi, superiore ai 3 miliardi di euro. Il collegio, presieduto da Angelo Mambri ani e composto anche dalle giudici Daniela Marconi e Amina Simonetti, si è riservato una decisione. I termini – due mesi – non sono perentori e infatti è quantomeno improbabil­e pensare che questo avvenga in un contenzios­o complesso com et enzi oso complesso come quello che vequello che vede contrappos­ti il gruppo di Cologno con la sua holding di controllo, da una parte, e la media company francese dall’altra. I tempi, peraltro, potrebbero allungarsi ulteriorme­nte se si dovesse ricorrere all’assistenza di un perito, ipotesi non affatto da scartare vista la complessit­à della materia e comunque richiesta da Media sete Fininvest per valutare concretame­nte illuta re concretame­nte il risarcimen­to del risarcimen­to del danno. Da Cologno è arrivata anche larichiest­a di riunione di tutte le cause civili (accompagna­ta dalla richiesta diu nasostanzi­ale riapertura dell’istruttori­a) visti gli sviluppi penali della vicenda che, secondo il Biscione, potrebbe cambiare la prospettiv­a degli eventi e sui quali, invece, Vivendi professa tranquilli­tà.

Di certo ieri è stata battaglia legale. Con tackle da una parte e dall’altra. Non a caso le contese legali rappresent­ano il fil rouge che lega tuttala vicenda Mediaset-Vivendi, unite in ununite in un de al nel 2016 chede al nel 2016 che avrebbe dovuto dare il la alla creazione di un gigante europeo dei contenuti e che invece si è trasformat­o nella quintessen­za di un pantano legale da cui non sembra possibile scorgere vie d’uscita, ancora oggi dopo cinque anni.

In In questo ca sole cause in discussion­equesto ca sole cause in discussion­e son otre e riguardano la mancata esecuzione zio ne del contratto di acquisto di Mediadel contratto di acquisto di Mediaset Premiumn el 2016, rifiutata da Vivendi perché considerat­a un vaso di Pandora con sorprese negative nascoste nei conti; la presunta violazione del patto parasocial­e tra Fininvest e Vivendi (conl’ impegno reciproco a non salire oltre una minima soglia nel capitale) e la presunta concorrenz­a sleale presunta concorrenz­a sleale della media della media company che fa capo a Vincent Bolloré che con una sostanzial­e scalata ostile avrebbe fatto crollare il titolo del gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi per poi farne incetta in Borsa e salire all’attuale quota che sfiora il 30 per cento.

È chiaro che ora sulla vicenda va a impattare anche l’indagine penale conclusa nei confronti di Vincent Bolloré ( all’epoca dei fatti presidente del Consiglio di sorveglian­za) e l’ad Arnaud de Puyfontain­e e per la quale i due ora rischiano il processo con le accuse di aggiotaggi­o e false comunicazi­oni al mercato. Il termine per sottoporsi agli interrogat­ori è il 4 marzo.

In questo quadro, varie altre questioni restano sullo sfondo mentre la partita fra civile e pena lesta arrivando al dunque. È incorso un’ istruttori­a dell’ Agcom seguita alla norma battezzata “Salva Mediaset” che potrebbe ristabilir­e limiti alla presenza di Vivendi nel capitale, dopo che la Corte di Giustizia Ue a settembre ha mandato in soffitta tutta la normativa italiana che aveva imposto a Vivendi di segregare parte del suo quasi 30% di Media set neldi Media set nel trust Simon.trust Simon. Contro questa istruttori­a Vivendi ha fatto ricorso al so alTar.Tar. Esista muovendo in Europa. Si va avanti a colpi di strattone.

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La sede del colosso francese a Parigi
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Vivendi. La sede del colosso francese a Parigi REUTERS

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