Furlan: « Lascio la Cisl per favorire il ricambio »
Ict, industria, logistica, multiutility tra i settori dove il problema è più sentito
« Lascio per consentire il ricambio del gruppo dirigente della nostra organizzazione ed un nuovo percorso » . Così la leader Cisl, Annamaria Furlan ha spiegato ieri, davanti alla platea in videoconferenza dell'esecutivo della Cisl, i motivi dell’addio anticipato di un anno dal sindacato di via Po. La formalizzazione sarà al prossimo Consiglio generale della Cisl dei primi di marzo. In quella sede si compirebbe la staffetta con l'attuale segretario generale aggiunto, Luigi Sbarra.
Dei tanti paradossi del mercato del lavoro italiano ce ne è uno che rischia di rappresentare una zavorra all’auspicata ripresa post Covid. Si tratta del “mismatch” di competenze, che, nonostante crisi ed emergenza sanitaria, continua ad attestarsi su valori elevati, specie nelle discipline scientifico-tecnologiche, cosiddette “Stem”.
Per quasi sei imprese su 10 ( 57,8%, per la precisione) - l’indagine ha coinvolto un migliaio di datori intervistati ad autunno 2020 da Randstad Research - è proprio la « sotto qualificazione tecnico- scientifica » il fattore principale alla base del “gap di preparazione” dei lavoratori. Per il 45% delle aziende questo “disallineamento” emerge subito, già nella fase di selezione, chiamando in causa la scuola. Le difficoltà di reperimento si fanno sentire soprattutto su Ict, trasporti e logistica, servizi alle imprese, multiutility, costruzione e industria. Insomma, un po’ il core del nostro made in Italy, già travolto da Industria 4.0, e che ora prova a ripartire.
L’argomento è delicato, e secondo Daniele Fano, coordinatore del comitato scientifico del Randstad Research, il mismatch va aggredito « con un radicale miglioramento di istruzione e formazione, e aumentando il tasso di partecipazione al lavoro, in primis di donne e giovani » . Del resto, negli ultimi 15 anni è andato in scena un film paradossale: disoccupazione elevata e al tempo stesso difficoltà crescente a coprire i posti vacanti. Nel 2020, con il Covid, il mismatch si è appena ridotto, ma non per una rinnovata efficienza, quanto per l’effetto combinato di blocco dei licenziamenti ( che sta frenando riorganizzazioni e nuove assunzioni) e incremento degli inattivi tra le fasce più deboli ( donne, under 35, lavoratori precari).
L’attenzione adesso è tutta rivolta al Recovery Fund, dove Mario Draghi proverà a tratteggiare una rinnovata filiera formativa professionalizzante; e al decollo delle politiche attive e di riqualificazione delle competenze. Su quest’ultimo punto, ha insistito Irene Tinagli, presidente della commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo, che ha ribadito l’impegno Ue a sostenere l’Italia negli « investimenti sul capitale umano » .
Secondo un’elaborazione su dati Excelsior 2019 le 5 professioni più “introvabili” sono: tecnici meccanici, analisti e progettisti software, tecnici programmatori, specialisti di saldatura elettrica, saldatori e tagliatori a fiamma. « Dobbiamo lavorare sull’orientamento scolastico nelle scuole medie, investire nella scuola e nella formazione 4.0 dei docenti - ha chiosato Pierangelo Albini, direttore dell’area Lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria -. Strumenti che funzionano come Its, apprendistato, alternanza vanno messi in filiera e rilanciati per costruire una seconda gamba professionalizzante. Senza interventi rapidi e coordinati rischiamo un danno enorme per il Paese » .
Da parte del commercio è stata esposta al ministro la situazione drammatica del settore