Usa, il piano Biden anche per battere la Cina
Rafforzare la crescita con il piano da 1.900 miliardi è diventato anche un imperativo geopolitico per gli Usa Emergenza Texas, il presidente dichiara lo stato di calamità
Una frase di politica interna si è insinuata nel messaggio di Joe Biden ai ritrovati alleati europei. Build Back Better. Ricostruire meglio l’America. Non a caso: finito lo “zoom tour” internazionale, tra G7 e Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, Biden è subito tornato a mettere al centro della sua agenda il rilancio dell’economia statunitense a colpi di piani di aiuti e stimoli. Pur promettendo che, al contrario di Donald Trump, questa crociata di politica industriale non andrà a scapito di un nuovo multilateralismo. Anzi, darà spinta alla leadership globale di Washington, cruciale per contrastare l’avanzata cinese. È uno scenario, la riscossa con la ricetta Biden, oggi sposato da analisti del Fondo Monetario e di Wall Street, tra previsioni che la ripresa Usa superi quella di Pechino.
Biden è dovuto anche forzatamente tornare a fare i conti con priorità interne. Ha dichiarato ieri lo stato di grave disastro e d’emergenza per il Texas, hub energetico del Paese paralizzato da un gelo eccezionale che ha mietuto decine di vittime, bloccato la rete elettrica e lasciato senza acqua potabile 13 milioni di persone. Il Texas ora riceverà straordinari soccorsi federali con fondi per la casa, le famiglie, i business. Ma il focus domestico del Presidente ha radici più profonde, compreso l’imperativo geopolitico di proiettare una accresciuta centralità economica americana. Già venerdì sera, poche ore dopo gli interventi virtuali in Europa, si era precipitato ad uno stabilimento farmaceutico della Pfizer di vaccini contro il Covid, a Kalamazoo in Michigan, nel cuore manifatturiero del Paese a caccia di rilancio. E i suoi sforzi sono diretti a far decollare un piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari con assegni a famiglie e disoccupati, fondi per aziende e stati - e forse un aumento del salario minimo. Il Congresso, a risicata maggioranza democratica, appare al suo fianco: la Camera ha messo a punto i dettagli della proposta di legge in 600 pagine, il Senato si è impegnato ad approvarla entro metà marzo.
I sondaggi danno ragione alla Casa Bianca: sette americani su dieci sono a favore del pacchetto, compresi numerosi elettori repubblicani. Ancor più: gli aiuti appaiono destinati a dare un colpo di acceleratore alla crescita stando al “voto” di molti esperti. JP Morgan ha pronosticato che così la ripresa americana batterà quella cinese, senza contare programmi più ampi su infrastrutture e transizione energetica. Il chief economist Michael Feroli anticipa una marcia del Pil al 6,4% quest’anno. Ulteriore supporto lo offrirà l’atteggiamento accomodante della Federal Reserve, ancorato da un’inflazione core al target del 2% solo a fine anno prossimo. JP Morgan vede l’economia americana battere la riscossa a “V” di Pechino: « Vediamo gli Usa superare la Cina, con un cammino ben superiore alla traiettoria pre- crisi » . Un allineamento di stimoli Usa e recupero dal Covid in Europa, al di là di differenza transatlantiche da risolvere, può guidare il Pil globale ad un picco di crescita del 7,6% verso metà anno.
JP Morgan non è sola nell’ottimismo. Berenberg, confortata da segnali incoraggianti già in arrivo da dati su produzione industriale (+ 0,9% in gennaio) e consumi ( vendite al dettaglio + 5,3%), ha simili previsioni. Il Midwest industriale è reduce da segni di risanamento del mercato del lavoro: città da Columbus e Cincinnati in Ohio a Indianapolis in Indiana hanno tra i tassi di disoccupazione più bassi del Paese, spesso inferiori al 5% rispetto a 6,7% nazionale. Il chief economist dell’Fmi, Gita Gopinath, ha a sua volta previsto che il pacchetto Biden porti in dote al Pil Usa il 5- 6% nell’arco di tre anni, con un’inflazione sotto controllo, al 2,25% nel 2022. Nel vuoto cade invece l’allarme di chi, anche tra economisti progressisti quali Larry Summers, teme stimoli eccessivi e squilibrati.
Dopo gli incontri virtuali del G7 e della Conferenza di Monaco, Biden ora affronta l’emergenza energetica in Texas e il varo del pacchetto economico da 1.900 miliardi