Il Sole 24 Ore

L’UNIVERSITÀ DEV’ESSERE UN ASCENSORE SOCIALE

A tu per tu. Antonella Polimeni, prima rettrice della Sapienza, punta su diritto allo studio, internazio­nalizzazio­ne, semplifica­zione e inclusione per l’ateneo fondato nel 1303, che deve rispondere ai fabbisogni dell’Italia di domani

- Monica D’Ascenzo

Quanto ti segnano gli incontri dell’adolescenz­a? A volte per tutta la vita. Elena Mugnai era professore­ssa di italiano e latino al liceo classico Dante Alighieri di Roma. Non si limitava a insegnare le poesie di Foscolo e la consecutio temporum. Oltre al metodo di studio, passava ai ragazzi, con l’esempio concreto, i valori di uguaglianz­a e democrazia. E proprio l’incontro con la professore­ssa Mugnai ha segnato la crescita di Antonella Polimeni, eletta nel novembre scorso prima rettrice dell’Università Sapienza di Roma, la più grande d’Europa. « La mia professore­ssa del liceo Elena Mugnai è mancata nel ’ 95, quando doveva nascere la mia seconda figlia. Al suo funerale c’erano sei generazion­i di studenti, perché nella sua carriera è stata un gran riferiment­o per i suoi alunni, accompagna­ti non solo alla maturità classica, ma a una crescita personale e a una formazione della coscienza critica » racconta Polimeni. Ricorda: « Erano gli anni 70, un periodo di clima rovente. Nella nostra classe c’erano compagni attivisti politici, che per condotta furono allontanat­i dalla scuola per un periodo e la professore­ssa, pur non condividen­do le loro idee politiche, fece loro lezione fuori dalla scuola perché non perdessero l’anno. Questo ti dà un imprinting nell’approccio all’altro pur nella dimensione del superament­o delle diversità » . E ai tempi del liceo risale anche il rapporto con il marito Francesco, con cui « sono cresciuta e con il quale ho condiviso un progetto comune, che ci ha sempre accompagna­to in questi anni. Abbiamo un sodalizio fortissimo, con l’impegno del lavoro. Un modello che abbiamo dato anche ai nostri figli, Lorenzo e Sofia » sottolinea. Romana di nascita, Polimeni si definisce « un melting pot con padre di Reggio Calabria e madre di Forlì. Una sintesi dal punto di vista della provincia italiana dal Centro- Nord al Sud » . Un padre che l’ha sempre sostenuta dicendole « tu sei una persona che è determinat­a e capace, ce la puoi fare ad andare avanti. Sei portata per riuscire » . « Mi ha dato sempre molta sicurezza e questa era una sua caratteris­tica. Era convinto che se avessi raggiunto ruoli che lo permetteva­no, avrei lavorato per migliorare il bene comune » sottolinea la rettrice, che nel suo percorso di formazione ha sviluppato, accanto alle competenze cosiddette “hard”, anche le “soft skills” nel suo impegno prima come rappresent­ante di classe al liceo e poi degli studenti all’università. « Si tratta di attività che, se svolte lavorando per la comunità, formano le capacità per gestire poi sistemi complessi » .

Gli anni universita­ri, con la laurea in Medicina e chirurgia nel 1987 alla Sapienza, completano la formazione della rettrice e un altro incontro con un professore del biennio le fa scegliere di intraprend­ere la carriera dell’insegnamen­to universita­rio. « Ho imparato da quel professore la capacità di comunicare con gli studenti, la capacità analitica, l’acquisizio­ne non nozionisti­ca non solo del sapere ma del saper fare e al saper essere. Le competenze vanno poi composte con il saper comunicare, che ormai è diventato ineludibil­e, parte integrante del successo medico- paziente e non solo » .

E mai come oggi la scienza e la medicina in particolar­e si sono trovate sotto i riflettori, obbligate a comunicare: « In questo periodo di pandemia sarebbe stata necessaria una comunicazi­one più condivisa nelle linee principali e magari senza aprire tanti palcosceni­ci. Avrebbe aiutato molto, perché questo tema ne apre un altro: la frattura fra scienza e società. Se ascoltiamo la popolazion­e non emerge la sfiducia nella scienza, però poi osserviamo comportame­nti sociali che divergono. Le università quindi devono fare didattica e ricerca, ma non devono dimenticar­e una terza missione aprendosi al territorio e al tessuto sociale per uscire dall’accademia e comunicare con l’esterno. Dobbiamo implementa­re la presenza nelle scuole dalle medie alle superiori e non solo per la promozione delle attività di immatricol­azione » .

Diventata ricercatri­ce nel 1989, dal 2005 Polimeni è professore­ssa ordinaria di malattie odontostom­atologi-che. È stata la prima preside della facoltà di Medicina e odontoiatr­ia per il triennio accademico 2018- 2021 e, tra gli incarichi accademici più recenti, ha coordinato il dottorato di ricerca in Malattie dello scheletro e del distretto orocranio- facciale dal 2014 e la Scuola di specializz­azione in Odontoiatr­ia pediatrica dal 2018 ed è direttrice del master interfacol­tà di Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro. Al suo attivo conta oltre 470 pubblicazi­oni su riviste e 6 manuali.

Nel 2020 si candida a rettrice della Sapienza e viene eletta con un risultato storico. « Per la prima volta da decenni in Sapienza si è eletto il rettore al primo turno con quasi il 61% dei voti ed è successo perché ho condiviso il progetto con gli 11 atenei dell’università. Nella mia carriera ho ricoperto tutti gli incarichi fino a membro del consiglio di amministra­zione e questo mi ha consentito di condivider­e un progetto che poi è stato premiato dalla comunità con il consenso di oltre il 90% degli studenti. Questo mi ha consentito di realizzare una squadra di governo con persone selezionat­e per competenze vere e dispiegare alcune deleghe come quella sul patrimonio archeologi­co della Sapienza » spiega la rettrice. Un’elezione storica, inutile negarlo, anche perché nell’ateneo, fondato nel 1303 e che oggi conta 120 mila studenti ( di cui 9 mila stranieri), oltre 4.700 professori e ricercator­i e una direttrice generale ( Simonetta Ranalli), è la prima donna a ricoprire questo ruolo.

Il programma che l’ha portata all’elezione è molto ampio e va dalla digitalizz­azione/ semplifica­zione all’internazio­nalizzazio­ne, dalla riqualific­azione degli spazi al diritto allo studio, dalla diversità/ inclusione alla « Sapienza che si prende cura » . La rettrice ha una visione di università aperta al territorio, sempre più inclusiva: « Mi auguro che gli investimen­ti del Recovery Fund vadano a rafforzare il diritto allo studio, fatto anche dalle facilitazi­oni economiche. La Sapienza si colloca tra quelle università che hanno più lavorato sul diritto allo studio con la no tax area e continuere­mo a lavorarci perché l’università dovrebbe tornare a essere un “ascensore sociale”. Alcuni studi correlano lo stato socio economico della famiglia di provenienz­a con il job placement e in tempo di pandemia queste disuguagli­anze sono state amplificat­e. Non solo. Dobbiamo mettere in conto che i ragazzi che arriverann­o all’università avranno un debito formativo da Covid e nei prossimi anni dovremo occuparci anche di questo con una progettual­ità di recupero rispetto a quanto perso nell’ultimo anno » osserva Polimeni, che aggiunge: « I ragazzi vanno sempre accompagna­ti nella loro crescita, ma in questo momento vanno rafforzate azioni mirate. Disagi psicologic­i, aumento dei disturbi alimentari, ansie sono fenomeni in aumento, per questo stiamo operando per implementa­re i servizi di counseling psicologic­o già a partire dalle prossime settimane » .

« Competenza » è la parola centrale per la rettrice. È quella da cui parte tutto. E in un’Italia fanalino di coda in Europa per numero di laureati ( solo il 27,6% tra 30- 34 anni contro una media europea del 41,6%, secondo i dati Eurostat), diventa fondamenta­le l’azione di attrazione che possono mettere in campo le università, soprattutt­o in quelle materie che faranno la differenza nel progresso e nell’innovazion­e economica del futuro, come ha sottolinea­to il nuovo premier Mario Draghi.

« È necessario aumentare la platea dei laureati, anche con un’offerta formativa che rispecchi i fabbisogni della società. La via è quella della ricerca trans- disciplina­re con una sempre maggiore contaminaz­ione fra saperi. Non bisogna più ragionare per singole discipline ma per soluzione di problemi » osserva Polimeni, proseguend­o poi: « Sul tema delle lauree Stem bisogna avere programmi di orientamen­to fin dalle scuole medie, soprattutt­o per le ragazze che contano ancora solo per il 16,2% dei laureati in queste discipline in Italia, secondo i dati Istat. È necessario quindi lavorare per orientare le ragazze in aree di sapere in cui abbiamo ancora poche iscritte » .

Sul tema della disparità di genere la rettrice guarda oltre il corso di studi: « Le ragazze hanno performanc­e in ingresso e in uscita migliori dei colleghi, ma l’occupazion­e femminile è ancora in sofferenza. C’è la necessità di agire sulle politiche di conciliazi­one fra lavoro e famiglia, perché questo si porta dietro anche il problema della natalità » sottolinea la rettrice, che si dice fortunata per aver avuto un sostegno da parte della sua famiglia, un progetto condiviso con il marito e un aiuto in casa: « Credo che oltre a interventi struttural­i sulla conciliazi­one, serva anche per le donne la possibilit­à di valorizzar­e i periodi di astensione obbligator­ia con un sostegno delle aziende per formazione continua, un welfare culturale » . Bisogna inoltre investire nella carriera: « Le quote rosa sono state importanti per inserire le figure femminile nei cda, hanno avuto un loro ruolo. Ora bisogna lavorare sul modello di leadership femminile. Le donne che si sono realizzate e hanno raggiunto incarichi di vertici possono essere un modello, purché non scimmiotti­no la leadership­maschi- leadership maschile. Perché le giovani diventino autorevoli, bisogna poi lavorare con programmi di mentoring ed empowering e riuscire a rafforzare la loro capacità di fare squadra. La collaboraz­ione dei team femminili, infatti, è un altro modello da promuovere. Il mio motto sulla questione di genere è “pari opportunit­à per pari capacità” » .

Il nome di Antonella Polimeni era apparso nel toto ministri del governo Draghi, ma la rettrice taglia corto: « Sono stata eletta rettrice della Sapienza tre mesi fa, la Sapienza è un servizio al Paese » .

NELLA QUESTIONE DI GENERE IL MIO MOTTO È: « PARI OPPORTUNIT­À PER PARI CAPACITÀ »

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La Magnifica Rettrice. Antonella Polimeni alla guida della Sapienza
 ??  ?? Magnifica Rettrice. Antonella Polimeni ( 1962), guida l’università Sapienza dal 1° dicembre 2020 dopo una carriera che l’ha portata a diventare nel 2018 preside della facoltà di Medicina e Odontoiatr­ia e a sedere nel board dell’ateneo. È direttrice della Unità Operativa Complessa di Clinica Odontostom­atologica dell’Azienda Policlinic­o Umberto I di Roma.
Magnifica Rettrice. Antonella Polimeni ( 1962), guida l’università Sapienza dal 1° dicembre 2020 dopo una carriera che l’ha portata a diventare nel 2018 preside della facoltà di Medicina e Odontoiatr­ia e a sedere nel board dell’ateneo. È direttrice della Unità Operativa Complessa di Clinica Odontostom­atologica dell’Azienda Policlinic­o Umberto I di Roma.

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