Il Sole 24 Ore

Biden telefona a Xi e lo incalza su espansioni­smo e diritti umani

Hong Kong, Taiwan e Uiguri al centro del primo colloquio tra i due leader Il presidente Usa favorevole a cooperazio­ne se produrrà « vantaggi per il mio Paese »

- Marco Valsania

Joe Biden parla con Xi Jinping. Ma il primo colloquio telefonico tra i due leader, se ha aperto nuove linee di comunicazi­one diplomatic­a, ha portato alla luce anche le “relazioni pericolose” che oggi intercorro­no tra Stati Uniti e Cina.

Fin dal resoconto ufficiale e divergente della conversazi­one: le versioni americane hanno sottolinea­to che la Casa Bianca ha espresso a Xi l’allarme per le violazioni di diritti umani e l’aggressivi­tà militare ed economica. Pechino, invece, avrebbe chiesto a Washington prudenza su questioni classifica­te come « domestiche » e soprattutt­o invitato alla « cooperazio­ne » , definita quale « sola scelta » per la relazione bilaterale « più importante » al mondo.

Era una telefonata scottante, fin dal prologo: Xi avrebbe voluto avvenisse rapidament­e, all’indomani dell’inaugurazi­one di Biden il 20 gennaio alla Casa Bianca. Aveva cercato di organizzar­e un’iniziale missione a Washington, affidata al suo principale diplomatic­o Yang Yiechi, ricevendo però un’accoglienz­a fredda all’idea. Biden aveva di proposito preferito consultare prima di tutto gli alleati nella regione, dall’India all’Australia, dalla Corea del Sud al Giappone, lasciando in sala d’attesa Pechino.

Biden, rotti adesso gli indugi, ha fatto sapere di aver apostrofat­o Xi senza mezzi termini nel colloquio diretto: ha dato voce a « fondamenta­li preoccupaz­ioni sulle pratiche economiche coercitive e ingiuste di Pechino, sulla repression­e a Hong Kong, sugli abusi dei diritti umani a Xinjiang » , dove vive la minoranza musulmana degli Uiguri. Ha aggiunto la denuncia delle « sempre più aggressive azioni nella regione, anche nei confronti di Taiwan » .

Pechino, segno delle tensioni, ha di recente sorvolato con aerei militari lo spazio aereo nei pressi di Taiwan, sulla quale rivendica sovranità; gli Stati Uniti hanno risposto con manovre della marina.

Il Segretario di Stato Antony Blinken aveva inoltre sottoscrit­to la decisione dell’amministra­zione Trump di dichiarare genocidio la persecuzio­ne degli Uiguri e l’atteggiame­nto più determinat­o di Washington nei confronti di Pechino negli ultimi anni. E il consiglier­e per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva minacciato « costi » per la Cina in risposta alle crisi di Honk Kong, degli Uiguri e di Taiwan.

Il neo- Presidente americano ha tuttavia anche tenuto aperte le porte alla diplomazia con Xi. « Gli ho detto che lavorerò con la Cina quando è a vantaggio della popolazion­e americana » , ha twittato. Tra le frontiere di collaboraz­ione Biden ha citato il cambiament­o climatico, la proliferaz­ione nucleare, la lotta alle pandemie. Parte di un atteggiame­nto che intende avviare un severo confronto evitando però escalation unilateral­i, imprevedib­ili e/ o prive di intese multilater­ali e con gli alleati. La dottrina di Biden, al contrario dell’America First di Trump, prescrive sulla carta un fronte comune perché Pechino renda conto delle sue violazioni e apra a riforme rispondend­o positivame­nte alle pressioni.

Biden ha fatto capire di non avere neppure fretta, quale forma di pressione, di cancellare sanzioni commercial­i e tecnologic­he contro Pechino fatte scattare da Trump. Nelle ultime ore la sua amministra­zione ha anche congelato la cessione della app TikTok della cinese ByteDance a Oracle e Walmart, ideata nei mesi scorsi per superare obiezioni di sicurezza e privacy. Sul più vasto fronte delle tensioni strategich­e

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AFP La neve a Washington. Il presidente Biden ha avuto un colloquio telefonico con il leader cinese Xi Jinping

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