« Un Fondo sovrano per capitalizzare le piccole imprese »
Fraccaro lascerà oggi a Garofoli il lavoro fatto sullo strumento strategico pubblico- privato: usando 11 miliardi dei fondi Cdp già stanziati, possibili interventi fino a 55 miliardi
Riccardo Fraccaro non perde il gusto di fare proposte di rottura, come fu il Superbonus, di cui all’inizio nessuno voleva sentir parlare, soprattutto al Mef. Oggi lascia il suo ufficio di sottosegretario a Palazzo Chigi e, nel passaggio di consegne a Roberto Garofoli, gli lascerà un documento « di politica industriale » che punta all’istituzione di un « Fondo sovrano strategico » con una potenza di fuoco di 55 miliardi per il rafforzamento del capitale delle piccole imprese italiane. La proposta si mette sulla scia della bozza di regolamento su Patrimonio destinato, il fondo dotato di capienza massima di 44 miliardi di euro, gestito da Cdp per intervenire nel capitale delle imprese o di sottoscrivere prestiti obbligazionari. Fraccaro ci ha lavorato nel governo uscente e ora la passa a Garofoli, che è stato capo di gabinetto al Mef. Dietro questo gesto, irrituale considerando che la competenza è del Mef, si nasconde anche la preoccupazione di M5S di essere tagliati fuori da tutti i ministeri e i tavoli che contano in materia economica.
Patrimonio destinato ha due finalità distinte: il sostegno alle imprese in difficoltà nel quadro del Temporary Framework europeo e la crescita delle aziende tramite operazioni effettuate secondo logiche di mercato con il coinvestimento obbligatorio di investitori privati.
Fraccaro propone di staccare una costola da Patrimonio destinato per centrare questa seconda finalità. « Grazie a una parte di queste risorse - propone nel documento - potrebbe essere costituito un Fondo Sovrano Strategico ( FSS), che effettui esclusivamente operazioni finalizzate alla crescita e alla valorizzazione delle imprese, delle filiere, delle società di rilevante interesse nazionale e dei comparti industriali più strategici per il Paese. Tale ruolo potrebbe essere affidato, come suggerito peraltro dal recente parere del Senato, a una Sgr controllata da Cdp come il Fondo Italiano d’Investimento » . Il FSS « agirebbe esclusivamente tramite operazioni di mercato e sarebbe in grado di mobilitare una parte dell’ingente risparmio privato canalizzandolo a sostegno del mondo produttivo » .
L'ipotesi è di allocare al FSS il 25% dei 44 miliardi del Patrimonio Destinato: « gli 11 miliardi di dotazione iniziale diventerebbero circa 55 miliardi grazie all’effetto moltiplicatore » . Considerando i 33 miliardi che resterebbero nella gestione diretta di Cdp, si arriverebbe a 88 miliardi complessivi come Patrimonio destinato.
Quattro dovrebbero essere i fronti di intervento del Fondo sovrano: a) acquisirebbe quote di minoranza in imprese ad alto potenziale, operanti in settori strategici e dotate di convincenti piani di crescita; b) favorirebbe una governance competitiva ed efficiente introducendo nel Cda manager competenti per sfidare lo status quo; c) agirebbe principalmente sul mercato primario ( tramite quindi iniezioni di capitale nelle imprese) e sul secondario ( acquisto di azioni negoziate) solo in maniera prodromica, utilizzando in maniera ponderata la leva finanziaria; d) favorirebbe processi di consolidamento per linee interne ed esterne ( aggregazioni) per accrescere le potenzialità internazionali.
Fraccaro è convinto che lo strumento contribuirebbe a superare il « dualismo industriale italiano » ( medio- grandi imprese dinamiche con alti livelli di produttività e molte piccole imprese poco competitive e con scarsa propensione a innovare), aiutando le piccole imprese a partecipare a progetti di sviluppo e innovazione, aumentando la loro produttività e competitività internazionale, riducendo il peso del debito bancario. E intervenendo sul management.
Per realizzare il Fondo Sovrano Strategico proposto da Fraccaro sarebbe necessario intervenire sulla bozza del regolamento Mef eliminando i limiti previsti dall’articolo 23 che consentono di intervenire solo su imprese strategiche quotate con capitalizzazione inferiore a 250 milioni.