Lavrov gela Berlino: « Pronti a rompere le relazioni con la Ue »
Gli scambi verbali tra Russia e Unione Europea si sono avvicinati ieri pericolosamente a un punto di non ritorno quando il ministro degli Esteri di Vladimir Putin, Serghej Lavrov, ha avvertito che l’adozione di ulteriori sanzioni Ue ai danni dell’economia russa vedrebbero Mosca pronta ad affrontare una rottura delle relazioni. « Non vogliamo isolarci - ha avvertito cupamente Lavrov -, ma dobbiamo essere pronti. Se vuoi la pace, devi prepararti alla guerra » . Anche con il tuo principale partner commerciale, quale è la Ue per la Russia.
Le parole di Lavrov più di tutti hanno sconcertato la Germania: Paese che ha fatto quadrato intorno al gasdotto russo- tedesco ai primi posti nella lista dei progetti da punire con nuove sanzioni. Malgrado la condanna di Aleksej Navalny ( ieri di nuovo in tribunale), malgrado la repressione delle proteste e il giro di vite contro i suoi sostenitori, malgrado la pubblica umiliazione per mano di Lavrov a Mosca contro Josep Borrell, l’Alto rappresentante della politica estera europea che aveva voluto tentare a tutti i costi l’avvio di un dialogo anche sui fronti più difficili, Berlino ha sempre insistito per tenere in vita Nord Stream 2, peraltro quasi ultimato.
Le dichiarazioni di Lavrov, ha commentato una portavoce del ministero degli Esteri tedesco, sono « sconcertanti e incomprensibili » . « Posso solo confermarlo » , le ha fatto eco Steffen Seibert a nome della Cancelleria. Da Mosca intanto il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, cercava di attenuare la tensione: non vogliamo interrompere i legami, ha detto, ma dobbiamo essere preparati in caso si verifichino « sviluppi insensati » . La Russia, del resto, ha ormai già diversi anni di sanzioni alle spalle: le restrizioni che in seguito alla crisi ucraina del 2014 hanno limitato le possibilità di raccolta di capitali all’estero e di cooperazione industriale sui fronti dell’energia e degli armamenti. Il successivo embargo sui generi alimentari europei ha poi spinto le imprese locali a produrli da sé: così come è stata costretta a fare Gazprom, impegnata a ultimare da sola Nord Stream 2 sotto la minaccia di sanzioni americane.
Ma il mercato europeo i russi non possono darselo da soli, malgrado Peskov affermi la necessità di « essere pronti a sostituire con infrastrutture nazionali tutto ciò di cui possiamo essere privati » . Quei legami energetici che il presidente tedesco Frank- Walter Steinmeier ha definito « l’ultimo ponte tra Russia ed Europa » .
In questa partita saranno decisive le scelte a cui il nuovo presidente americano Joe Biden è chiamato in queste ore: punire il Cremlino per il caso Navalny dando il suo via libera alle sanzioni contro Nord Stream, oppure rinviarle accettando la richiesta della Germania. E questo a pochi giorni dalla grande conferenza di Monaco sulla Sicurezza, che Biden aprirà al fianco della cancelliera Angela Merkel. Interverrà sul tema del rafforzamento dei legami transatlantici. Che posto vuole avere Mosca in tutto questo?