Australia, rush finale per l’intesa sui contenuti
Editori e giganti di internet negoziano un accordo quadro sulla remunerazione
Stretta finale per un accordo fra Google e Facebook, da una parte, e media australiani dall’altra. I colossi Usa sarebbero molto vicini a un’intesa con gli editori australiani impegnati nella richiesta di una remunerazione per l’uso dei propri contenuti da parte dei big del digitale.
In ballo ci sono milioni di dollari attesi come non mai da gruppi messi evidentemente sotto pressione da un cambio di paradigma nel mondo dei media, imposto dall’arrivo sulla scena dei giganti del Web, che nell’ultimo anno si è incrociato con le conseguenze dell’emergenza sanitaria legata al Covid.
L’accordo è fortemente incoraggiato dal governo australiano che sta studiando un codice di condotta vincolante per i social media. In base a questo codice elaborato dal governo australiano i big del web sono chiamati a negoziare con ciascun editore un compenso per la condivisione dei contenuti. Qualora non si trovasse l’accordo, si andrebbe poi verso una soluzione arbitrale.
« Questa è una riforma enorme e una prima mondiale. Tutti guardano all'Australia » , ha detto nei giorni scorsi il ministro del Tesoro Josh Frydenberg parlando con i giornalisti a Canberra e aggiungendo: « La nostra legislazione contribuirà a garantire che le regole del mondo digitale rispecchino le regole del mondo reale e sosterranno il nostro settore dei media » .
Nelle scorse ore è stato però sempre Frydenberg a dire che i colloqui con il ceo di Facebook Mark Zuckerberg e il ceo di Google Sundar Pichai avrebbero compiuto « grandi progressi nel fine settimana » . Credo, ha precisato ancora il segretario al Tesoro australiano, « che siamo molto vicini ad alcuni accordi commerciali molto importanti » aggiungendo che tutto ciò « trasformerebbe il panorama dei media australiani » .
Allo sviluppo della nuova legislazione e della possibile intesa in Australia si guarda con attenzione in Europa, dove nel 2019 la Ue ha dato alla luce la direttiva sul copyright che prevede una forma di compensazione per i media da parte dei big della Silicon Valley e che è oggetto di attuazione dei vari Stati membri.