Bitcoin consuma energia come l’Argentina
Euforia senza precedenti, superato il muro dei 57.000 $. Musk rilancia: « È una forma di liquidità meno stupida del contante » . Ma non mancano voci contrarie, da Buffett a Roubini
Nel 1848 iniziò la corsa all’oro. Soprattutto negli Stati Uniti ( ma il fenomeno si dipanò presto anche in altre parti del mond0) migliaia di persone abbandonarono il lavoro per spostarsi nelle aree dove venivano scoperte notevoli quantità del metallo giallo.
Non sappiamo adesso se quello che sta accadendo al Bitcoin - che anche ieri ha aggiornato il massimo storico superando per la prima volta la barriera dei 57mila dollari - sia un movimento paragonabile, in chiave digitale, a quello del XIX secolo. Quello che invece possiamo affermare è che c’è un’euforia senza precedenti, alimentata in questa fase prevalentemente da investitori istituzionali, tesorieri aziendali e speculatori, che sta facendo scattare una sorta di fomo - fear of missing out, ovvero paura di essere tagliati fuori da una grande opportunità - su scala globale. E questo nonostante non manchino i detrattori. Pochi giorni fa l’economista Nouriel Roubini, famoso per aver visto in anticipo il crack finanziario del 2008, ha confermato la sua opinione tranchant: « Il Bitcoin è l’asset più manipolato di sempre, non ha valore » . Anche il guru degli investimenti Warren Buffett figura tra i contrarian di spicco avendo definito il Bitcoin « un’illusione che attira molti ciarlatani » .
Tuttavia, per quanto il Bitcoin resti un asset divisivo, in parecchi stanno cambiando il mindset. Anche perché l’idea originale del fondatore Satoshi Nakamoto era proprio quella di creare una moneta che non perdesse valore nel tempo, cosa che invece accade strutturalmente alle valute fiat ( dollaro, euro) in un fenomeno che potrebbe accentuarsi nei prossimi anni se l’inflazione dovesse rialzare la testa come conseguenza delle enormi misure fiscali e monetarie messe in piedi da governi e banche centrali per contrastare la pandemia.
Se il 2020 è stato l’anno dell’ “outing” sul Bitcoin da parte di banche d’affari come Citigroup e Jp Morgan e di colossi del risparmio gestito come BlackRock - che hanno sostanzialmente ribaltato in termini positivi la view sulla criptovaluta - la novità del 2021 è rappresentata dalle aziende. L’ 8 febbraio Tesla ha annunciato di aver investito l’equivalente di 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin. Ieri il fondatore Elon Musk - che ormai sta diventando una sorta di icona tra i bitcoiners - ha risposto a chi definisce cari i valori attuali che « il Bitcoin è semplicemente una forma di liquidità meno stupida del contante » . La scorsa settimana MicroStrategy - società quotata al Nasdaq che finora ha accumulato oltre 71.000 Bitcoin inserendoli in bilancio come diversificazione al dollaro - ha aumentato da 600 a 900 milioni di dollari l’emissione di un bond, i cui fondi saranno utilizzati per rimpolpare il pacchetto di Bitcoin nelle casse. La domanda che molti si pongono ora: seguiranno a questa scia altre aziende? « Dall’analisi dei portafogli sulla blockchain ( il registro pubblico delle transazioni di Bitcoin, ndr) emerge una crescita esponenziale dei wallet superiori ai 10 milioni di dollari - spiega Andrea Ferrero, cio e ad di Young Platform, exchange italiano di criptovalute -. Questo ci indica che stanno accumulando grandi investitori » . Un altro “indizio” arriva dall’ultimo sondaggio sui gestori di Bofa da cui è emerso che le esposizioni “long” sui Bitcoin sono tra le più “affollate”, insieme a quelle verso i titoli tech e alle posizioni “short” sul dollaro. Il fatto che stiano entrando le “balene” lascia ipotizzare che a questo giro, rispetto al rialzo del 2017 culminato con lo scoppio della bolla nel 2018 in cui il Bitcoin passò da 20mila a 3mila dollari, il rialzo sia più solido.
Quel che stupisce è che la corsa in questo primo scorcio del 2021 - da inizio anno il Bitcoin è salito del 90% - è partecipata solo in parte dal pubblico retail, solitamente l'ultimo ad entrare nelle fasi euforiche e quello poi destinato a rimanere con il cerino in mano quando una bolla scoppia. Ciò vuol dire che l’ultima accelerazione del Bitcoin ha spiazzato tutti, persino gli investitori più vulnerabili.
Insomma, la nuova versione del Bitcoin, quella sponsorizzata da Musk e dai grandi fondi, sta mandando in confusione i piccoli investitori. « In questo momento prevale lo sbigottimento tra i retail perché il prezzo è salito rapidamente e molto più di quanto ci si aspettasse - spiega Marco Cavicchioli, divulgatore di Bitcoin -. Molti hanno paura di aver perso il treno e che sia troppo tardi per salire adesso. Quel che è importante ricordare, però, quando si parla di Bitcoin è che la volatilità del prezzo è la norma, così come la ciclica creazione di bolle speculative. Finora ne sono scoppiate tre ma il Bitcoin si è sempre rialzato. Non è da escludere che anche in questo ciclo di quattro anni si stia creando una nuova bolla, tipica nell’anno successivo all’halving ( dimezzamento delle commissioni per i miners, si veda scheda a fianco, ndr) che potrebbe scoppiare nel 2022. Chi però ha fiducia sul fatto che il Bitcoin si possa consolidare come asset rifugio in grado di preservare il capitale dall’inflazione tipica delle valute fiat, dovrebbe osservare il prezzo solo nel lungo periodo, vivendo quindi con meno ansia le fasi di esuberanza e di crollo » . Chi ha una visione di breve periodo, quindi, può farsi anche molto male. Chi punta sul lungo, invece, potrà dire di aver vinto la sua “scommessa” solo se la profezia di Nakamoto sulla valuta che protegge il mondo dall’inflazione si avvererà. Ad oggi, per quanto l’afflusso di capitali da parte di chi condivide questa visione stia crescendo, nessuno sa davvero come questa storia andrà a finire.
Il rally è alimentato in questa fase prevalentemente da investitori istituzionali, tesorieri aziendali e speculatori