Giustizia vaticana, il Papa riforma il codice penale
Mini- riforma della giustizia penale del Vaticano, con norme più garantiste: sconti di pena, possibilità di concordare un programma di lavori di pubblica utilità e volontariato, sospensione del dibattimento nel caso di legittimo impedimento da parte dell’imputato, abolendo il processo in contumacia. Il Papa con un Motu Proprio non avvia certo la separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu ( il Pontefice ha poteri assoluti e nessuno protesta) ma fa pur sempre un passo avanti: in particolare interviene sul secondo e terzo grado di giudizio, introducendo principi fino ad oggi inesistenti. Si stabilisce infatti che « l’ufficio del promotore di giustizia esercita in autonomia e indipendenza, nei tre gradi di giudizio, le funzioni di pubblico ministero e le altre assegnategli dalla legge » , mentre fino ad oggi in caso di ricorso – precisa Vatican News - la pubblica accusa era rappresentata da un altro magistrato rispetto a quello che l’ha condotta in primo grado. Diverso rimarrà il collegio chiamato a giudicare. Una norma chiaramente legata anche al processo ad Angelo Caloia, ex presidente Ior fino a 2009, condannato a 8 anni e 11 mesi per la vicenda relativa alla svendita degli immobili dell'Istituto, sentenza verso cui gli avvocati hanno preannunciato ricorso in appello. La norma, tesa a velocizzare i procedimenti, si è resa necessaria perché fino ad oggi non c’erano stati mai ricorsi. ( Ca. Mar.)