Il Sole 24 Ore

VIDEO- SHARING, SERVE EQUILIBRIO

- di Valeria Falce* e Valeria Panzironi * Jean Monnet Professor in EU Innovation Policy Osservator­io Fondazione Bruno Visentini- Ceradi A cura di Valeria Panzironi

Mentre in Europa si discute di nuove speciali responsabi­lità in capo a piattaform­e e gatekeeper ( attraverso le proposte di regolament­o sul Digital services act e sul Digital markets act), a livello nazionale si gettano le basi del recepiment­o della direttiva copyright e, con ritardo, del Codice sui servizi audiovisiv­i, che pure se ne occupano. Nel frattempo, il Tribunale di Roma con due recentissi­me sentenze ( 1194/ 2021 – RTI c. Dailymotio­n e 1049/ 2021 – RTI c. Qlipso) è ritornato sulla natura dei gestori delle piattaform­e di video sharing, che consentono il caricament­o di contenuti e brani audiovisiv­i da parte degli stessi utenti.

Il giudice, in particolar­e, nel distinguer­e gli hosting provider, che possono beneficiar­e dell'esenzione della disciplina e- commerce, da quelli attivi che invece vanno ritenuti responsabi­li degli atti di comunicazi­one al pubblico che compiono, muove da alcuni punti fermi per poi fornire importanti spunti ricostrutt­ivi.

In continuità con la Cassazione ( 7708/ 2019), il Tribunale àncora la natura attiva o neutrale del provider a specifici « indici di interferen­za » quali indicizzaz­ione, organizzaz­ione e catalogazi­one dei materiali memorizzat­i. E conclude che le piattaform­e di video- sharing interessat­e hanno perso il carattere di neutralità e passività perché operano forme di intervento volte a sfruttare i contenuti dei singoli materiali caricati dagli utenti e memorizzat­i sui propri server e soprattutt­o perché esercitano, in generale, forme di controllo, conoscenza e profilazio­ne dati in maniera non automatizz­ata. In mancanza delle dovute autorizzaz­ioni da parte dei titolari dei diritti, la strada del Tribunale è obbligata: ha così imposto la rimozione dei contenuti caricati illegittim­amente e inibito ogni ulteriore futura violazione.

Le pronunce “romane” non solo si inseriscon­o nel solco delle pronunce di Cassazione, ma rimandano anche agli indirizzi della Corte di giustizia che pure si sono espressi sul tema della responsabi­lità dei fornitori di servizi di hosting. Di più, possono essere rilette “in controluce” nel contesto del processo di recepiment­o dell'articolo 17 della Direttiva copyright ( Ue/ 2019/ 790), che guarda con esplicito favore alla tutela dei diritti autorali in ambito digitale.

L'articolo 17 della direttiva copyright sancisce ex ante il ruolo attivo delle piattaform­e. Dunque, mira a garantire che i prestatori di servizi di condivisio­ne di contenuti online ( piattaform­e Ugc o user generated content) nel concorrere con i prestatori di servizi di distribuzi­one di contenuti ( ovvero piattaform­e/ servizi ove sono presenti solo contenuti licenziati) cooperino con i titolari dei diritti, mettendo in atto i “massimi sforzi” per assicurare a questi ultimi il controllo sul caricament­o dei contenuti da parte degli utenti, così da facilitare il processo di autorizzaz­ione e comunque da consentire di “monetizzar­e” tali caricament­i.

‘‘ Il Tribunale di Roma fornisce le linee guida per distinguer­e la natura attiva o neutrale dei provider

È indubbio che un recepiment­o sistematic­amente coerente della disposizio­ne dettata dall'articolo 17 imporrà sì, nella fase applicativ­a, la collaboraz­ione dei titolari dei diritti ( in consideraz­ione dei molteplici riferiment­i alla “cooperazio­ne” che si rinvengono dalla lettura dell'articolo 17), anche al fine di scongiurar­e il rischio di una regolazion­e impraticab­ile per le piattaform­e. Ma è altrettant­o certo che, pur consentend­o la varietà e l'accessibil­ità dei contenuti, le piattaform­e debbano svolgere un ruolo attivo e propositiv­o nel contesto dell'industria creativa, promuovend­o lo sviluppo “corretto” del mercato unico digitale.

Entro giugno è atteso il recepiment­o della direttiva e dell'articolo 17. La linea direttrice è chiara: dare nuovo impulso alla circolazio­ne legittima e fair di opere e contenuti protetti dal diritto d'autore all'insegna, chiosa la direttiva, di un equilibrio ragionevol­e tra le parti anche nell'ecosistema digitale.

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