« Per l’Eurogruppo la priorità è ancora sostenere l’economia »
In futuro sarà necessario riportare il livello del debito su un percorso sostenibile
È ancora presto per parlare di ripresa dell’economia nella zona euro, ma la speranza è che dal secondo trimestre in poi la congiuntura possa finalmente migliorare sulla scia di una accelerazione del numero di vaccinazioni contro il coronavirus. Il 2021 sarà quindi un anno di decisioni delicate per i ministri delle Finanze che dovranno riflettere sul futuro della politica economica, oggi tutta rivolta al generoso sostegno dell’economia per via dello shock provocato dalla pandemia virale.
Questa settimana il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha annunciato che in maggio Bruxelles farà il punto sulla sospensione del Patto di Stabilità, decisa al momento dello scoppio della pandemia virale. Già in marzo Bruxelles presenterà linee- guida sul modo in cui preparare i prossimi bilanci nazionali e le variabili che bisognerà analizzare quando si deciderà che il Patto di Stabilità tornerà in auge. La clausola d’emergenza rimarrà comunque in vigore per tutto il 2021.
Da qui a luglio, i ministri delle Finanze vorranno decidere la posizione di bilancio della zona euro nel 2022. « Dipenderà dalla situazione sanitaria che avremo nel secondo trimestre di quest’anno, così come dall’andamento dell’economia » , ha detto Paschal Donohoe, il presidente dell’Eurogruppo, a un gruppo di quotidiani tra cui Il Sole 24 Ore. L’uomo politico irlandese ha spiegato che la solidità finanziaria delle aziende così come l’ammontare dei crediti inesigibili saranno fattori da considerare nelle scelte di bilancio.
Alla fine del terzo trimestre del 2020, il debito pubblico della zona euro ammontava al 97,3% del prodotto interno lordo rispetto all’ 85,8% dello stesso periodo del 2019. La pandemia ha colpito i Paesi in modo diverso anche su questo fronte: nel 2020, il debito dovrebbe essere salito al 60% del Pil in Olanda, al 71% del Pil in Germania e al 160% del Pil in Italia. Si intravedono già le prime incomprensioni tra i governi su quando e come iniziare a ridurre l’indebitamento.
Nelle sue ultime previsioni, Bruxelles ha messo in luce una ripresa a macchia di leopardo. A una domanda sui rischi di un nuovo divario Nord- Sud in Europa, il presidente dell’Eurogrppo ha messo l’accento sulla necessità di coordinare le politiche economiche nazionali e sul fatto che per ora un consenso è emerso sul modo in cui gestire lo shock economico provocato dalla pandemia, anche attraverso il Fondo per la Ripresa: « Il consenso non può essere dato per scontato, ma per ora è un successo politico » .
« L’Eurogrupppo – precisa ancora Paschal Donohoe – capisce la necessità di riportare in futuro il livello del debito su un percorso sostenibile. Per ora, tuttavia, siamo concentrati su come possiamo sostenere le nostre economie. Se le misure di sostegno attualmente in vigore non ci fossero, ci sarebbero conseguenze economiche che da sole avrebbero un effetto sul debito nel medio termine (…) Gli investimenti che facciamo in questo momento devono servire ad aiutare la crescita in futuro » .
Ha poi aggiunto il ministro delle Finanze irlandese: « L’Euroguppo è impegnato nel rendere il debito sostenibile. Ma in questo momento, il rischio di ritirare le misure di sostegno oggi in vigore è molto maggiore del rischio di mantenere le stesse misure troppo a lungo » . La presa di posizione giunge mentre economisti di mercato notano preoccupati quanto il sostegno all’economia in Europa sia modesto rispetto alle forze anti- recessione messe in campo negli Stati Uniti.
L’altro argomento in agenda è la riforma del Patto di Stabilità, avviata nel 2019, ma poi congelata a causa della pandemia virale. Su questo fronte, lo stesso Donohoe ha ricordato che le proposte dovranno arrivare dalla Commissione. « Per me, in questo momento, è importante capire quali siano le corrette politiche di bilancio per il 2022 » . Al di là delle difficoltà di capire se e come riformare il Patto, difficilmente i Paesi membri troveranno un eventuale compromesso prima del voto tedesco di settembre.
A questo riguardo ieri, alla fine della riunione dell’Ecofin, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha spiegato che durante il processo di revisione del Patto si prenderà in considerazione anche la proposta del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche ( il Fiscal Board, in inglese) di scorporare gli investimenti verdi dal deficit. Il tema della golden rule, come viene chiamato solitamente, è al centro di difficili discussioni tra i Paesi membri da oltre 20 anni.
Dombrovskis: nella revisione del Patto si valuterà lo scorporo degli investimenti verdi dal deficit