Olanda, risparmiatori risarciti: sentenza su bond subordinati
Coinvolti anche 500 italiani nella vicenda della SNS Bank
Era il primo febbraio del 2013. Quel giorno i 500 risparmiatori italiani che avevano comprato i bond subordinati della banca olandese SNS Bank assaggiarono, con qualche anno d’anticipo, lo stesso boccone amaro capitato successivamente nel piatto di tanti obbligazionisti di Popolare Etruria & C: l’azzeramento del loro investimento. Ma 8 anni più tardi hanno vinto la loro battaglia legale: il Tribunale di Amsterdam ha emesso una sentenza che condanna lo Stato olandese ( oggi azionista della banca) a indennizzare tutti gli obbligazionisti subordinati. In soldoni: lo Stato dovrà risarcirli per un importo complessivo di 805 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli interessi decorrenti dal 2013 ad oggi ( al tasso del 2- 3%). Ci sono voluti 8 anni. Ma alla fine ce l’hanno fatta: contro il bail- in ( che ai tempi non era ancora in vigore) hanno vinto loro. Davide ha battuto Golia.
La vicenda inizia 8 anni fa. L’allora ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem ( successivamente diventato presidente dell’Eurogruppo) di fronte alle difficoltà di SNS Bank, scrisse una lettera al Parlamento in cui chiedeva la nazionalizzazione. Operazione che - in linea con la direzione che stava prendendo l’Unione europea in tema di salvataggi bancari - prevedeva un effetto collaterale: il sacrificio dei bond subordinati. Le parole del ministro non lasciavano scampo: « Tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate di SNS Reaal e SNS Bank subiranno un esproprio. Ritengo che questi titoli dovranno essere rimborsati a zero euro, al pari delle azioni » . Insomma: in assenza di una normativa europea a riguardo ( quella del bail- in è arrivata successivamente) il ministro proponeva addirittura di espropriare i possessori di quei bond. E di negare loro qualunque forma di indennizzo. Il Parlamento votò. E anche 500 risparmiatori italiani si trovarono con un pugno di mosche in mano dall’oggi al domani.
L’aspetto curioso è che la banca ( guardando i bilanci e i rating BBB-/ BBB+/ Ba2) non versava in condizioni così drammatiche da giustificare una misura così drastica. Lo Stato olandese giustificava invece l’indennizzo pari a zero dicendo che non valeva più nulla. Questo ha spinto 500 risparmiatori italiani ( guidati dall’avvocato Luca Dezzani dello Studio Grimaldi) a promuovere insieme ad altri investitori internazionali un’azione legale contro lo Stato. E ieri il Tribunale ha dato loro ragione.
Agli obbligazionisti subordinati della holding SNS Reaal è stato riconosciuto un risarcimento al 65% del valore nominale, oltre agli interessi: questo porta l’indennizzo totale a circa l’ 80% del valore nominale. Gli obbligazionisti subordinati della SNS Bank si sono visti riconoscere un risarcimento del 75% del valore nominale, che con gli interessi arriva al 90%. Lo Stato olandese ha la facoltà di impugnare - entro 3 mesi - tale decisione di fronte alla Corte di Cassazione. Ma per soli motivi di diritto. L’effettivo pagamento dell’indennizzo potrebbe dunque subire dei ritardi. Ma una sentenza ora c’è. È la prima sullo spinoso tema del bail- in ( anche se nel 2013 non era in vigore). Attenzione però: l’indennizzo non sarà automatico, ma i risparmiatori dovranno procedere ad effettuare un apposito « claim » alla Tesoreria dello Stato Olandese. L’ultimo sforzo.