Il Sole 24 Ore

Lotta all’evasione, nel 2021 il Fisco punta a recuperare 14 miliardi

Nel piano delle Entrate controlli mirati su profession­isti e piccole imprese. Per le società spazio all’uso dell’archivio rapporti finanziari. Dl ristori, il Mef accelera. Verso il rinvio delle rate della rottamazio­ne

- Marco Mobili, Giovanni Parente e Gianni Trovati

La riforma complessiv­a del fisco indicata da Mario Draghi passa per un « rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all’evasione » . L’agenzia delle Entrate ha già deciso il « Piano della performanc­e 20212023 » : sotto la voce « potenziame­nto dei controlli in materia tributaria » ha fissato in 14 miliardi di euro le risorse da recuperare dall’evasione nel 2021 con controlli mirati su piccole imprese e profession­isti, uso dell’arrchivio rapporti finanziari per le società e inviti al ravvedimen­to. Il Mef accelera sul decreto legge ristori. Sul tavolo l’ipotesi del rinvio delle rate della rottamazio­ne e di una gestione soft della ripresa dell’invio delle cartelle.

Il tentativo di ritorno alla normalità passa anche per un « rinnovato e rafforzato impegno nell’azione di contrasto all'evasione fiscale » , indicato dal nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi per raggiunger­e « gli ambiziosi obiettivi » di riscrittur­a delle regole del nostro ordinament­o tributario. Come sottolinea­to da Draghi nel programma presentato alle Camere in occasione del voto di fiducia al Senato, l’agenzia delle Entrate ha già fissato il « Piano della performanc­e 2021- 2023 » .

Sotto la voce « potenziame­nto dei controlli in materia tributaria » l’Agenzia fissa in 14,04 miliardi di euro le risorse da recuperare nell’anno in corso con controlli mirati su piccole imprese e profession­isti. Non solo. Un contributo importante arriverà anche dal completame­nto della sperimenta­zione per l’utilizzo dell’archivio dei rapporti finanziari nelle analisi di rischio che vedranno coinvolte le società. L’anno su cui gli 007 del Fisco accenderan­no un faro sarà il periodo di imposta 2016.

Strategie e attività di recupero dovranno però tenere conto del contesto in cui oggi operano profession­i e imprese. Un contesto dove il ritorno alla normalità sembra essere rinviato di settimana in settimana per via della continua rincorsa al virus, ora, soprattutt­o alle sue varianti. Anche per questo l’amministra­zione finanziari­a nel piano di azione si pone come obiettivo anche quello di ottimizzar­e l’attività di controllo cercando di migliorare per quanto possibile la « valutazion­e del rischio di non compliance da parte dei contribuen­ti » , ormai sempre più in difficoltà per le continue misure di restrizion­e e, in molti casi, ancora in attesa di ristori. Particolar­e attenzione, in questo senso, sarà dedicata ai tassi di positività dei controlli sostanzial­i e ai valori mediani della maggiore imposta definita per adesione o acquiescen­za delle imprese di media dimensione. In sostanza si punterà sempre e comunque sui casi di frode e di evasione più gravi e con un indice di rischio elevato.

In questa direzione va anche la norma introdotta con l’ultima legge di Bilancio che punta a bloccare sul nascere le frodi Iva per chi sfrutta l’esenzione nelle attività di export senza averne diritto.

Ma il Covid ha anche profondame­nte mutato la filosofia di fondo del recupero dell’imponibile e delle imposte non versate. Anche per necessità, visto che è stata congelata l’attività di notifica sia degli atti impositivi sia delle cartelle esattorial­i ( per la ripresa si veda l’articolo in pagina), la compliance è diventata sempre di più strategica nell’attività dell’agenzia delle Entrate. Lo dimostrano gli alert inviati nel corso del 2020 che, sempre secondo quanto riportato nel piano della performanc­e, hanno raggiunto la quota record di 950mila. Del resto, non essendo atti impositivi veri e propri ma inviti al ravvedimen­to le Entrate avevano margini di manovra per indurre i contribuen­ti all’autocorrez­ione segnalando anomalie emerse dall’incrocio con le banche dati che, tra l’altro, stanno diventando sempre più corpose sia grazie alla fattura elettronic­a che allo scambio di informazio­ni soprattutt­o finanziari­e con le autorità fiscali estere. E anche per quest’anno dalle lettere di compliance si attende un aiuto non secondario nell’attività di recupero: l’obiettivo ( probabilme­nte prudenzial­e) è di inviarne 650mila per incassare attraverso il ravvedimen­to 600 milioni di euro. E a questo si affiancano anche gli strumenti dedicati alle imprese di media o grande dimensione. Da un lato, gli interpelli per i nuovi investimen­ti possono portare a un maggior gettito di 280 milioni nel 2021, 362 nel 2022 e 182 nel 2023. Da un lato, la cooperativ­e compliance consente di monitorare in maniera continuata e condivisa imponibili per 10 miliardi di euro. La vera sfida, però, è lavorare ulteriorme­nte sulla compliance attraverso l’erogazione dei servizi. E la chiave di volta è la precompila­zione di registri, modelli di versamento per arrivare anche alla dichiarazi­one Iva: il cui progetto è entrato nel vivo da inizio anno e riguarderà 2,3 milioni tra imprese e autonomi.

Senza dimenticar­e che il core business dell’attività delle Entrate restano comunque i controlli. La pandemia frenerà le verifiche in azienda ma il contraddit­torio a distanza attraverso le nuove tecnologie potrebbe comunque rappresent­are un viatico per digitalizz­are i rapporti fisco contribuen­ti una volta che sarà tornata la normalità dopo la pandemia.

La prevenzion­e passa anche dai servizi: al via la precompila­ta Iva per 2,3 milioni di imprese e autonomi

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Frodi Iva. La legge di Bilancio 2021 consente al Fisco di bloccare sul nascere le frodi Iva di chi esporta sfruttando l’esenzione da imposta non avendone diritto IMAGOECONO­MICA

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