Italia, lavoro e programma Ma cita la pandemia 20 volte
Tra le citazioni spiccano Papa Francesco, Cavour, Visentini e Cosciani
« Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini » : l’orologio indica le 10 e 16 quando Mario Draghi, non senza emozione, nell’Aula del Senato comincia a illustrare le linee programmatiche del suo governo facendo subito esplicito riferimento, fin dalle primissime battute, alla necessità di bloccare rapidamente la diffusione del Coronavirus e di uscire il prima possibile dall’emergenza. Il premier nei quasi 53 minuti del suo discorso ( interrotto da 21 applausi) - in cui vengono citati Papa Francesco, Camillo Benso conte di Cavour, Bruno Visentini e Cesare Cosciani - pronuncia per altre 19 volte la parola ” pandemia”, quasi a voler caratterizzare in modo chiaro la rotta dell’esecutivo che è stato chiamato a guidare.
Ma anche altre voci significative sono ricorrenti nei passaggi chiave delle 13 cartelle dell’intervento di Draghi. A cominciare da « lavoro » e « lavoratori » , « programma » , « investimenti » , « giovani » e « donne » . Che però, come numero di citazioni, vengono precedute dalle parole « Paese » e « Italia » , ripetute rispettivamente per 18 e 16 volte. Due riferimenti precisi, che offrono la possibilità di misurare le priorità su cui nelle prossime settimane il premier vuole concentrare l’azione del governo, ma anche la sua visione interna e internazionale nel breve e nel medio periodo. « Senza l'Italia non c'è l'Europa. Ma, fuori dall'Europa c'è meno Italia. Non c'è sovranità nella solitudine » , afferma Draghi mandando di fatto un messaggio chiaro ai partner europei e, indirettamente, anche a Matteo Salvini. E per sgomberare il campo da qualsiasi possibile ambiguità, Draghi conferma anche l’irreversibilità della scelta dell’euro.
Ma oltre a indicare rotta e punti di riferimento del suo governo, Draghi fissa anche le mete da conquistare e i punti d’attracco ineludibili. La parola « lavoro » è indicata per 16 volte nelle sue linee programmatiche che vedono anche citati i « lavoratori » in 9 occasioni. « Dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività » , dice il presidente del consiglio. Che prospetta un disegno del Welfare più moderno in cui si dovrà tenere conto anche degli interventi per dare qualcosa di più di una semplice speranza ai giovani e recuperare il terreno perduto sulla parità di genere. Anche perché a pagare un prezzo “salato” alla crisi sono stati, proprio « i giovani, i lavoratori autonomi e le donne » . Giovani che sono tra i “protagonisti” del programma Draghi, dove la parola « programma » ha un peso tutt’altro che irrilevante visto che il premier la pronuncia per 19 volte. Il premier lo fa capire ai senatori che lo ascoltano: « Esprimo davanti a voi l'auspicio che il desiderio e la necessità di costruire un futuro migliore orientino saggiamente le nostre decisioni. Nella speranza che i giovani italiani che prenderanno il nostro posto, anche qui in questa aula, ci ringrazino per il nostro lavoro » .
Molto dipenderà dalla capacità di realizzare le riforme. A partire dal fisco, ancorato allo schema concepito negli anni anni 70 dalla70 dalla commissione di cuicommissione di cui facevafacevano parte Vis ent inie Cos cianiche er astatachi amata a ridisegnare il sistema tributario ereditato dalla riforma Vanoni del 1951. La parola « riforma » è citata 6 volte. E non è un caso: le « riforme compiute a tempo » , dice Draghi rifacendosi all’insegnamento di Cavour, « invece di indebolire l’autorità, la rafforzano » .