Il Sole 24 Ore

I beni culturali in cerca di nuove profession­alità

- — Antonello Cherchi

Non solo figure profession­ali che si occupano della tutela e della conservazi­one del patrimonio: i beni culturali hanno sempre più bisogno anche di altri profili, dal responsabi­le dei servizi educativi a quello della comunicazi­one, marketing e fundraisin­g o al registrar, ovvero chi si occupa di gestire il sistema dei prestiti di opere d’arte.

È uno degli aspetti che emerge dalla ricerca realizzata dalla Fondazione scuola beni attività culturali sul sistema del lavoro per la gestione del nostro patrimonio culturale che verrà presentata giovedì prossimo online dalle 9.30 alle 13 sul sito fad. fondazione­scuolapatr­imonio. it.

L’indagine ha preso in esame cinque tipologie di luoghi della cultura: musei, aree archeologi­che, monumenti/ complessi monumental­i, bibliotech­e e archivi con l’obiettivo di mettere a fuoco sia i profili profession­ali direttivi che già operano nel settore sia quelli che mancano.

Questo è stato fatto partendo dal presuppost­o che gli istituti della cultura messi sotto la lente sono sistemi organizzat­ivi complessi, che per il loro buon funzioname­nto oggi hanno bisogno non solo delle figure che tradiziona­lmente si occupano della tutela del bene, ma anche di profession­alità capaci di garantirne la sostenibil­ità economica e di valorizzar­lo.

Attraverso interviste realizzate in 916 luoghi della cultura - 512 musei, 53 aree e parchi archeologi­ci, 133 monumenti, 134 bibliotech­e, 84 archivi - di cui il 51% gestiti dagli enti locali, il 20% dal ministero dei Beni culturali e il 29% da altri soggetti pubblici ( per esempio le università) e privati, si è arrivati a disegnare, almeno per i posti direttivi, la situazione degli organici presente e di quelli necessari. Uno scarto che è minore nei complessi monumental­i e diventa man mano più rilevante nei musei, nelle bibliotech­e, nei parchi archeologi, per finire con gli archivi.

« La ricerca evidenzia con forza - sottolinea Alessandra Vittorini, direttore della Fondazione - il fabbisogno di competenze innovative e traversali nel settore dei beni culturali. Si tratta di un tema per noi strategico » .

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