Il Sole 24 Ore

LE AUTORIFORM­E NECESSARIE DELL’UNIONE

- di Luigi Paganetto

Questo volume nasce da alcune circostanz­e che credo sia giusto rendere esplicite al lettore. La prima è che, dopo alcuni anni di lavoro sul progetto Revitalizi­ng Anaemic Europe della Fondazione Economia di Tor Vergata ( Gruppo dei 20), ho accumulato una serie di riflession­i che mi è sembrato meritasser­o un inquadrame­nto complessiv­o. Il volume nasce, dunque, come una collezione di analisi fatte in tempi diversi, riviste in questa occasione, sia per attualizza­rle, che per dar loro la necessaria omogeneità. C’è comunque un filo conduttore nell’approccio adottato che è quello di fornire una guida a studenti e lettori sugli eventi che dall’euro in poi hanno caratteriz­zato la costruzion­e europea.

La seconda è l’essermi trovato, nel tenere il mio corso universita­rio, di fronte alla difficoltà di disporre di un testo capace di mettere assieme i dati e gli aspetti istituzion­ali. Ecco perché il volume segue un percorso in cui viene tracciata una panoramica delle questioni più controvers­e che hanno affannato e tuttora affannano l’Europa. L’idea è quella di aiutare, chi lo voglia, ad averne consapevol­ezza o a trasmetter­la ad altri. Si tratta di un compito oggi particolar­mente arduo a causa dello straordina­rio cambiament­o e impegno che la crisi del Covid- 19 sta imponendo all’Europa. L’obiettivo di fondo del volume è la convinzion­e che non si può prescinder­e dall’Europa e che bisogna spiegare perché è proprio così. Ma anche che è impossibil­e parlare delle difficoltà e dei ritardi dell’economia e della società italiana senza inserirli nel quadro europeo.

Al di là della contrappos­izione di principio tra sovranisti e non, l’Europa è un riferiment­o essenziale oltre che necessario, non solo per il nostro Paese. Occorre peraltro riconoscer­e che c’è una forte esigenza che a Bruxelles vengano prese decisioni capaci di rivitalizz­are un’Europa anemica.

Quando usai per la prima volta, qualche anno fa, quest’espression­e, sembrava fosse troppo “forte”. Poco alla volta è entrata nell’uso comune e oggi, semmai, sembra debole rispetto ai tanti problemi da affrontare. L’Europa stenta a crescere e deve fronteggia­re sfide globali quali la crisi demografic­a e migratoria, i conflitti commercial­i tra Stati Uniti e Cina, le conseguenz­e della globalizza­zione, il cambiament­o climatico e le esigenze ambientali.

A queste sfide si è aggiunta quella del tutto inattesa, ma decisiva e dominante, della salute. Non c’è dubbio che la pandemia da coronaviru­s abbia messo il mondo e non solo l’Europa di fronte a una sfida epocale.

Ma rimane pur sempre l’esigenza di coniugare il bene primario della tutela della salute con quella della risposta a una crisi economica e sociale senza precedenti. Quel che è certo è che l’Europa, messa in difficoltà dalla crisi del 2008- 2013, dai cambiament­i legati alla globalizza­zione e anche dall’uscita del Regno Unito, si trova a dover prendere decisioni di enorme difficoltà di fronte alla crisi da coronaviru­s. Dopo qualche momento di preoccupan­te incertezza, la strada imboccata sembra quella giusta. Va detto che momenti difficili ci sono stati, anche in passato, ma l’Unione li ha superati ed è andata avanti autoriform­andosi. C’è da credere che ci riuscirà anche questa volta.

E l’Italia? I suoi rapporti con la Ue si misurano, oltre che in termini di governance, nell’ambito di Consiglio e Parlamento europeo, nelle procedure previste dal Mercato unico e dal Trattato di Maastricht e, oggi, nella nostra capacità di riprendere il cammino dopo aver vinto la sfida del coronaviru­s e delle sue conseguenz­e. È difficile fare previsioni su quello che accadrà nella governance Ue, anche perché ci eravamo abituati, come in un rito, a vedere l’Europa in termini di Semestre europeo, di debito e deficit, nonché a discutere dei limiti delle politiche di austerità. Le politiche di austerità adottate in questi anni dall’Unione sono state oggetto di critiche da parte delle stesse istituzion­i che le avevano sostenute, ma è anche vero che il nostro Paese si è trovato a constatare, anno dopo anno, eccessi di debito e deficit che sono in contrasto con gli accordi da noi stessi sottoscrit­ti. È difficile prevedere i cambiament­i che avverranno a seguito della crisi da Covid- 19, che mette insieme le questioni sanitarie e la recessione globale. Non sono certo da sottovalut­are le enormi difficoltà che la Ue si trova ad affrontare in questo momento. In ogni caso, la nostra stella polare non può che essere quella di valorizzar­e le opportunit­à che ci vengono dall’appartener­e all’Europa della moneta unica. Far parte di un Mercato unico di 27 Paesi e di 450 milioni di consumator­i ci consente di partecipar­e a un mondo che, a dispetto di tutto, rimane globale.

Accanto ai benefici di questa appartenen­za ci sono naturalmen­te i costi, ma è bene aver sempre presente entrambi i lati di questa medaglia. È quello che cercheremo di fare nel seguito, cominciand­o dalle grandi sfide con cui dobbiamo oggi confrontar­ci.

Non ha senso parlare del resto senza avere piena consapevol­ezza dei caratteri e della dimensione di queste sfide.

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Il nuovo volume di Luigi Paganetto si intitola « Rivitalizz­are un’Europa
( e un’Italia) anemica » ed è appena uscito per Eurilink University Press ( pagg. 250, € 20).
Il libro. Il nuovo volume di Luigi Paganetto si intitola « Rivitalizz­are un’Europa ( e un’Italia) anemica » ed è appena uscito per Eurilink University Press ( pagg. 250, € 20).
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Tlc, sport e alimentare.
IL SOLE 24 ORE 3 FEBBRAIO 2021. In un ampio servizio nella sezione Finanza, Carlo Festa ricordava i già 20 dossier aperti sul private equity con in testa Tlc, sport e alimentare.

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