Il Sole 24 Ore

« Un rimbalzo vero solo nel terzo trimestre »

Il centro studi prevede i primi segni positivi nel secondo trimestre. Più fiducia sui mercati ma consumi in attesa. Servizi peggio dell’industria. Picco di prestiti alle imprese, investimen­ti deboli

- Nicoletta Picchio—

I consumi italiani sono pronti a scattare: il Pil potrebbe tornare a vedere il segno positivo nel secondo trimestre. Ma un vero « rimbalzo » , con una ripresa solida dell’economia è atteso solo nel terzo trimestre, con l’aumento dei vaccinati e la fine delle restrizion­i anti- Covid. È quanto emerge dalla congiuntur­a flash del Centro studi Confindust­ria. Tra dati e trend evidenziat­i dallo studio, servizi peggio dell’industria; picco di prestiti alle imprese e investimen­ti deboli.

Più fiducia sui mercati. L’Italia sta acquisendo credito come emerge dallo spread sulla Germania, a + 0,98, un valore che non si vedeva dal 2015. Un calo che, se permanente, taglia il costo del debito per il nostro paese. Di questo atteggiame­nto positivo dei mercati ha beneficiat­o anche la Borsa, che ha recuperato dopo il ribasso di gennaio, ed ha segnato + 6,1% da inizio febbraio ( resta sotto i valori pre Covid,- 9,8%).

Per il Centro studi di Confindust­ria questo scenario che si è verificato potrebbe spingere la fiducia di famiglie e imprese e migliorare le prospettiv­e per il Pil del 2021. Il Csc analizza una serie di fattori che incidono sulla crescita: il recupero nel primo trimestre è ormai compromess­o, ci sono rischi al ribasso per il ritmo dei vaccini. L’effetto netto, dice Confindust­ria, è che « cresce la probabilit­à di un segno positivo del Pil già nel secondo trimestre, ma si conferma che un vero rimbalzo si potrà avere solo nel terzo » .

A fare un bilancio del 2020, il CsC, con Congiuntur­a Flash, mette in evidenza che l’Italia ha avuto un calo del Pil dell’ 8,9% contro il - 5,3 della Germania. I due andamenti sono dovuti a cinque fattori, fermo restando il nostro gap struttural­e di crescita: le restrizion­i anti pandemia, che in Germania sono state meno stringenti per le attività industrial­i; la quota di turismo, che in Italia genera il 6% del Pil, ( 13% con l’indotto) contro il 3,9% in Germania ( 7% complessiv­o); l’andamento delle costruzion­i che è rimasto positivo in Germania, dove ha un peso maggiore sul Pil, a fronte di un’ampia caduta in Italia; la tipologia di imprese; le misure di policy, che nei due paesi sono simili, ma la Germania ha attuato un taglio dell’Iva che ha rafforzato i consumi e la ripartenza.

Tornando al nostro paese lo scenario incerto porta le famiglie a risparmiar­e, con i consumi in attesa, pronti a scattare: nel 2020 i depositi hanno avuto un aumento extra di 26 miliardi rispetto al trend ( pari al 2,7% dei consumi privati). La domanda interna resta debole a gennaio, le immatricol­azioni di auto sono salite dello 0,4 per cento. « Ma – dice il CsC - un allentamen­to delle restrizion­i potrebbe rilanciare fortemente i consumi » .

I servizi stanno andando peggio dell’industria: nel manifattur­iero l’indice Pmi ( gli ordini dei responsabi­li acquisti) è salito a 55,1% a gennaio, con un rafforzame­nto del recupero: la produzione ha iniziato il iniziato il 2021 con una crescita dell'2021c on una crescita dell '1,0%, dopo aver chiuso debole il 2020. Nei servizi la flessione dell'attività è meno marcata a inizio 2021( P mi risalito a 44,7), ma le condizioni della domanda restano deboli per le misure anti pandemia.

Altro fattore chiave sono gli investimen­ti menti privati: privati: per il per il 2021 restano deboli ,2021 restano deboli, le aziende prefiguran­o un aumento della spesa, ma rispetto ai minimi del 2020. I prestiti alle imprese prestiti alle imprese l’ anno scorso hannol’ anno scorso hanno toccato un picco annuotocca­to un picco annu odi+ di +8,5% a adi cemdicembr­e, mail maggior debito non si è trasformat­o mato in investimen­ti a causa dell’ eros ioin investimen­ti a causa dell’erosione del cashflow in molti settori. Per quantorigu­ar dal’ export nel 2020 ècadutodel­9,2%,to del 9,2%, per l’ inizio del 2021 le prospettip­er l’ inizio del 2021 le prospettiv­e sono« abbastanza positive abbastanza positive» specie per specie per i beni intermedie di investimen­to,i beni intermedie di investimen­to, grazie al rafforzame­nto della domanda in mercati esteri chiave come Europa e Nord America. Il commercio mondiale è tornato sopra i liv el liprec risi a fine 2020. Le prospettiv­e 2021 sono ancora frenate dall’ incertezza sulla pandemia, ma è un buon segnale il prezzo del Brentafebb rabuon segnale il prezzo del Brentaf ebbraio a64d ollari al barile, prezz op re Covid. Nell’Eurozona la situazione è fragile: il Pmi resta sotto quota 48, a inizio 2021 prosegue la contrazion­e dell'economia specie nei servizi. Nel 2020 il Pil dell’euro ha limitato il calo a - 6,8 grazie ad un quarto trimestre meno negativo, - 0.7. Grazie alle misure di sostegno dei vari paesi il numero degli occupati ha continuato a crescere, + 0,3, dopo il + 1 dei mesi estivi. Ma nel complesso l’occupazion­e nel 2020 è diminuita dell’ 1,8% e questo contribuis­ce a spiegare perché a inizio 2021 quasi una famiglia su 3 veda la propria situazione peggiorata.

In Usa, intanto, la nuova amministra­zione Biden ha presentato un piano a 1.891 miliardi di dollari in tre anni il valore del piano è del 9,2% del Pil nel 2021 e l’impatto sulla crescita è stimato a + 12% in 2 anni, con gli occupati in equilibrio entro il 2022.

Nel 2020 export - 9,2% A inizio 2021 prospettiv­e « abbastanza positive » specie per beni intermedi e di investimen­to

Aumento extra dei depositi di 26 miliardi rispetto al trend ( 2,7% dei consumi privati)

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